Oggi vorrei porre l'accento su un fenomeno tutto italiano, quello dell'INCERTEZZA DELLA PENA. Le innumerevoli leggi italiane, ormai è risaputo e i fatti lo dimostrano, che coloro che sono davvero tutelati non sono le VITTIME, bensì i COLPEVOLI. Dicevo i numeri parlano chiaro. Sono convinto che fra le migliaia di potenziali pedofili oggi esistenti in Italia, individuati grazie ad indagini scrupolose della Polizia Postale Italiana (una delle migliori al mondo) con il supporto di associazioni di volontariato presenti sul territorio, una percentuale minima oggi sconta la pena o segue percorsi di cura per evitare di commettere nuovamente quello che è il peggior reato si possa commettere oggi nei confronti di un minore. E questo soprattutto al sistema legislativo messo in piedi nel corso degli anni che consente di trovare sempre una scappatoia per farla franca.
Detto questo, quello che conta oggi è una politica di educazione alla prevenzione, fare in modo che i bambini già dall'infanzia vengano messi in guardia trasferendo loro quella giusta dose di buon senso che manca sia per inesperienza sia per informazioni che nessuno gli ha passato. Educare significa, da parte di genitori ed educatori in genere, imparare a capire quello che la tecnologia oggi consente di fare e fare in modo che da bambini non accedano a contenuti inadatti (pornografia, violenza etc) che porterebbe ad un assuefazione dalla quale difficile poi tornare indietro. Si abbasserebbe una soglia di sensibilità tale per cui diventerebbe normale mandare un immagine del proprio corpo a sconosciuti piuttosto che pubblicare il video di sesso esplicito per fare un dispetto alla ragazza dalla quale si è lasciati. Ho letto con attenzione un libro di un autore a me caro, vicino ai problemi dei minori, il dott. Daniele Damele. Vorrei riportare alcuni dei suggerimenti che ritengo a tutt'oggi validi (estratto libro Genitori, figli, media e non solo per un uso corretto degli strumenti di comunicazione") per arginari derivanti da un uso scorretto delle nuove tecnologie:"Ho elaborato 5 proposte sulle quali ho ritenuto opportuno dover richiedere l'intervento da parte dei gestori di telefonia fermo restando il controllo da parte dei genitori i quali BENE FAREBBERO ad interessarsi pienamente di quali strumenti di comunicazione sono in mano ai loro figli e soprattutto quali contenuti utilizzano. Ecco i punti elaborati:
1-> I servizi garantiti dai videofonini permettono l'invio di filmati "fatti in casa" o "artigianalmente" che possono avere contenuto hard o addirittura pedopornografico. La realizzazione e/o l'invio di tali filmati può coinvoltere utilizzatori minorenni (magari con la promessa di garantire loro, da parte di persone senza scrupolo alcuno, ricariche per ottenere tali filmati). E' un problema aperto, probabilmente di difficile soluzione tecnica, ma che abbisogna di verifiche e approffondimenti. 3 Italia ha eliminato, a seguito dell'intervento del Ministero delle Comunicazioni, il servizio "manda un filmato e ti ricarichi". Gli altri tre gestori lo avevano previsto;
2-> Va richiesto ai gestori che all'atto della sottoscrizione del contratto si ottenga, se l'utente è maggiorenne e se lo richiede, un CODICE PIN per disabilitare la protezione fissa, prevista automaticamente a tutela dei minorenni, su tutti i servizi a sovrapprezzo a contenuto sensibile (che oltre alla pornografia devono riguardare anche altre voci, come ad es. la violenza). Non garantisce, invece, il sistema opposto che prevede l'attivazione del PIN da parte del cliente che deve così richiedere egli la disabilitazione ai citati servizi che, altrimenti, sono costantemente disponibili per tutti;
3-> Va richiesto di attuare ogni analisi tecnica possibile riferita all'individuazione di un sistema di verifica dell'età dell'utilizzatore del videofonino come pure di prevedere l'attivazione obbligatoria di un efficace filtro che blocchi siti nocivi per la navigazione on line (inerenti pedofilia, pornografia, inviti al suicidio, istigazione all'uso di stupefacenti e/o sostanze dopanti, all'odio e alla violenza, razzismo, gioco d'azzardo, satanismo, turpiloquio);
4-> Occorre rivedere il Codice di condotta per l'offerta servizi a sovrapprezzo e la tutela dei Minori (al Ministero delle Comunicazioni si è giustamente pensato nel corso del 2007 ad un codice unico di autoregolamentazione per TV, internet, telefonia e videogiochi) al quale i gestori fanno riferimento anche per chi offre servizi per il loro tramite, chiedendo, quindi, anche a questi ulitmi il rispetto di un nuovo codice maggiormente efficace nella parte della tutela dei ragazzi;
5-> In attesa del codice unico per i ragazzi occorre attivare al più presto il Comitato permanente previsto dall'art. 26 del Regolamento recante la disciplina dei servizi a sovrapprezzo di cui al decreto 145 del 2.3.06 per un efficace controllo.
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