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domenica 5 marzo 2017
Pmi, ecco i 15 comandamenti anti-cracker: risparmio del 41%
martedì 3 gennaio 2017
Polizia Postale, 510 siti oscurati per terrorismo nel 2016
La Polizia Postale ha reso noto il bilancio 2016 dell'attività informatica. Sono stati monitorati più di 400mila siti eversivi e terroristici. La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha confermato che nel 2016 sono stati oscurati 510 indirizzi web eversivi, o comunque di riferimento per il terrorismo nazionale e internazionale.Il monitoraggio ha riguardato 412.447 siti web e numerosi profili Twitter e Facebook. Due le persone arrestate e altre otto denunciate per attività eversive tramite strumenti informatici e comunicazione telematica. Il C.N.A.I.P.I.C., centro nazionale anticrimine per la protezione delle infrastrutture critiche, ha contrastato almeno 831 attacchi informatici degni di nota indirizzati a siti istituzionali e strutture. Ancora più grande l'impegno per la gestione di 5262 alert diramati per le vulnerabilità riscontrate su sistemi informatici o minacce. A livello internazionale le richieste di cooperazione, in seno alla rete 24-7 "High Tech Crime" del G7, sono state 82. Le attività investigative sono state invece 65 e hanno portato alla denuncia di 25 persone. Il Bilancio 2016 dell'attività svolta dalla Polizia Postale si chiude positivamente anche se le sfide su più macro-aree di competenza diventano sempre più complesse. Si parla di contrasto alla pedopornografia online (576 casi, 51 arresti e 449 denunciati), hate speech (96 siti su 1120 monitorati), protezione infrastrutture, cybercrime finanziario, eversione, terrorismo, etc.
domenica 23 novembre 2014
Sicurezza d’autunno, 10 brividi
mercoledì 20 novembre 2013
Cyberpol, la webpolizia mondiale
La nuova divisione dell'Interpol sarà attiva 24 ore su 24 e avrà compito di vigilare su reati digitali e molto di più
Si chiama Noboru Nakatani ed è l’ex direttore del Dipartimento anticrimine organizzato transnazionale della polizia giapponese. L’Interpol lo ha scelto per guidare la creazione del nucleo più avanzato di lotta ai reati del ventunesimo secolo, il Global Complex for Innovation (Igci). Il nome in codice del centro è Cyberpol e avrà il compito di fornire supporto tecnico e coordinare lo scambio di informazioni tra i 190 paesi membri. Nella sede di Singapore, troveranno posto anche laboratori di ricerca e sviluppo, addestramento e analisi dati.
"L’apertura dei casi, e la conduzione delle indagini, spetta sempre ai corpi di polizia nazionale",sottolinea Nakatani, che di Cyberpol è il direttore esecutivo . "Purtroppo l’Interpol non è quella dei film: non abbiamo jet, rifugi segreti, armi e nemmeno gadget alla James Bond". Ci sono, però, tanti Dottor Q: specialisti altamente qualificati in prestito da Kaspersky Lab. "Tecnici e analisti verranno mandati a Singapore per curare la formazione degli agenti operativi e per aiutare nell’analisi e nell’interpretazione dei dati", spiega Eugene Kaspersky, Ceo e co-fondatore dell’azienda, che già anni fa aveva lanciato l’idea di una Interpol di internet.
Il team avrà il compito di condividere con l’Interpol informazioni e competenze e di guidare la ricerca a caccia di nuove minacce . "La polizia deve adattarsi ai nuovi strumenti, usando le stesse armi dei criminali per le sue indagini. Parliamo di mobile, ma anche di email, di social media", continua Nakatani. A differenza dei crimini digitali, che si compiono completamente in rete, il cybercrime non si limita al web. In pratica è qualsiasi tipo di illecito con una componente online. Possono essere singoli eventi come phishing e hacking, furto d’identità, furto e manipolazione di dati e frodi bancarie o comportamenti prolungati, come cyberstalking, molestie, estorsione e ricatto, spionaggio e manipolazione dei mercati finanziari.
