Ventimiglia - Fingeva di avere 16 anni (dicendo di essere nato il  16 giugno 1994). Deve rispondere di estorsione, sostituzione di persona  ed anche detenzione di materiale pedopornografico, che gli e’ stato  ritrovato nel pc.
Un 30enne macellaio, che fingeva di avere 16 anni (dicendo di essere nato il 16 giugno 1994), che aveva adescato su Facebook due ragazzine e che da almeno una delle quali si era fatto spedire un video dai contenuti un po’ piccanti, per la non pubblicazione del quale aveva preteso del denaro, e’ stato denunciato in un’operazione congiunta del commissariato di Ventimiglia con la polizia postale. Il giovane aveva utilizzato un account con dati di fantasia, in modo da non rivelare la sua reale identita'. Deve rispondere di estorsione, sostituzione di persona ed anche detenzione di materiale pedopornografico, quest'ultimo gli e’ stato ritrovato nel pc. Da una delle due ragazzine si era fatto consegnare 50 euro al bar, dentro una busta, con la promessa che non avrebbe pubblicato il filmato.
Un 30enne macellaio, che fingeva di avere 16 anni (dicendo di essere nato il 16 giugno 1994), che aveva adescato su Facebook due ragazzine e che da almeno una delle quali si era fatto spedire un video dai contenuti un po’ piccanti, per la non pubblicazione del quale aveva preteso del denaro, e’ stato denunciato in un’operazione congiunta del commissariato di Ventimiglia con la polizia postale. Il giovane aveva utilizzato un account con dati di fantasia, in modo da non rivelare la sua reale identita'. Deve rispondere di estorsione, sostituzione di persona ed anche detenzione di materiale pedopornografico, quest'ultimo gli e’ stato ritrovato nel pc. Da una delle due ragazzine si era fatto consegnare 50 euro al bar, dentro una busta, con la promessa che non avrebbe pubblicato il filmato.
 I PARTICOLARI DELLA VICENDA:   E' un macellaio di 30 anni, che  si era finto sedicenne in cerca di amicizie, l'uomo denunciato in  un'operazione congiunta del commissariato di Ventimiglia, con la polizia  postale di Imperia, perche' accusato di adescare le ragazzine tramite  il social network Facebook e, in un caso, di essersi fatto spedire un  video compromettente da una di loro  pretendendo 50 euro per la non  pubblicazione.  Lui, sotto il falso nome di Davide B. (nato il 18 giugno 1994) e con una  altrettanto finta fotografia di presentazione del profilo aveva  iniziato ad adescare le sue potenziali vittime, tutte minorenni. La  vicenda e' trapelata nelle scuole Primarie, durante una delle tante  lezioni sulla legalita' della polizia. Sono stati proprio alcuni alunni a  rivolgersi agli agenti e a raccontare quella che era ancora una voce  che circolava. Si è dunque creato un clima di collaborazione tra gli agenti e i  ragazzi, che ha spinto qualche alunno a confidare delle voci su presunti  filmati di contenuto pedopornografico scambiati in rete con  protagoniste involontarie delle ragazzine della citta'. I poliziotti del  commissariato e della Postale hanno cosi' iniziato una serie di  controlli incrociati ed accertamenti, anche utilizzando i contatti che  Davide B. aveva su Facebook: 227 per l' esattezza, la maggior parte  ragazze. L'uomo, denunciato per estorsione e sostituzione di persona, adescava le  ragazzine grazie al falso profilo. Quindi, convinceva quest'ultime a  spedire filmati con contenuto compromettente. Una volta in possesso di  questi video iniziavano i ricatti. Gli investigatori sono riusciti a  risalire a una ragazza di 15 anni, iscritta alle scuole medie cittadine  che aveva subito il ricatto (sempre via chat), dopo aver inviato un  filmato in cui appariva seminuda. Dall'interrogatorio dell'adolescente, e' emerso che Davide le aveva  proposto di distruggere quel filmato, in cambio di 50 euro, che gli ha  fatto in busta chiusa, tramite un barista del centro, che al momento  risulta estraneo alla vicenda, ma e' stato ascoltato come testimone. Ai poliziotti ha detto di aver consegnato quella busta, ma senza  conoscere il contenuto. Messo alle strette, Davide B. ha ammesso di aver  creato il falso profilo su Facebook e di aver chiesto 50 euro per il  proprio silenzio. Nella circostanza ha anche ammesso di aver ricattato  un'altra ragazzina che gli aveva inviato delle foto. Ma la vicenda  potrebbe allargarsi e gli inquirenti invitano chiunque abbia subito  analoghi trattamenti a farsi avanti e sporgere denuncia.
Fonte: Riviera 24 - Autore: Fabrizio Tenerelli e Marco Risi
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