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venerdì 5 ottobre 2012

Censis: un italiano su due è su Facebook

Calano i lettori, crescono gli utenti internet. Meno della metà degli italiani legge più di un libro l'anno. I giovani sempre più disaffezionati a libri e quotidiani. E' iniziata l'era biomediatica. Adesso è ufficiale, lo ha confermato il Censis con il suo ultimo rapporto sulla comunicazione dal titolo molto emblematico: "I media siamo noi".

Internet, social network, smartphone e tablet sono parte della nostra vita. Appendici tecnologiche della nostra quotidianità.
Diciamo pure addio alle vecchie teorie sulla comunicazione ("Bullet Theory" e compagnia bella), è arrivata l' "era biomediatica". Scordiamoci l'immagine stereotipata di una massa inerme di spettatori a cui i media inoculano concetti e idee, oggi internet, lo strumento "democratico per eccellenza" (e su questo ci sarebbe da discutere) ha aperto una nuova fase del rapporto media-utente. L'individuo diventa un tuttuno con i mezzi, è creatore e fruitore al tempo stesso di tutti i contenuti della rete. Pensiamo alla diffusione degli smartphone, permette ai cittadini di registrare e fotografare ogni fatto che accade e di caricarlo poi sui profili Facebook e Twitter. L'utente insomma diventa contenuto, questa è la grande rivoluzione mediatica nei nostri tempi.
Internet è il grande idolo odierno, lo strumento che permette la "fusione" tra individuo e contenuto, e mentre la sua fama cresce, i "vecchi media" rischiano di perdere parte del loro fascino. In Italia si registra non solo la recessione economica ma anche quella culturale. Un po' azzardato direte voi, eppure il rapporto Censis-Ucis sulla comunicazione "I media siamo noi" dice che più della metà degli italiani legge meno di un libro all'anno, mentre uno su due usa quotidianamente Facebook. Dati alla mano non si può che appurare come lo scenario sia piuttosto agghiacciante. Sul web naviga il 62,1% della popolazione (+ 9% dell’utenza rispetto al 2011) e gli iscritti a Facebook sono in continua crescita passando dal 49% dello scorso anno all’attuale 66,6% degli internauti, ovvero il 41,3% della popolazione. La creazione di Mark Zuckerberg non è l'unica passione nostrana, anche YouTube riscuote successo, il rapporto aggiunge che il portale web nel 2011 raggiungeva il 54,5% di utenti tra le persone con accesso a internet, arriva ora al 61,7%, pari al 38,3% della popolazione complessiva. Intanto l'emorragia di lettori non si arresta e colpisce il mondo dell'editoria in maniera trasversale, nell'ultimo anno i quotidiani hanno registrato un calo di lettori pari al 2,3% (fino a cinque anni fa la percentuale di lettori era del 67%, oggi è scesa al 45.5%), mentre le testate on-line contano circa 2,1% in più di utenti, tutto questo grazie al pullulare di smartphone e tablet.
Non va molto bene nemmeno la free press, che perde l`11,8% di lettori (25,7% di utenza), si registra inoltre un calo per i settimanale che scendono di un punto percentuale (27,5% di utenza). Anche l'editoria libraria è in profondissima crisi, soprattutto tra i giovani sempre più affezionati ai social network e lontani dalla carta stampata. Tra il 2011 e il 2012 i lettori di quotidiani tra i 14 e i 29 anni sono diminuti circa del 2%, quelli di libri sono passati da una percentuale del 68% al 57%. In lenta crescita il mercato degli e-book che avanza dell'uno per cento.
Insomma non siamo certo quello che si può definire un popolo di lettori, e la situazione si aggrava di anno in anno.
L'ultimo rapporto dell'Istat "La Produzione e la lettura di libri in Italia" redatto nel 2010/2011 già delineava orizzonti preoccupanti. I dati sottolineavano infatti che coloro che si definiscono "lettori accantiti" e che leggono circa 12 libri l'anno solo sono il 13%degli italiani. Un punto a favore delle donne che sono lettrici più assidue degli uomini: il 51,6% di loro leggono almeno un libro rispetto al 38,5% dei maschi.

Fonte: Il Giornale - Autore: Luisa De Montis

venerdì 20 novembre 2009

Istat: cresce il consumo di internet



L'annuario statistico rivela che il 44% della popolazione naviga in rete.

Gli italiani usano sempre di più il computer e internet. Lo rileva l’Istat, sottolineando che in particolare l’uso del pc è cresciuto in modo rilevante dal 2007 ad oggi, mentre per internet l’incremento è stato costante. E se diminuisce ma persiste ancora il divario territoriale e quello di genere, con gli uomini che ancora "navigano" più delle donne, spunta il primato delle bambine, quelle tra i 6 e i 10 anni, sui loro coetanei maschietti. Nel 2009, notano i ricercatori, in Italia dichiara di usare il pc il 47,5% della popolazione e il 44,4% usa internet. Un incremento niente male rispetto al 2008 quando usava il pc il 44,9% della popolazione e internet il 40,2%. E aumenta anche, fa notare l’Istat, il numero di persone che usa internet tutti i giorni. L’uso del pc coinvolge soprattutto i giovani e raggiunge il livello massimo tra i 15 ed i 19 anni (86,0%). Dai 20 anni in su comincia a diminuire fino a raggiungere i valori più bassi tra gli anziani (9,9% per la fascia d’età 65-74 anni e il 2,4% tra i 75 anni e più)e un trend analogo vale per l’uso di internet. Rimangono, in linea con gli anni precedenti, le differenze di genere sia nell’uso del pc sia per internet. In particolare, usa il computer il 52,8% degli uomini contro il 42,5% delle donne, mentre usa Internet il 49,8% degli uomini contro il 39,4% delle donne. Va detto però che le differenze di genere sono «contenute o inesistenti» fino a 34 anni e si accentuano a partire dai 35. Fra i 6 ed i 10 anni è diverso: usano il pc il 58,8% delle bimbe contro il 55,2% dei maschi e internet il 32,1% delle bimbe contro il 29,1% dei maschi. E se i maschietti sembrano vincere sulla frequenza, con un 8,5% che usa il pc tutti i giorni contro il 7,6% delle femminucce, queste prevalgono sull’uso quotidiano di internet (3,8% delle bambine contro il 2,9% dei maschi). Permane la differenza territoriale: usa il pc il 51,5% della popolazione residente al Nord e il 48,8% di quelli del Centro e solo il 41,5% al Sud. Usa Internet il 48,3% al Nord, il 46,8% al Centro, mentre nel Mezzogiorno la quota scende al 38,0%. Bolzano vanta la percentuale di utilizzo più alta, sia per l’uso del pc (55,6%) sia per internet (52,8%), la Puglia è fanalino di coda con 38,4% che usa il pc e 34,9% internet. La maggior parte delle differenze territoriali e di genere nell’uso del pc e di internet, rileva l’Istat, si concentrano nella frequenza giornaliera di utilizzo. Se al Nord c’è un 29% della popolazione che usa tutti i giorni il pc e un 23,9% che naviga tutti i giorni su internet, e al centro c’è un 28,4% che usa tutti i giorni il pc e di nuovo 23,9% che usa tutti i giorni internet, la percentuale nel Mezzogiorno scende al 22,9% per l’uso del pc e al 17,8% per internet.