L’obiettivo di Cyberpol è formare un gruppo di 140 persone entro il 2016. I primi sono già al lavoro nelle due sedi provvisorie di Lione e Singapore, ma Cyberpol sarà operativo solo tra un anno, a settembre 2014. Intanto, si lavora a costruire una rete tra le unità investigative. A fine mese a L’Aja si è tenuta la prima Cybercrime conference da replicare ogni anno in collaborazione con l’Europol tra Olanda e Singapore.
Come si fa per diventare cyberpoliziotti? Inizialmente una decina saranno assunti direttamente dall’Interpol, mentre tutti gli altri saranno agenti di polizie nazionali distaccati presso l’Igci, insieme ai tecnici di Kaspersky, di Trend Micro e di Nec .
venerdì 8 marzo 2013
Cyberattacchi sempre più sofisticati in aumento, +254% registrato nel 2012
mercoledì 2 novembre 2011
Conferenza a Londra sul Cyberspace: la criminalità informatica costa al mondo 1.000 mld di dollari
venerdì 1 luglio 2011
Symantec presenta il Symantec Intelligence Report di giugno 2011

Spam ai livelli più bassi dalla chiusura di McColo in novembre 2008; lo spam farmaceutico è in calo ed emerge la diffusione del nuovo brand Wiki- pharmacy
Symantec ha annunciato la pubblicazione del Symantec Intelligence Report di giugno 2011, il primo report di Symantec che unisce i risultati del Symantec.cloud MessageLabs Intelligence Report con il Symantec State of Spam & Phishing Report. Le analisi di questo mese rivelano che lo spam ha raggiunto i livelli più bassi dalla chiusura a novembre 2008 di McColo, un ISP californiano che ospitava i canali di command and control di una serie di botnet. Dalla chiusura di Rustock - la più grande botnet per l’invio di spam - a marzo 2011, il volume di spam a livello globale continua ad oscillare ogni giorno. Il 72,9% delle email di giugno era spam, lo stesso livello di aprile di quest’anno. Secondo l’Intelligence di Symantec il 76,6% di questo spam è stato inviato tramite botnet, con un calo rispetto all’ 83,1% registrato a marzo. “Nonostante il calo dello spam proveniente da botnet durante questo mese, dovrebbe rimanere vivo l’allarme per questo pericolo che colpisce internet. I cyber criminali continuano ad utilizzare le botnet per i denial of services distribuiti (DDoS), i link a siti insospettabili per ritorni economici, ad inserire i contenuti di siti web illegali su computer infetti, a raccogliere dati personali degli utenti ed installare spyware per tener traccia delle attività online delle vittime,” ha dichiarato Paul Wood, senior intelligence analyst, Symantec.cloud. “Lo spam rimane un grosso problema e i suoi livelli non sono ancora prevedibili. In seguito all’interruzione di Rustock a marzo, sono rimaste in circolazione nel mese di aprile all’incirca 36,9 miliardi di email spam al giorno. Questo numero è salito a 41,7 miliardi in maggio, per poi scendere nuovamente a 39,2 miliardi a giugno. Durante lo stesso periodo dello scorso anno, i livelli di spam ammontavano a 121,5 miliardi di email in circolazione ogni giorno a livello mondiale, equivalenti all’89,4% del traffico email di giugno 2010. In un periodo di 12 mesi, un ribasso di 68,7 punti percentuali nel volume ha avuto una ripercussione di solo 16,4 punti percentuali sullo spam a livello globale,” ha aggiunto Wood. Secondo le ultime analisi, a giugno 2011, lo spam legato a prodotti farmaceutici ammonta al 40% dello spam totale, con una diminuzione rispetto al 64,2% registrata a fine 2010. L’analisi dell’oggetto delle mail ha mostrato che lo spam per adulti è ancora fiorente. Secondo il Symantec Intelligence Report, i messaggi di spam che promuovevano prodotti farmaceutici sono stati i più diffusi nel mese di giugno. I prodotti farmaceutici vengono commercializzati attraverso email di spam che utilizzano varie tecniche ingannevoli. Il report di questo mese evidenzia un cambiamento nel panorama delle botnet utilizzate per l’invio di spam e dello spam farmaceutico online da due diversi punti di vista: un falso servizio per la condivisione di video online e un nuovo brand farmaceutico, che forse cerca di sfruttare la popolarità del nome “Wiki” su una serie di siti di alto profilo. Lo scorso mese, l’Intelligence di Symantec ha identificato anche una nuova tecnica di spam, che ha introdotto il prefisso “Wiki” per la promozione di falsi prodotti farmaceutici collegati ad un nuovo brand, WikiPharmacy. L’“Oggetto:” delle mail in questi attacchi conteneva numerosi elementi casuali all’interno del testo. Il campo “Da:” era fasullo o apparteneva ad un account ISP hijacked che dava un’apparenza di personalizzazione alle email.
