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martedì 15 febbraio 2011

Pedopornografia online e altri reati informatici: 10 arresti e 115 denunce della Polizia Postale


Abbiamo, poi, acquisito 434 denunce per truffe perpetrate tramite il sito commerciale di su Ebay oppure per sostituzione di persona su Facebook, clonazione di carte di credito e acquisti fraudolenti', ha affermato l'ispettore Ivan Bracco
Sono 10 gli arresti e 115 le denunce che la polizia postale e delle comunicazioni di Imperia ha eseguito, nel 2010. E' quanto risulta dall'annuale bilancio, comunicato oggi dall'ispettore Ivan Bracco, dirigente del dipartimento di Imperia. Tra gli arrestati, molti sono quelli accusati di pedopornografia online. 'Abbiamo, poi, acquisito 434 denunce per truffe perpetrate tramite il sito commerciale di su Ebay oppure per sostituzione di persona su Facebook, clonazione di carte di credito e acquisti fraudolenti – ha affermato Bracco -. Abbiamo anche visitato circa 5.600 studenti nelle scuole medie della provincia'. Risultano, inoltre, 200 le attivita' sotto copertura della polizia postale, finalizzate al monitoraggio dei siti; una cinquantina, poi, le analisi informatiche sul materiale sequestrato nel corso delle varie indagini, finalizzato alla ricostruzione dei dati. Un'attivita' questa che e' stata condotta dall'ufficio analisi informatiche situato presso la Procura della Repubblica di Imperia. Da segnalare, in ultimo, il controllo presso gli uffici postali e i servizi antirapina all'uscita delle Poste.
Fonte: Riviera24 - Autore: Fabrizio Tenerelli

mercoledì 7 ottobre 2009

Incassavano vaglia postali a garanzia per la falsa vendita online di automobili, arrestati 3 romeni



I malviventi chiedevano gli estremi del vaglia, tra cui la parola chiave e si recavano alle Poste, in teoria, soltanto per verificare la disponibilita'; in realta' prelevando i soldi e sparendo nel nulla.
Truffa in concorso e detenzione di documenti falsi sono le accuse che hanno portato in carcere due giovani romeni, un uomo e una donna, mentre un terzo e' indagato in stato di liberta' dalla Polizia Postale di Imperia, nel corso di un'indagine che ha permesso di smascherare una singolare truffa, consistente nella falsa vendita online di automobili, a prezzi assai vantaggiosi, per la cui conclusione dell'affare si chiedeva di effettuare un vaglia veloce di alcune migliaia di euro, intestato allo stesso acquirenti o a un personaggio a lui vicino, per verificare le sue disponibilita' economiche. Sono Cosi’ finiti in carcere: Marian Enache, 27 anni e Virginia Lupu, di 22, denunciato, C.B., di 20 anni.A quel punto i malviventi chiedevano gli estremi del vaglia, tra cui la parola chiave e si recavano alle Poste, in teoria, soltanto per verificare la disponibilita'; in realta' prelevando i soldi e sparendo nel nulla I poliziotti, diretti dall'ispettore capo Ivan Bracco, hanno accertato un indebito prelievo di 2.500 euro alle Poste di Imperia, ai primi di ottobre e due tentati prelievi. Uno a San Lorenzo al mare di 2.500 euro e un secondo a Riva, per lo stesso importo. Altri codici sono stati recuperati sui loro telefonini cellulari e in tutto si parla di una decina di potenziali truffati. Il venditore, tuttora ignoto, parlava molto bene l'italiano e i tre romeni, che abitano nel milanese, avevano l'unico compito di riscuotere il denaro alle Poste e si spostavano in Liguria per agire piu' indisturbati. Uno dei truffati aveva appena concluso l'acquisto di una nuova Fiat 500, per la quale gli avevano chiesto di preparare un vaglia veloce, a riprova delle sue disponibilita' economiche e che quindi avrebbe potuto pagare.'Una volta – spiega Bracco – questo genere di truffe avveniva con la richiesta di versamenti internazionali. In seguito, visto che molti avevano percepito l'inganno, le organizzazioni hanno pensato bene di cambiare metodo. I poliziotti sono intervenuti a Riva Ligure, sorprendendo la ragazza, in coda, pronta riscuotere 2.000 euro. Fuori c'erano anche gli altri due romeni, uno dei quali (il denunciato) trovato in possesso di arnesi da scasso.

venerdì 2 ottobre 2009

Allarme "phishing" in provincia: 3 indagati per riciclaggio, spostato denaro per 100.000 euro



I tre riciclavano sul loro conto corrente somme di denaro provento di 'phishing' - attivita' illegale utilizzata per ottenere l'accesso a informazioni personali o riservate riguardanti conti correnti bancari o postali per il successivo furto di denaro.
Tre persone, un imperiese e due emiliani, che riciclavano sul loro conto corrente somme di denaro provento di 'phishing' - attivita' illegale utilizzata per ottenere l'accesso a informazioni personali o riservate riguardanti conti correnti bancari o postali, per il successivo furto di denaro – sono stati denunciati dalla polizia postale di Imperia con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro, all'accesso abusivo a sistema informatico e alla detenzione di codici di accesso. La loro segnalazione all'autorita' giudiziaria arriva al culmine di una vasta attivita' investigativa che mira a smantellare un'organizzazione, con base in diversi Paesi dell'est europeo, che recapita migliaia di mail truffaldine, al giorno, a ignari utenti della rete, con cui chiede – dietro il miraggio di aver vinto un premio o la minaccia di chiudere il conto – di inserire i codici di accesso. Quest'ultimi vengono, poi, utilizzati per indebiti prelievi. Gli '007' della Postale, coordinati dall'ispettore capo Ivan Bracco, hanno accertato movimentazione di denaro per un ammontare di circa 100.000 euro a carico di tre indagati. Sono stati accertati prelievi tra i 3.500 e i 7.000 euro ciascuno, con il caso di una donna, alla quale sono stati sotratti 17.000 dei 18.000 euro che teneva su un conto corrente postale. Secondo quanto ricostruito dalla Polizia Postale, sembra che l'organizzazione provvedesse a ottenere i codici di accesso tramite l'attivita' di 'phishing', inviando mail a raffica anche autogeneranti, dietro le sembianze di istituti di credito e finanziarie, con le quali chiedevano i codici di accesso. Ottenuti questi, l'hacker si sostituiva al proprietario, movimentando il denaro sui conti di collaboratori compiacenti che, una volta ottenuto il pagamento, trattenevano l'8-10 per cento, girando l'altra parte di contante, tramite sistemi di pagamenti internazionali, ai componenti dell'organizzazione. 'Queste tre persone – spiega l'ispettore Bracco – vengono considerate soltanto il terminale di una piu' vasta organizzazione, con ramificazioni nei Paesi ex Urss, che acquisisce i codici e, in un primo tempo, pubblicava offerte di lavoro, chiedendo ai loro candidati di prestare il conto corrente per la pulizia di denaro. Oggi, invece, abbiamo appurato che sono personaggi appartenenti alla criminalita' che, nella maggioranza dei casi, svolgono questo compito'. Bracco lancia un appello: 'Se vi arrivano mail di questo genere, che chiedono di aggiornare i codici o che vi annunciano vincite in denaro, cancellatele subito. Non apritele neppure, perche' se cadete nel tranello e la banca o la Posta scoprono che siete stati voi a consegnare i codici, c'e' il rischio che non vi rimborsino'. In provincia di Imperia sono state presentate 6-7 denunce in due mesi, ma il fenomeno, malgrado la propaganda, sembra essere in costante crescita.