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sabato 25 luglio 2015

Una fiaba educativa per difendersi dal Cyberbullismo


Scritta dall’esperto della sicurezza dei minori in rete, il sanremese Mauro Ozenda con la pedagogista friulana Rosa Rita Formica
 

Un esperto della sicurezza dei minori in rete, il sanremese Mauro Ozenda, ha scritto una fiaba educativa con la pedagogista friulana Rosa Rita Formica. È edita da Edigiò “Un computer dal cuore saggio” e la sua mission è l’uso consapevole dei dispositivi informatici e di internet rivolta a scuola e famiglia.  
Spiegano gli editori: «L’interazione di due mondi diversi, uno tecnologico e l’altro educativo, in cui la fiaba assume un ruolo importante per trasmettere contenuti seri con modalità leggere, semplici e divertite vicine al linguaggio dei più piccoli. Si tratta di un testo utile e veloce da fruire, corredato da un decalogo per Genitori e uno per Bambini, su come utilizzare il web in modo efficace e soprattutto sicuro. Il fine primario della fiaba non è creare allarmismo bensì esaltazione delle potenzialità del Web, trasmissione di concetti importanti quali il codice etico della Rete (Netiquette), indicazione dei principali rischi/pericoli del mondo virtuale quali pedopornografia, cyberbullismo, cyberdipendenza, sexting, protezione dati personali, tutela della privacy e della reputazione online, truffe, gioco d’azzardo». 

Il protagonista è un computer saggio Lobsang, che un giorno perde la memoria per l’ attacco massiccio e improvviso di una banda di terribili virus. I suoi amici Carlotta e gatto Piombino, che con lui condividono il pomeriggio, lo aiuteranno a trovare una soluzione . Un viaggio nel bosco e sulla neve a contatto con la natura accompagnati da una nonna giocosa, li condurrà a scoperte interessanti e alla vera soluzione del problema. Nella fiaba esistono la Tecnologia, le nuove terminologie, ma non vengono dimenticati il rumore, i profumi e i suoni della vita che scorre tra i campi e tra gli alberi. Essi fanno eco, e parlano al cuore, quanto le notizie e dati in tempo reale forniti dal web. La natura stessa diventa protagonista importante e donerà attraverso un personaggio singolare, le chiavi di lettura importanti per risolvere il grosso problema di Lobsang, il computer saggio che perde i dati della sua memoria ma non le emozioni che lo abitano. Nella vita vera si trovano molte risposte emotive e del cuore che fanno proseguire il futuro tecnologico su strade più sagge e vere. L’uomo e ogni relazione umana non possono essere dimenticate e sostituite da un mondo virtuale, seppur fonte di conoscenza. La realtà è ancora avere i piedi a terra e sporcarseli, giocando davvero tra gli amici che sono una preziosa palestra emozionale; è avere tra le mani un libro e sfogliare le sue pagine. L’amicizia, la condivisione tra genitori e figli, l’amore per gli animali, il sostenersi nella fragilità, il dialogo, la ricerca del silenzio, il gioco all’aria aperta, camminare a piedi nudi su un prato erboso, sono poi gli ingredienti che colorano la fiaba e la rendono preziosa.  

La fiaba si rivolge in particolare ai bambini della scuola primaria e dell’infanzia e si propone come rampa di lancio per le nuove generazioni ad un sano, sicuro, legale e consapevole utilizzo di internet e tutto ciò che vi ruota attorno. 
L’Associazione Mani Colorate (www.manicolorate.org) da tempo impegnata su progetti formativi/informativi mirati a tutelare i minori online, vista la valenza educativa della fiaba ha voluto, per volontà del suo Presidente, Marco Canavese, concederne il patrocinio. 

Alcune maestre hanno già ordinato la fiaba per i loro bambini ponendosi l’obiettivo per il prossimo anno scolastico di seguire un progetto educativo mirato all’uso sicuro e consapevole della Rete dedicando del tempo alla lettura critica del testo in classe rendendo gli stessi bambini parte attiva. 

giovedì 20 gennaio 2011

Il cellulare contro la pedofilia


Il cellulare per difendersi dall'aggressore pedofilo e metterlo in galera. L'ho ha fatto una ragazzina appena compiuto 14 anni, che è riuscita a registrare di nascosto col suo telefonino le violenze che quell'uomo, un amico di famiglia che abusava di lei da quando aveva 9 anni. La notizia è stata diffusa dall'Ansa.
La tenacia della ragazzina, che ha deciso cosi' di fornire agli inquirenti prove certe delle terribili violenze subite sulla sua pelle, ha permesso ai magistrati prima di arrestare il pedofilo e poi di condannarlo a 8 anni e 4 mesi di reclusione, con rito abbreviato. La sentenza e' stata emessa dal gup di Milano Luigi Varanelli, a conclusione dell'inchiesta coordinata dal pm Giancarla Serafini. La ragazzina, che vive in un comune alle porte di Milano, all'inizio dello scorso anno aveva visto in tv un servizio della trasmissione 'Le Iene' che riportava il racconto di una bambina vittima di abusi sessuali. Nel servizio la piccola invitava gli altri bambini a denunciare e a non rimanere in silenzio. Spinta da quelle parole, la ragazzina aveva cominciato a parlare della sua drammatica vicenda. Prima con le sue compagne di scuola, durante una gita scolastica lo scorso aprile. A loro aveva descritto ció che aveva visto in televisione, aggiungendo poi che le stesse violenze le stava subendo una sua amica. In realtà stava raccontando la sua storia. Poco dopo si era confidata con un insegnante e poi con i suoi genitori, che le avevano detto subito di non incontrare più quell'uomo di 60 anni, il quale in passato aveva avuto una relazione anche con la madre della piccola. La ragazzina pero' non gli aveva dato retta e prima di presentarsi in Procura con i genitori per sporgere denuncia (il 5 maggio scorso), era andata all'appuntamento (il primo maggio) che l'uomo le aveva dato e aveva filmato le violenze subite ancora una volta. Stavolta pero' rimaneva il volto di lui ripreso nelle immagini come prova inconfutabile. Dopo la denuncia in Procura, il pm aveva disposto una perquisizione a casa dell'uomo. Erano stati trovati una serie di oggetti erotici utilizzati dal pedofilo per violentare la bambina per anni, dal 2006 in poi, oltre ad alcuni bastoni e coltelli con i quali la minacciava di non dire niente. Il 22 giugno scorso, infine, l'uomo era finito in carcere, dove è tuttora detenuto, condannato per violenza sessuale aggravata.La ragazzina, parte civile nel processo, ha raccontato ai magistrati che a darle il coraggio di denunciare non è stato soltanto il servizio de 'Le Iene', ma anche il fatto che l'uomo avesse già messo gli occhi addosso a un'altra bambina.

Fonte: http://viracaoworld.blogspot.com/2011/01/il-cellulare-contro-la-pedofilia.html