Spam: A giugno 2011, la percentuale di spam globale nel traffico email e sceso di 2,9 punti percentuali rispetto a maggio 2011 attestandosi a 72,9% (1 su 1.37 email).
Phishing: A giugno, le attività di phishing sono scese di 0.06 punti percentuali rispetto a maggio 2011; una mail su 286,7 (0,349%) comprendeva qualche forma di attacco di phishing.
Minacce contenute nelle email: Nel traffico email, il numero globale di virus provenienti da email è stato pari a 1 su 300,7 email (0,333%) in giugno, con un calo di 0,117 punti percentuali rispetto a maggio 2011.
Minacce malware web-based: Durante il mese di giugno, MessageLabs Intelligence ha identificato una media di 5.415 siti web al giorno che ospitavano malware o altri programmi non desiderati come spyware e adware; una crescita del 70,8% rispetto a maggio 2011.
Minacce per gli endpoint: Il malware bloccato con maggior frequenza durante lo scorso mese è stato W32.Ramnit!html. Questo è uno dei file .HTML infettati da W32.Ramnit[1], un worm che si diffonde attraverso dispositivi removibili e infetta file eseguibili. Il worm si diffonde criptandosi e attaccandosi a file con estensione .Dll, .EXE e .HTM.
Trend geografici:
Spam
• In seguito al calo globale dei livelli di spam durante il mese di giugno 2011, l’Arabia Saudita è diventata il paese più colpito con un livello pari a 82,2%, superando la Russia che è scesa alla seconda posizione.
• In USA il 73.7% delle mail era spam, in Canada il 72.0%.
• In UK il livello di spam era del 72.6%.
• Nei Paese Bassi, il 73.0% del traffico email era spam, mentre il livello di spam ha raggiunto il 71.8% in Germania, il 71.9% in Danimarca e il 70.4% in Australia.
• Il livello di spam di Hong Kong ha raggiunto il 72.2%, il 71.2% a Singapore, il 69.2% in Giappone. In Sud Africa, il 72,3% del traffico email era spam e il 73,4% in Brasile.
Phishing
• Il Sud Africa resta il bersaglio più colpito dalle email di phishing nel mese di giugno con 1 su 111,7 email identificate come attacco di phishing.
• In UK il phishing ha raggiunto 1 mail su 130,2.
• I livelli di phishing in US ammontano a 1 mail su 1,270 e 1 su 207,7 in Canada.
• In Germania i livelli di phishing si sono attestati a 1 su 1,375; 1 su 2,043 in Danimarca e 1 su 543.7 nei Paesi Bassi.
• In Australia, le attività di phishing si sono attestate a 1 mail su 565.2 e 1 su 2,404 ad Hong Kong.
• Per il Giappone 1 mail su 11,179 e 1 su 2,456 per Singapore.
• In Brasile 1 email su 409.8 è stata bloccata come attacco di phishing.
Minacce contenute nelle email
• UK rimane l’area maggiormente colpita da email malevole durante il mese di giugno: una mail su 131.9 è stata bloccata come malevola.
• In US, i livelli di virus provenienti da malware email-born ammontano a 1 su 805.2 e 1 su 297.7 in Canada.
• In Germania le attività dei virus hanno raggiunto quota 1 su 721.0; 1 su 1,310 in Danimarca e in Olanda 1 su 390.3.
• In Australia 1 mail su 374.5 era malevole e 1 su 666.5 ad Hong Kong.
