Violazione della privacy via web, violazione violenta, che svela quello che non si vorrebbe svelato, spingendo a gesti estremi. E’ quello che è successo negli Stati Uniti, dove un bacio gay registrato di nascosto e diffuso on-line, ha spinto un ragazzo timido e schivo ad uccidersi. Si snoda infatti tutta sul web, in particolare sui social network, il dramma di Tyler Clementi, un diciottenne, matricola alla Rutgers University del New Jersey, che la settimana scorsa siè ucciso lanciandosi da un ponte. A spingerlo a farla finita, l’azione di due suoi coetanei, Dharun Ravi, un ragazzo di origini indiane, e Molli Wei, una ragazza asiatica, che tre giorni prima la sua morte lo avevano ripreso di nascosto mentre pomiciava in camera sua con un altro ragazzo. Poi la tecnologia ha completato l’opera. Queste immagini sono state ‘postate’ su Ichat, un programma di chat della Apple, e l’identità sessuale di Tyler è diventata di dominio pubblico. Costretto a una sorta di ‘coming out’ contro la propria volontà, Tyler non ha resistito. Così, dopo poco tempo la vergogna lo ha sopraffatto. E questo biondino con gli occhiali, colto e sensibile, promettente violinista all’orchestra sinfonica dell’Università, ha messo fine alla sua giovane vita gettandosi dal George Washington Bridge, nelle acque del fiume Hudson. La sua storia ha colpito molto gli Stati Uniti, dove l’enorme diffusione dei social network e i suoi possibili effetti perversi, soprattutto tra i ragazzi, da tempo sono sotto la lente degli studiosi. Il New York Times, dedica alla vicenda la prima pagina, con un pezzo dal titolo ”Momenti privati, resi pubblici. Poi il salto fatale”. Il tabloid New York Post titola a tutta pagina ”Il bacio della morte”. E anche la Cnn sta cercando di capire com’è potuto accadere e come evitare che drammi di questo tipo si possano ripetere. Tutto è iniziato con un ‘cinguettio’ su twitter del 19 settembre da parte di Dharun Ravi, il compagno di stanza di Tyler: ”Il mio collega mi ha chiesto la camera libera sino a mezzanotte. Ho preso la webcam nella stanza di Molli e l’ho visto mentre baciava un altro ragazzo”. Gli inquirenti hanno poi scoperto che quell’annuncio era stato preceduto dalla trasmissione in streaming di quello che doveva rimanere un momento privato. Ma la smania di spiattellare tutto sulla piazza telematica è stata più forte del buon senso. Prima dell’avvento della rete, il pettegolezzo si basava sulle voci, sulla calunnia. Ha sempre provocato gravi danni, anche tragedie. Ma oggi è diverso: la tecnologia ha premesso il salto di qualità. Ormai non siamo più alla chiacchiericcio generico. Oggi, il malevolo di turno è in grado di produrre prove inconfutabili del suo gossip. Così è’ successo in questa università americana e così può accadere ovunque. Gli inquirenti hanno verificato che Tyler era molto schivo. Dopo la sua morte gli agenti hanno raccolto i suoi compagni di corso e quando hanno chiesto chi lo conoscesse bene, si sono alzate le mani di sole tre persone sulle cinquanta presenti in sala. Nonostante il web lo abbia spinto alla disperazione e alla vergogna, Tyler Clementi ha voluto lasciare il suo ultimo messaggio sulla sua pagina di Facebook. Nel suo ultimo post delle 20.42 del 22 settembre, Tyler annunciava la sua decisione scrivendo laconico: ”Salto dal ponte George Washington, scusatemi”. Poi il ritrovamento del suo portafoglio ha confermato che alle parole ha fatto seguire i fatti. Ora i due ragazzi rischiano cinque anni di prigione. Per un’ironia della sorte, pochi giorni prima che si consumasse questa tragedia, l’università di Tyler aveva avviato ‘Progetto Civiltà’, un programma per sensibilizzare i ragazzi sull’importanza del rispetto reciproco nei rapporti quotidiani.
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