Su Twitter qualche settimana fa è iniziato a girare l’allarme: in
giro ci sarebbe un Qr code infetto. In Rete ne hanno parlato TechCrunch,
eConsultancy, Mashable, SuperMoneyNews, ma anche quotidiani come Repubblica. Cosa c’è di vero?
Vediamo le premesse: qualche tempo fa Karpersky Lab (produttore di
software antivirus) ha riportato l’attacco di un trojan in
un’applicazione che sfruttava una falla di Android. Il Trojan inviava
SMS ad un numero premium Russo a colpi di alcuni dollari per messaggio.
Il link per scaricare la app era “nascosto” in un Qr code. Scrivo “nascosto”
perché come uomini non riusciamo a leggere il contenuto del codice se
non tramite uno smartphone. Prontamente Google ha rimosso app dallo
store. Il trojan poteva funzionare solo in Russia, in Italia ad esempio
gli operatori hanno un controllo pressoché totale di queste numerazioni,
non permettendo a chiunque di poterle utilizzare per truffe simili. Ma i
dubbi sono rimasti. Per questo un po’ di chiarezza è doverosa.
C’è un virus nei Qr code?
I Qr code non possono contenere alcun virus. Un virus è un pezzo di
codice nascosto che gira sullo smartphone (ad esempio in una app). Lo
sottolineo: il Qr code in sé non può contenere alcun virus e, anche se
fosse possibile, sarebbe di dimensioni spropositate tali da impedirne la
lettura. In Qr code potrebbe al limite contenere un collegamento
esterno, in maniera non tanto diversa da quello che si potrebbe trovare
in comune messaggio di posta elettronica o su una pagina web. Nella
peggiore delle ipotesi il Qr code una volta letto potrebbe portare a
suggerire il download di un’applicazione che potrebbe essere appunto un
Malware e pertanto la scelta di scaricare lo stesso ricade sul senso
critico dell’utente nel compiere quella determinata azione valutando
l’origine del Qr code, in maniera analoga a quanto farebbe leggendo una
email o visitando un sito web. Il problema è nello scaricare
l’applicazione, non nel Qr code stesso.
Quali sono i rischi possono insorgere dall’uso dei Qr code?
I rischi sono gli stessi che navigare su internet e installare
applicazioni senza verificarne la provenienza. Viene sempre chiesta una
vostra autorizzazione, siete voi ad avere il controllo. Basta prestare
un poco di attenzione a quello che si fa, e nel dubbio documentarsi
sulla provenienza dell’applicazione.
Nella percentuale di vulnerabilità, c’è differenza tra mondo Android e mondo iOs?
Il virus non esiste su iPhone: Apple verifica una per una le
applicazioni del suo store con un occhio particolare alla sicurezza. Non
è quindi possibile scaricare una app contenente un virus che ad esempio
invia SMS senza il nostro consenso. In questo senso l’imbattersi in
tali problematiche disponendo di un iPhone è quasi impossibile, proprio
in virtù del fatto che vi è un controllo “umano” a monte di tutto il
processo di rilascio delle app.
Per Android il discorso è differente: Google non controlla tutte le apps
prima di pubblicarle sullo store. Ma quando si installa una app
l’utente viene sempre avvisato da una serie di “permission warnings”
che permettono di capire che tipo di attività vogliamo autorizzare (uso
del telefono, SMS, Reboot e via dicendo) scaricando le responsabilità
sull’utente finale.
Quindi il virus non è nel Qr code, ma al massimo nella app. Come difendersi?
Possiamo difenderci molto bene semplicemente prestando attenzione a non
accettare download e installer dagli sconosciuti: se sto leggendo un qr
code che dovrebbe portarmi ad una videoricetta, e mi compare la
richiesta di installare un applicazione che chiede il controllo degli
SMS o delle chiamate, mi devo insospettire e fermare. Esistono comunque
in circolazione antivirus per dispositivi Android per proteggere anche
gli utenti più ignari. Detto questo, leggere i Qr code è assolutamente
sicuro.
Fonte: Thebitzloft.com - Autore: Pierluigi Cremonesi
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