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giovedì 10 giugno 2010

Navigare sicuri: i consigli per gli adolescenti e i genitori



  • Internet, per la sua ricchezza e varietà, esercita indubbiamente una forte attrazione sui ragazzi. Navigando tra un link e l’altro si tende tuttavia a perdere la cognizione del tempo. In questo modo si rischia di sottrarre, sempre di più, tempo prezioso ad altre attività come lo studio, le amicizie o lo sport. Così come in un passato non tanto remoto abbiamo capito che era importante limitare la fruizione giornaliera della televisione, così oggi è bene stabilire per i nostri figli, i limiti di una ragionevole dedizione ad Internet. La navigazione prolungata può determinare una dipendenza psicologica degli adolescenti da Internet. Svogliatezza nello studio e sempre minore interesse nel campo dello sport, delle amicizie e del gioco “reale” sono i primi segni e, visto che, un intervento rapido su questo meccanismo può scongiurare effetti davvero spiacevoli, è molto importante che il genitore impari a riconoscere i segnali d’allarme.


Eccone alcuni tra i più facili da individuare:
La stanchezza eccessiva e i cambiamenti repentini nelle abitudini del sonno rappresentano spesso il primo segnale di un eccessivo numero di ore passato al computer.
Diminuzione dell’interesse per i giochi e le attività abituali, cioè l’abbandono delle abitudini e dei passatempi a cui si è sempre dedicato del tempo, a favore di Internet che si trasforma da svago in una necessità improrogabile (ossessione) che rende insignificante qualunque altra realtà. Isolamento dagli amici e distanza delle relazioni autentiche a favore di amici “virtuali”.
Aggressività, quando i genitori cominciano a fare domande sull’uso di Internet. Di solito accade per difendersi, per timore di eventuali proibizioni, per il senso di colpa dovuto alla loro stessa mancanza di sincerità. Profitto scolastico e utilizzo della logica improvvisamente in calo. Tra gli strumenti utili per limitare l’accesso indiscriminato alla rete e le possibili conseguenze negative della navigazione il primo e fondamentale è sicuramente l’educazione all’uso. Questa è anche la soluzione più impegnativa per un genitore, ma certo la più efficace e insostituibile. Consiste nell’insegnare ai figli l’utilizzo consapevole del mezzo e la condivisione in famiglia di alcune regole chiare. Una specie di codice d’onore a cui attenersi. Come l’identità, anche le storie e i sentimenti possono essere alterati, in modo più o meno verosimile. E’ per questo che i genitori devono essere attenti soprattutto quando i figli raggiungono la difficile età dell’adolescenza. Un mondo artificiale infatti, come può essere quello delle chat, in un momento di grande curiosità e cambiamento, può determinare molti danni a livello psicologico, relazionale, familiare e scolastico.Come nel mondo “reale” ci sono bulli, che usano violenze fisiche o psicologiche nei parchi o a scuola nei confronti dei compagni turbando la serenità di un gruppo, così esistono persone che, avvantaggiate anche dall’anonimato, usano il web per esercitare la loro prepotenza. Ciò premesso, è bene che i genitori rendano edotti i propri figli sui rischi del contatto con questi soggetti insegnandogli ad ignorare le provocazioni e a rifiutare ogni tipo di rapporto. Nel caso di molestie gravi e/o continuative (cyberstalking) occorrerà avvisare tempestivamente gli amministratori del sito e la Polizia Postale.Il cyber-pedofilo è un individuo altamente pericoloso, perché ancor più di quanto già avvenga nel mondo “visibile” riesce, in Rete, a mascherare abilmente la propria identità. Inizialmente il soggetto si prodiga ad adescare la vittima e a stabilire un rapporto basato sulla fiducia e sull’amicizia, fingendo, il più delle volte, di avere la stessa età del minore a cui si rivolge. Il contatto avviene per lo più in chat e, inizialmente con discorsi generici e inoffensivi, che tendono però ad appurare se il minore sia solo o non controllato da persone adulte.In seguito il pedofilo introduce gradualmente argomenti sessuali, per testare la disponibilità del soggetto arrivando anche ad inviare materiale pedopornografico, per incoraggiare l’argomento e quasi a dimostrazione del fatto che tutto ciò è “normale”, sano e condiviso da molti. A questo punto se la vittima avrà mantenuto il contatto, il cyber pedofilo diventerà più assiduo e invadente, aprendo discorsi più intimi atti a stimolare la curiosità sessuale del minore e incalzandolo ad agire, prima solo in rete e poi cercando di avvicinarsi sempre di più, attraverso e-mail e/o sms fino all’estremo tentativo di coinvolgerlo in un incontro non più virtuale ma reale. E’ fondamentale che i genitori parlino di tutto ciò con i propri figli, così come è sempre stato per quello che definiamo “Il mondo reale”. Come in quel caso la frase “non accettare mai caramelle da un estraneo” sintetizza l’educazione alla difesa nei confronti di malintenzionati in cui si può incappare ogni giorno, nel caso della rete, i ragazzi devono essere educati al riconoscimento di possibili “brutti incontri”, in modo da poter richiedere l’immediato e collaborativo intervento dei genitori, che potranno bloccare ogni prevaricazione sul proprio figlio e rivolgersi subito agli organi competenti di vigilanza (Polizia Postale).

Fonte: Protezione Account via Telecom Italia

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