Secondo il nuovo Report commissionato da
AVG il problema risiede nel “wetware”, vale a dire nel rapporto tra
l’essere umano e le tecnologie. Per il futuro scenari inquietanti. A
rischio la generazione Y.
Commissionato dalla società di sicurezza Internet AVG Technologies, un nuovo Report rivela
che il fenomeno globale del crimine informatico è in aumento,
diventando sempre più complesso. Ciò è dovuto dal comportamento
sorprendentemente compiacente dei giovani utenti che, così facendo,
mettono a repentaglio la propria sicurezza. AVG ipotizza 5 scenari
legati al cybercrime.
Il “wetware” è il vero colpevole
Realizzato dall’agenzia di ricerca The
Future Laboratory, il Report rivela che, mentre i criminali informatici e
il malware diventano più sofisticati e difficili da scovare, gli utenti
sono, in modo allarmante, sempre meno attenti a proteggere i loro
dispositivi online. La combinazione di questi due fattori costituisce
uno scenario potenzialmente pericoloso. Nell’indagine si riscontra anche
che il fenomeno definito “wetware”, ovvero l’interazione tra il
cervello umano e il software, è l'anello debole della catena. In realtà,
il rischio crescente non deriva solo dalla tecnologia (software o
hardware) ma sempre più dalle azioni umane (wetware). Un terzo degli
europei intervistati da AVG e Future Poll, divisione di The Future
Laboratory, dichiara di non aggiornare la propria protezione antivirus.
Proprio per questo, cyber criminal si concentrano sempre più su come
raggirare gli utenti piuttosto che i computer, inducendoli a scaricare
malware come se fossero software attendibili. Questo consente loro di
superare i normali controlli di sicurezza rendendo il “wetware” il vero
punto debole del sistema.
I punti salienti del Report
- La criminalità informatica risulta
essere in aumento così come gli strumenti e le tattiche tipicamente
utilizzate dagli hacker, ora in mano a bande criminali per monitorare
macchine e reti attraverso frodi bancarie e furti d’identità.
- Gli smartphone non sono più di
semplici telefoni ma veri e propri mini Pc che i consumatori devono
proteggere dal crimine informatico come dei normali computer. Per
esempio, solo il 4% degli utenti internet e mobile francesi è attento ai
virus che possono danneggiare gli smartphone. Infatti, il denaro può
essere sottratto attraverso SMS fraudolenti inviati al consumatore
inconsapevole.
- Gli utenti sono coscienti della
necessità di protezioni antivirus, ma quasi un intervistato su dieci non
riesce a mantenere aggiornata la soluzione. E’ allarmante che proprio
il gruppo di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che dovrebbe avere più
coscienza dei pericoli digitali, non sia sensibile alla problematica.
- L’integrazione crescente di internet
in sistemi fisici accresce in maniera esponenziale la vulnerabilità
degli utenti nei confronti dei cyber-attack. Infatti, stiamo assistendo
ad uno sviluppando sempre maggiore di ciò che è definito “Internet delle
Cose”, ovvero sempre più oggetti funzionano tramite una connessione
internet, che apre le porte agli hacker per creare nuovi virus.
Ipotizzati 5 possibili scenari
• Car-hacking – gli hacker potrebbe
assumere il controllo della chiave elettronica, degli strumenti di bordo
e persino dei freni di un’auto
• Jailhouse Rocked – i detenuti potrebbero tentare l’evasione usando solo una penna USB.
• Health Scare – i sabotatori potrebbero minacciare anche le tecnologie legate al benessere e alla salute
• Sniffer & blackouts – i ladri
potrebbero monitorare i flussi di informazioni nei sistemi d’allarme
domestici per riprogrammare le funzioni da remoto
• Grid-Jacking - Truffatori e terroristi allo stesso modo potrebbero sfruttare la rete elettrica comune definita Smart Grid.
A rischio la generazione Y
Da quanto è emerso nel rapporto, gli
utenti della generazione Y, quelli che sono cresciuti con la
consapevolezza delle minacce digitali, sono anche i più temerari e
scelgono di non utilizzare soluzioni antivirus. Per esempio, quasi la
metà degli utenti inglesi nella fascia di età 18-35 anni non aggiorna il
proprio software antivirus. Con questo tipo di comportamento gli
utenti, che acquisteranno maggiore ricchezza e responsabilità con l’età,
potranno portare a un grave sviluppo della criminalità informatica che
potrà colpire non solo utenti privati ma anche aziende e pubbliche
amministrazioni.
JR Smith, CEO di AVG
Technologies, sottolinea: "il potenziale impatto del cyber-crimine non
deve essere sottovalutato. Dopo la crisi finanziaria del 2008, l'OCSE ha
cominciato a riesaminare i potenziali “global-shock”. Accanto alle
classiche problematiche come la crisi finanziaria, le pandemie e i
disordini sociali sono stati inclusi per la prima volta anche i rischi
informatici. Il governo britannico ha stanziato, solo quest'anno, ben 63
milioni di sterline per combattere la criminalità informatica".
L'autore del Report, il Dr. Antonia Ward di
Future Laboratory, ha aggiunto: "E’ chiaro che i criminali informatici
stanno diventando sempre più sofisticati, non solo nella loro
programmazione, ma anche nei loro metodi. Il fatto che stanno passando
dallo sfruttare le debolezze nel software ad attaccare il “wetware'” è
un segnale molto forte e richiede una pronta risposta, puntando a
migliorare la consapevolezza nelle persone di questa grave situazione in
modo che non siano così facilmente ingannabili. " Conclude Smith "E’
sempre più evidente che ogni individuo senza protezione rende tutti più
vulnerabili, quindi è vitale che una società globale trovi il modo per
affrontare questa tendenza e garantisca una protezione totale. Vogliamo
salvaguardare la vita digitale delle persone, o come ci piace dire:
fornire tranquillità al mondo online".
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