Internet è uno "strumento indispensabile" per i diritti umani: un
report delle Nazioni Unite pubblicato venerdi esplora l'impatto delle
connessioni online sullo sviluppo economico, sociale e civile. A partire
dalle analisi di alcune questioni aperte: la gestione della privacy per
gli utenti, gli attacchi informatici, la proprietà intellettuale, la
chiusura improvvisa dei collegamenti in alcuni Stati, fino a poco tempo
fa ritenuta impossibile. Il documento dell'Onu afferma che internet è diventato un mezzo chiave per l'esercizio del «diritto alla libertà di opinione e di espressione».
Per esempio, con blog e social network dove i cittadini scrivono e
discutono. Ma ricorda che le restrizioni per gli utenti possono
assumente molte forme. Alcune sono esplicite, come la censura di un sito
web o il filtraggio del traffico. Altre, invece, riguardano la privacy e
la protezione dei dati personali. Inoltre lo studio delle Nazioni Unite sottolinea che assicurare
l'accesso universale al web «dovrebbe essere una priorità per tutti gli
Stati». E richiama gli eventi della "primavera araba" in Nord Africa e
Medio Oriente. Secondo la società di analisi informatica Renesys, al momento in Siria non sono accessibili i due terzi dei network che permettono di comunicare online, per esempio attraverso social network come Facebook:
da mesi sono in corso le proteste dei cittadini. In precedenza hanno
staccato la spina alla navigazione online altre tre nazioni durante le
manifestazioni di piazza: Egitto, Libia e Bahrein. Alcuni Stati hanno
già dichiarato internet un diritto fondamentale, per esempio Estonia,
Francia, Costa Rica. E due anni fa la Finlandia ha assicurato con una
legge una connessione in banda larga da un megabit sull'intero
territorio nazionale.
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