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venerdì 7 aprile 2017

Nuove norme cybersecurity, tutto ciò che bisogna sapere


Le nuove linee guida Agid appena uscite in Gazzetta. La Direttiva europea NIS e le prescrizioni del nuovo Regolamento europeo per la protezione dei dati personali. L’ultimo decreto di febbraio 2017. Facciamo il punto sullo stato delle norme in tema di sicurezza informatica.


L’uscita delle “Misure minime di sicurezza ICT per le pubbliche amministrazioni” Agid in Gazzetta Ufficiale, pochi giorni fa, conferma che il tema della cybersecurity è stato promosso all’attenzione generale. E’ entrato nelle agende dei manager e dei board aziendali, degli amministratori pubblici e dello stesso Legislatore.
Il rischio cui la società potrebbe andare soggetta è anzi, paradossalmente, quello di sovraesposizione a questi temi: dopo decenni nei quali la questione sicurezza era relegata ai soli tavoli degli addetti ai lavori, infatti, oggigiorno il discorso sulle minacce cyber ha pieno diritto di cittadinanza in ambiti ed eventi nei quali fino a poco tempo fa era impensabile trattare argomenti che, erroneamente, venivano considerati come meramente tecnici. Sappiamo invece che la minaccia cyber è trasversale, e che dunque ogni serio approccio per la prevenzione e la difesa non può che essere che multidisciplinare nella sua struttura, collaborativo nella sua attuazione, e collocato al più alto livello di governance nella sua organizzazione.
Da qui discende la convinzione che vi sia l’oramai imprescindibile necessità dotarsi di una serie di regole e di strutture condivise che disegnino la macchina complessiva della protezione e della reazione alle crescenti minacce cyber per i sistemi nazionali e sovranazionali in un’ottica di partecipazione duale: da un lato ognuno deve fare e garantire la propria sicurezza interna, e dall’altro tutti devono collaborare per mettere a fattor comune risorse, informazioni, capacità ed esperienze.
Ecco quindi perché, in modo apparentemente improvviso ed un lasso di tempo piuttosto ristretto, stanno convergendo diverse iniziative sia nazionali che internazionali finalizzate ad innalzare i livelli di sicurezza e cooperazione in vari settori critici per il regolare funzionamento della società civile, quali la pubblica amministrazione ed i fornitori di servizi essenziali e/o digitali. Il combinato disposto di tali iniziative, le quali purtroppo ma non solo per caso giungono a maturazione quasi contemporaneamente, sarà certamente impattante sul breve periodo per i settori coinvolti, i quali dovranno adottare misure tecniche ed organizzative di protezione talvolta anche non banali; ma sul medio e lungo periodo assicurerà una migliore e più e efficace risposta globale una volta che tutti i tasselli saranno stati correttamente disposti in esercizio.
La più estesa di tali iniziative, in senso non solo temporale e di profondità ma anche meramente geografico, è l’oramai nota Direttiva (UE) 2016/1148 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 6 luglio 2016, recante misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell’Unione, più brevemente conosciuta come “Direttiva NIS”. Si tratta di una normativa estesa a tutti gli Stati membri dell’UE, ciascuno dei quali dovrà recepirla con una propria legislazione nazionale avendo peraltro tempo fino a maggio 2018 per adottare tutte le misure in essa contenute. Fra le più importanti previsioni della norma comune vi sono: il miglioramento delle capacità di cyber security dei singoli Stati dell’Unione mediante adozione di specifiche misure di sicurezza a carico dei settori interessati; l’aumento del livello di cooperazione tra gli Stati dell’Unione; l’obbligo per gli operatori di servizi essenziali e dei fornitori di servizi digitali di adottare un approccio basato sulla gestione dei rischi, nonché di riportare ad un’apposita autorità (ed in ultima analisi all’Agenzia europea ENISA) tutti gli incidenti di una certa entità. Ciascuno Stato membro dovrà anche designare un’apposita autorità che funga da punto di contatto per gli scambi internazionali, dotarsi di una strategia cyber e costituire uno o più CERT/CSIRT; l’Unione dovrà invece costituire un gruppo di cooperazione al quale parteciperanno tutti gli Stati membri, la Commissione e l’ENISA. Da notare che, mentre alcune altre Nazioni sono praticamente già in regola, lo stato di attuazione della Direttiva nel nostro Paese è alle sue prime fasi: deve infatti ancora essere emanata dal Governo la relativa legge di recepimento che dettaglierà le specifiche azioni da intraprendere.