• Per il Giappone 1 su 2,114, mentre a Singapore 1 su 946.7.
• In Sud Africa, 1 su 280.9 mail e 1 mail su 278.9 in Brasile conteneva materiale malevolo.
Trend verticali:
• Il “settore pubblico” rimane il più colpito da attività di phishing nel mese di giugno, con 1 email su 83.7 compromessa da un attacco di phishing. Il livello di phishing per il “settore chimico e farmaceutico” è stato di 1 su 897.3 e di 1 su 798.3 per il “settore servizi IT”; 1 su 663.2 per il “retail”, 1 su 151.4 per il “settore educazione” e 1 su 160.8 per quello “finanziario”.
• In giugno, il “settore pubblico” resta quello più attaccato da malware con 1 su 73.1 email malevole bloccate. Il livello di virus per il “settore chimico e farmaceutico” è stato di 1 su 509.4 e 1 su 513.8 per i “servizi IT”; 1 su 532.8 per il “retail”, 1 su 130.4 per l’“educazione” e 1 su 182.3 per il “settore finanziario”.
Il Symantec Intelligence Report di giugno 2011 fornisce informazioni su tutti i trend e i dati sopra riportati, così come dei trend geografici e verticali più dettagliati.
Al seguente link il report completo.
giovedì 7 aprile 2011
Le minacce aumentano. L'Italia è la patria delle botnet

martedì 25 gennaio 2011
Cybercrime, un mercato che tira

Quanto costano una carta di credito rubata, l'accesso "garantito" a un conto corrente bancario con depositi a 5 cifre e il customer care per l'affitto di botnet spara-spam? Un recente rapporto di PandaLabs restituisce numeri e fatti dell'underground telematico dove si vendono identità finanziarie, PC zombi e carte di credito con la stessa facilità di qualsiasi attività di e-commerce tradizionale. I ricercatori di PandaLabs se ne sono andati in giro per i forum privati e i network riservati del cyber-crimine, raccogliendo informazioni che nel complesso restituiscono l'immagine di una realtà in continuo divenire, oltre che particolarmente florida. La regola aurea del business illegale in rete resta l'anonimato, anche se qualcuno dei cyber-criminali si è montato la testa e fa uso anche di pagine di presentazione su Facebook per meglio mettere in mostra le proprie offerte. E parlando di offerte, i ricercatori spagnoli di PandaLabs sostengono che l'accesso ai dati di una carta di credito rubata si vende a partire da due dollari a carta, l'affitto di una botnet per l'invio di spam costa un minimo di 15 dollari e le carte di credito (o a debito) clonate si vendono con prezzi dai 180 dollari in su. Una carta di credito rubata venduta a prezzo base non include i dettagli sul conto e il denaro ivi depositato, ma spendendo una buona manciata di dollari (80 dollari fino a salire a 700 dollari per i conti più appetitosi) si ha la possibilità di accedere a conti con un bilancio "minimo garantito" di 82mila dollari. Il cyber-crimine è divenuto un business estremamente organizzato e diversificato, dice PandaLabs, e i suoi "operatori" sono in grado di offrire ogni genere di servizi illeciti incluso il riciclaggio di denaro per conto terzi - con commissioni che possono variare dal 10 per cento al 40 per cento della somma da gestire - o la spedizione a domicilio di beni acquistati illegalmente online. Con la crisi economica la domanda e l'offerta delle attività telematiche illecite sono crescite, dice PandaLabs, al pari dell'importanza della "soddisfazione del cliente" come avviene per i business legittimi. "Poiché in questo campo c'è molta competizione - rivela la security enterprise iberica - la regola della domanda e dell'offerta garantisce la concorrenzialità dei prezzi, e gli operatori arrivano persino a offrire sconti in volumi per chi acquista grandi quantità". Esiste persino la possibilità di "assaggiare" il cyber-crimine con programmi di "prova gratuita" di accesso a carte di credito rubate, dice PandaLabs, così come la "garanzia" soddisfatti o rimborsati o il cambio gratuito.
Fonte: Punto Informatico - Autore: Alfonso Maruccia