La nuova divisione dell'Interpol sarà attiva 24 ore su 24 e avrà compito di vigilare su reati digitali e molto di più
Si chiama Noboru Nakatani ed è l’ex direttore del Dipartimento anticrimine organizzato transnazionale della polizia giapponese. L’Interpol lo ha scelto per guidare la creazione del nucleo più avanzato di lotta ai reati del ventunesimo secolo, il Global Complex for Innovation (Igci). Il nome in codice del centro è Cyberpol e avrà il compito di fornire supporto tecnico e coordinare lo scambio di informazioni tra i 190 paesi membri. Nella sede di Singapore, troveranno posto anche laboratori di ricerca e sviluppo, addestramento e analisi dati.
"L’apertura dei casi, e la conduzione delle indagini, spetta sempre ai corpi di polizia nazionale",sottolinea Nakatani, che di Cyberpol è il direttore esecutivo . "Purtroppo l’Interpol non è quella dei film: non abbiamo jet, rifugi segreti, armi e nemmeno gadget alla James Bond". Ci sono, però, tanti Dottor Q: specialisti altamente qualificati in prestito da Kaspersky Lab. "Tecnici e analisti verranno mandati a Singapore per curare la formazione degli agenti operativi e per aiutare nell’analisi e nell’interpretazione dei dati", spiega Eugene Kaspersky, Ceo e co-fondatore dell’azienda, che già anni fa aveva lanciato l’idea di una Interpol di internet.
Il team avrà il compito di condividere con l’Interpol informazioni e competenze e di guidare la ricerca a caccia di nuove minacce . "La polizia deve adattarsi ai nuovi strumenti, usando le stesse armi dei criminali per le sue indagini. Parliamo di mobile, ma anche di email, di social media", continua Nakatani. A differenza dei crimini digitali, che si compiono completamente in rete, il cybercrime non si limita al web. In pratica è qualsiasi tipo di illecito con una componente online. Possono essere singoli eventi come phishing e hacking, furto d’identità, furto e manipolazione di dati e frodi bancarie o comportamenti prolungati, come cyberstalking, molestie, estorsione e ricatto, spionaggio e manipolazione dei mercati finanziari.
L’obiettivo di Cyberpol è formare un gruppo di 140 persone entro il 2016. I primi sono già al lavoro nelle due sedi provvisorie di Lione e Singapore, ma Cyberpol sarà operativo solo tra un anno, a settembre 2014. Intanto, si lavora a costruire una rete tra le unità investigative. A fine mese a L’Aja si è tenuta la prima Cybercrime conference da replicare ogni anno in collaborazione con l’Europol tra Olanda e Singapore.
Come si fa per diventare cyberpoliziotti? Inizialmente una decina saranno assunti direttamente dall’Interpol, mentre tutti gli altri saranno agenti di polizie nazionali distaccati presso l’Igci, insieme ai tecnici di Kaspersky, di Trend Micro e di Nec .
Si chiama Noboru Nakatani ed è l’ex direttore del Dipartimento anticrimine organizzato transnazionale della polizia giapponese. L’Interpol lo ha scelto per guidare la creazione del nucleo più avanzato di lotta ai reati del ventunesimo secolo, il Global Complex for Innovation (Igci). Il nome in codice del centro è Cyberpol e avrà il compito di fornire supporto tecnico e coordinare lo scambio di informazioni tra i 190 paesi membri. Nella sede di Singapore, troveranno posto anche laboratori di ricerca e sviluppo, addestramento e analisi dati.
"L’apertura dei casi, e la conduzione delle indagini, spetta sempre ai corpi di polizia nazionale",sottolinea Nakatani, che di Cyberpol è il direttore esecutivo . "Purtroppo l’Interpol non è quella dei film: non abbiamo jet, rifugi segreti, armi e nemmeno gadget alla James Bond". Ci sono, però, tanti Dottor Q: specialisti altamente qualificati in prestito da Kaspersky Lab. "Tecnici e analisti verranno mandati a Singapore per curare la formazione degli agenti operativi e per aiutare nell’analisi e nell’interpretazione dei dati", spiega Eugene Kaspersky, Ceo e co-fondatore dell’azienda, che già anni fa aveva lanciato l’idea di una Interpol di internet.
Il team avrà il compito di condividere con l’Interpol informazioni e competenze e di guidare la ricerca a caccia di nuove minacce . "La polizia deve adattarsi ai nuovi strumenti, usando le stesse armi dei criminali per le sue indagini. Parliamo di mobile, ma anche di email, di social media", continua Nakatani. A differenza dei crimini digitali, che si compiono completamente in rete, il cybercrime non si limita al web. In pratica è qualsiasi tipo di illecito con una componente online. Possono essere singoli eventi come phishing e hacking, furto d’identità, furto e manipolazione di dati e frodi bancarie o comportamenti prolungati, come cyberstalking, molestie, estorsione e ricatto, spionaggio e manipolazione dei mercati finanziari.
L’obiettivo di Cyberpol è formare un gruppo di 140 persone entro il 2016. I primi sono già al lavoro nelle due sedi provvisorie di Lione e Singapore, ma Cyberpol sarà operativo solo tra un anno, a settembre 2014. Intanto, si lavora a costruire una rete tra le unità investigative. A fine mese a L’Aja si è tenuta la prima Cybercrime conference da replicare ogni anno in collaborazione con l’Europol tra Olanda e Singapore.
Come si fa per diventare cyberpoliziotti? Inizialmente una decina saranno assunti direttamente dall’Interpol, mentre tutti gli altri saranno agenti di polizie nazionali distaccati presso l’Igci, insieme ai tecnici di Kaspersky, di Trend Micro e di Nec .
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