A livello esclusivamente interno, invece, l’Italia si è già data da fare. Col recente decreto legislativo del 17 febbraio 2017, infatti, il nostro Paese ha riorganizzato la sua architettura di sicurezza per la protezione dello spazio cibernetico nazionale, che era stata stabilita nell’oramai “lontano” 2013, rendendola più snella ed efficace e soprattutto concentrandone la responsabilità di governo all’interno del Dipartimento per le Informazioni e la Sicurezza (DIS). A valle dell’entrata in vigore di tale decreto, che peraltro al momento attuale non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, sono attese ulteriori misure di adattamento della capacità difensiva e reattiva nazionale le quali necessitano di una legge per essere emanate: molto probabilmente il Governo le inserirà come pacchetto di misure aggiuntive all’interno della legge di recepimento della Direttiva NIS, cogliendo per così dire l’occasione per proporre un corpus unico di provvedimenti correlati. Tra di essi è prevista almeno la fusione in un’unica struttura degli attuali due CERT che presidiano lo spazio cibernetico nazionale di attinenza non militare, ossia il CERT Nazionale istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico e il CERT della Pubblica Amministrazione istituito presso l’Agenzia per l’Italia digitale.
Sempre a livello interno occorre invece citare la recentissima uscita in Gazzetta Ufficiale  (Serie Generale n. 79 del 4 aprile 2017) della Circolare AgID 17 marzo 2017, n. 1/2017, recante le attese “Misure minime di sicurezza ICT per le pubbliche amministrazioni”. Emesse dall’Agenzia per l’Italia Digitale nei suoi poteri di dettare “indirizzi, regole tecniche e linee  guida  in  materia  di sicurezza informatica”, anche in ottemperanza alla direttiva del 1° agosto 2015 del Presidente  del  Consiglio dei ministri che impone  l’adozione di  standard minimi di prevenzione e reazione ad eventi cibernetici, le Misure minime erano già state anticipate sui siti Web di AgID e del CERT-PA nel settembre 2016, dopo essere state approvate in seguito ad una lunga consultazione con le Pubbliche Amministrazioni ed il Nucleo di Sicurezza Cibernetica. Ora tuttavia, con la pubblicazione in Gazzetta, la loro adozione diviene formalmente obbligatoria per tutte le Pubbliche Amministrazioni, che hanno tempo fino al 31 dicembre per adottarne le prescrizioni. Da notare che le misure prevedono tre livelli di attuazione: quello minimo rappresenta la linea di base alla quale ogni amministrazione, indipendentemente dalla sua natura e dimensione, deve necessariamente essere conforme; quello intermedio o standard rappresenta la situazione di riferimento per la maggior parte della amministrazioni; quello superiore rappresenta un optimum che dovrebbe essere adottato da tutte le amministrazioni maggiormente esposte a rischi (ad esempio per la criticità delle informazioni trattate o dei servizi erogati) ma anche visto come obiettivo di miglioramento da parte di tutte le altre amministrazioni.
Meno rilevante dal punto di vista degli aspetti strettamente legati alla cybersecurity, ma non per questo meno impattante sulle aziende e le organizzazioni, è infine il nuovo Regolamento europeo per la protezione dei dati personali, in breve GDPR. Su di esso sono già stati spesi fiumi di inchiostro perché è il primo caso di norma comune europea sulla privacy. Come è noto, trattandosi di un regolamento e non di una direttiva, esso non richiede una legge nazionale per essere recepito, ed è quindi già in vigore in tutta l’UE sin dal momento della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione. Sono tuttavia previsti due anni di tempo per consentire a tutti gli Stati membri di adottarne le prescrizioni, termini che scadranno (anche loro!) a maggio del 2018. Per quanto riguarda il nostro Paese, occorre considerare che l’Italia già possiede una normativa nazionale particolarmente stringente e concettualmente assai vicina all’impianto del GDPR, quindi la transizione alle nuove disposizioni non dovrebbe essere troppo onerosa per tutte le organizzazioni “virtuose” che già gestiscono la privacy a regola d’arte. È atteso comunque un pronunciamento ufficiale del Garante che faccia luce su quei (pochi) casi di ambiguità o conflitto tra le due norme, e dia indicazioni chiare in merito alle corrette modalità attuative. Tra le cose da sottolineare, in quanto misura di introduzione completamente nuova, va menzionato l’obbligo, a carico di chi chiunque gestisca dati personali altrui, di notificare alle competenti autorità ogni violazione degli stessi.

