Ragazzina nuda su internet Processo a undici minorenni
La giovane si era scattata la foto e l’aveva inviata a due suoi amici
SULMONA Undici minorenni rinviati a giudizio per detenzione e
diffusione di immagini pedopornografiche. Sette ragazze e quattro
ragazzi. Tutti tra i 14 e i 17 anni. Questa è stata la decisione presa
dalla Procura dei Minori dell’Aquila che, il 30 agosto scorso, ha
concluso le indagini preliminari circa la diffusione di una foto che
ritraeva una ragazzina di 14 anni nuda, in bagno. Un’immagine
sconvolgente che era stata divulgata dopo che la quattordicenne si era
scattata da sola delle foto per poi inviarle a quello che sembra essere
il suo ex ragazzo. Poi, però, la foto è finita su Facebook e inviata via
Whatsapp. Una sorta di gioco pornografico, durato circa un anno e che
ha coinvolto decine di ragazzini della Conca Peligna. Un’immagine che ha
suscitato un vero e proprio «scandalo», visto lo scambio continuo tra i
telefonini dei minorenni della foto che ritraeva la giovane nuda. Nella
vicenda, è coinvolto anche un 25enne che, al momento, non risulta
indagato. La storia ha avuto inizio nel gennaio scorso. La ragazza, oggi
quindicenne, si era scattata delle foto da sola e, subito dopo, le
aveva inviate tramite cellulare a due sole persone, considerate da lei
degli amici. Un 17enne ed un 25enne. Ma quella foto, aveva scatenato, in
uno dei due, almeno da quello che si vocifera, una voglia sfrenata di
avere un rapporto sessuale con lei. Una vicenda che aveva lusingato la
minore che si era sentita «voluta» a tutti i costi da alcuni ragazzi più
grandi di lei. Forse, la ragazza, aveva pensato che quell’immagine
sarebbe rimasta segreta ma ha dovuto scoprire che invece così non è
stato. La foto, infatti, ha fatto il giro dei cellulari dei compagni di
scuola, che in pochi minuti l’avevano condivisa tramite messaggini e su
Facebook, addirittura, era stato aperto un profilo con uno pseudonimo,
quello di Giorgina, da parte di una sua amica, allora sedicenne che,
pubblicò la foto di lei nuda con una maschera sul volto. La ragazzina,
durante l’interrogatorio davanti ai carabinieri di Sulmona qualche
settimana dopo l’accaduto, si è giustificata dicendo «non pensavo che
una foto inviata a due persone, che ritenevo amici, potesse scatenare
tutto questo disastro». Un gioco, forse così lo avevano inteso i tanti
amici di scuola che ha portato, 11 ragazzini, ad essere sotto inchiesta
da parte della magistratura. I minori, quasi tutti di Sulmona, con due
ragazze di Pratola Peligna e Bugnara e un giovane di Pettorano Sul Gizio
sono stati accusati di divulgazione di materiale pedopornografico.
Alcuni ragazzini, iscritti nel registro degli indagati avrebbero detto
«Non sapevamo assolutamente che quello che stavamo facendo tramite
Whatsapp fosse un reato, altrimenti non ci saremmo mai permessi.
Volevamo giocare, nulla di più. Invece abbiamo scatenato delle reazioni
che mai ci saremmo aspettati». Al momento i giovani, hanno due settimane
di tempo per giustificare il loro gesto, attraverso le memorie
difensive presentate dai rispettivi legali, così come previsto dal
codice di Procedura Penale.
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