Quello che ha sempre contraddistinto Skype, uno dei software di messaggistica istantanea e VoIP più famosi e convenienti, è l’elevato livello di sicurezza dei suoi algoritmi per tutelare le comunicazioni. Finora non era stato possibile sviluppare applicazioni che potessero interagire liberamente con il software (a fine giugno è stato avviato il progetto SkypeKit, ma in fase beta) né tantomeno riuscire a scavalcare il muro di codici dietro cui si proteggeva. Ma ora sembra qualcuno ci sia riuscito. Si tratta di Sean O’Neill che, sul blog EnRUPT.com, ha annunciato di aver decodificato l’algoritmo RC4. Sul sito, che attualmente non è raggiungibile, O’Neill ha postato anche link per il download, a scopo educativo, di una libreria in linguaggio C, da utilizzare per la compilazione di software “third party”. La complessa operazione portata avanti da O’Neill nei confronti di Skype, infatti, non si presenta tanto come l’attacco da parte di un hacker ma, come lui stesso avrebbe suggerito, come la possibilità di aumentare il livello di sicurezza dello stesso Skype. O’Neill ha fatto sapere che potrà concordare il prezzo della licenza con chiunque volesse utilizzare i risultati del suo lavoro per scopi commerciali. Ma il colosso del VoIP cosa ne pensa? Le reazioni sono state immediate e, ovviamente, negative. Il team di Skype ha replicato dicendo che, prima di tutto, Sean O’Neill sarebbe lo pseudonimo di Yaroslav Charnovsky e, in secondo luogo, la sua decodifica non farebbe altro che favorire l’ingresso degli spammer e riducendo drasticamente, così, il livello di impenetrabilità del software.
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