venerdì 15 aprile 2011

Sarkozy annuncia un G8 sulla governance di Internet


Il presidente francese convoca i responsabili dei più grandi gruppi mondiali per il 24 e 25 maggio a Parigi. Nell'agenda, il diritto d'autore e il finanziamento del settore culturale, la protezione della privacy, il cloud computing, la sicurezza della rete

I suoi rapporti con Internet non sono stati sempre facili. Eppure Nicolas Sarkozy ha deciso di consacrare un G8 speciale a Internet, per discutere di molti dei temi che riguardano la Rete e cheormai occupano l'agenda politica dei governi. Il vertice si terrà il 24 e 25 maggio a Parigi. Sono stati invitati i responsabili più grandi gruppi mondiali. Tra gli ospiti, ci saranno Eric Schmidt (Google), Jimmy Wales (Wikipedia), Jack Ma (Alibaba), Bill Gates, Jeff Bezos (Amazon), Mark Zuckerberg (Facebook). Parteciperanno ovviamente anche i rappresentati delle società francesi, come Xavier Niel (Iliad Free),Jacques-Antoine Granjon (Vente-privée), Marc Simoncini (Meetic). Sarkozy, che quest'anno ha la presidenza di turno del G8 e del G20, vuole discutere temi come il diritto d'autore e il finanziamento del settore culturale, la protezione della privacy, il cloud computing, la sicurezza del web. Il leader francese aveva annunciato l'idea di un G8 dedicato a Internet nel dicembre scorso, poco dopo la diffusione dei cablogrammi di Wikileaks. Il presidente francese è stato spesso oggetto di dure critiche nel mondo del web, soprattutto dopo l'approvazione della legge Hadopi, che sanziona il download illegale di musica e film. L'Eliseo ha una squadra che si occupa soltanto di nuove tecnologie e due mesi fa, Sarkozy aveva invitato a pranzo con alcuni blogger per spiegare che Internet non può continuare a essere una terra di nessuno e ha bisogno di una nuova "governance mondiale". Proprio in questi giorni il ministro Eric Besson è andato a illustrare gli obiettivi del vertice di Parigi nella Silicon Valley, con visite alle sedi di Twitter, Facebook, Google et Intel. Besson, titolare dell'Industria, s'incontrerà anche con Aneesh Chopra, il consigliere di Barack Obama per le nuove tecnologie. Qualsiasi siano le intenzioni, il summit di Parigi voluto dal presidente francese rischia di sollevare nuove ironie e critiche dal popolo della Rete.

giovedì 31 marzo 2011

10 DIRITTI E PRINCIPI DI INTERNET


Questo documento definisce dieci diritti e principi fondamentali che devono costituire la base della governance di Internet. I principi sono proposti da una rete aperta di persone e di organizzazioni che lavorano per la difesa dei diritti umani nell’ambiente Internet: la Dynamic Coalition su I Diritti e Principi di Internet. I principi sono radicati nelle norme internazionali sui diritti umani e derivano dalla Carta dei Diritti umani e dei Principi per Internet elaborata dalla coalizione. Internet offre opportunità senza precedenti per la realizzazione dei diritti umani, e svolge un ruolo sempre più importante nelle nostre vite quotidiane. E’ quindi essenziale che tutti gli attori, pubblici e privati, rispettino e proteggano i diritti umani su Internet. Devono anche essere prese decisioni per garantire che Internet funzioni e si evolva in modi che soddisfino il più possibile i diritti umani. Per contribuire a realizzare questa visione di un ambiente Internet basato sui diritti, i 10 Diritti e Principi sono:

1) Universalità e uguaglianza

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, che devono essere rispettati e protetti nella rete Internet.

2) Diritti e Giustizia Sociale

Internet è uno spazio per la promozione, la protezione, il rispetto dei diritti umani e la promozione della giustizia sociale. Ognuno ha il dovere di rispettare i diritti umani di tutti gli altri nella rete Internet.

3) Accessibilità

Tutti hanno pari diritto di accesso e di utilizzo di un Internet sicuro e aperto.

4) Espressione e di associazione

Ogni individuo ha il diritto di cercare, ricevere e comunicare informazioni liberamente su Internet senza censure o altre interferenze. Ognuno ha anche il diritto di libera associazione attraverso Internet, per motivi e fini sociali, politici, culturali o altri.

5) Privacy e protezione dei dati

Ogni individuo ha diritto alla privacy online. Questo include la libertà dalla sorveglianza, il diritto di utilizzare la crittografia, e il diritto di anonimato in Internet. Ogni individuo ha diritto alla protezione dei dati, incluso il controllo sulla raccolta di dati personali, la loro conservazione e trasformazione, la cessione e la divulgazione.

6) Vita, libertà e sicurezza

Il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza devono essere rispettati, protetti e realizzati su Internet. Questi diritti non devono essere violati o utilizzati per violare altri diritti nella rete digitale.

7) Diversità

La diversità culturale e linguistica su Internet deve essere promossa, l’innovazione tecnica e politica dovrebbero essere incoraggiate a facilitare la pluralità di espressione.

8) Uguaglianza

Ciascuno deve avere un accesso universale e aperto ai contenuti di Internet, liberi da priorità discriminatorie, filtraggi o controlli del traffico per ragioni commerciali, politiche o altre ragioni. 9) Norme e regolamento

L'architettura di Internet, i sistemi di comunicazione e i formati dei documenti e dei dati si basano su standard aperti per garantire la completa interoperabilità, l'inclusione e le pari opportunità per tutti.

10) Governance

I diritti umani e la giustizia sociale devono costituire il quadro giuridico e normativo fondamentale su cui Internet funziona ed è governato. Questo deve avvenire in modo trasparente e multilaterale, basato su principi di apertura, di partecipazione inclusiva e di responsabilità.