Il ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta ha inviato a tutte le amministrazioni pubbliche una nuova direttiva volta ad indicare, ai dirigenti responsabili, i metodi da applicare per il rispetto di alcune norme relative all'utilizzo di Internet e della casella di posta elettronica istituzionale sul luogo di lavoro, da parte dei dipendenti.
Dopo una breve premessa sulla difficoltà di un controllo sui contenuti più o meno inerenti l'attività lavorativa e sul costo di tale eventuale attività di monitoraggio, sul diritto alla riservatezza della corrispondenza e sul giusto bilanciamento dei controlli, la direttiva fissa il primo principio cardine relativo proprio alle attività d'ispezione che, si legge, sono da ritenersi escluse nella forma prolungata, costante e indiscriminata. I lavoratori devono inoltre essere preventivamente informati dell'esistenza di dispositivi di controllo atti a raccogliere i dati personali. Da parte sua, il dipendente pubblico non deve compromettere la sicurezza e la riservatezza del sistema informativo affidatogli attraverso un uso improprio. L'utilizzo delle risorse ICT non deve pregiudicare in alcun modo le attività dell'Amministrazione e nemmeno essere destinato al perseguimento di interessi privati in contrasto con quelli pubblici. Per quanto possibile, il lavoratore avrà anche l'obbligo di impedire ad altri un indebito utilizzo della propria apparecchiatura informatica. La direttiva rimanda quindi alle linee guida del Garante della protezione dei dati personali ribadendo in primis il divieto per l'Amministrazione di installare strumenti per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori. I mezzi e l'ampiezza delle ispezioni dovranno inoltre essere proporzionati allo scopo. Nell'ultima parte c'è un'eccezione al divieto di svolgere, tramite Internet, attività che non rientrino tra i compiti istituzionali e cioè, si concede alle varie Amministrazioni la libertà di regolamentare tutte quelle pratiche volte all'assolvimento di incombenze amministrative e burocratiche senza allontanarsi dal luogo di lavoro (pagamento di bollette, utenze o rapporti con ache e assicurazioni). Si tratta si di una eccezione, ma che favorisce, oltre la dematerializzazione dei processi produttivi, anche la riduzione degli oneri logistici e di personale per l'amministrazione che eroga il servizio.
Dopo una breve premessa sulla difficoltà di un controllo sui contenuti più o meno inerenti l'attività lavorativa e sul costo di tale eventuale attività di monitoraggio, sul diritto alla riservatezza della corrispondenza e sul giusto bilanciamento dei controlli, la direttiva fissa il primo principio cardine relativo proprio alle attività d'ispezione che, si legge, sono da ritenersi escluse nella forma prolungata, costante e indiscriminata. I lavoratori devono inoltre essere preventivamente informati dell'esistenza di dispositivi di controllo atti a raccogliere i dati personali. Da parte sua, il dipendente pubblico non deve compromettere la sicurezza e la riservatezza del sistema informativo affidatogli attraverso un uso improprio. L'utilizzo delle risorse ICT non deve pregiudicare in alcun modo le attività dell'Amministrazione e nemmeno essere destinato al perseguimento di interessi privati in contrasto con quelli pubblici. Per quanto possibile, il lavoratore avrà anche l'obbligo di impedire ad altri un indebito utilizzo della propria apparecchiatura informatica. La direttiva rimanda quindi alle linee guida del Garante della protezione dei dati personali ribadendo in primis il divieto per l'Amministrazione di installare strumenti per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori. I mezzi e l'ampiezza delle ispezioni dovranno inoltre essere proporzionati allo scopo. Nell'ultima parte c'è un'eccezione al divieto di svolgere, tramite Internet, attività che non rientrino tra i compiti istituzionali e cioè, si concede alle varie Amministrazioni la libertà di regolamentare tutte quelle pratiche volte all'assolvimento di incombenze amministrative e burocratiche senza allontanarsi dal luogo di lavoro (pagamento di bollette, utenze o rapporti con ache e assicurazioni). Si tratta si di una eccezione, ma che favorisce, oltre la dematerializzazione dei processi produttivi, anche la riduzione degli oneri logistici e di personale per l'amministrazione che eroga il servizio.
Fonte: Pubblicaamministrazione.net - Autore: Lorenzo Gennari
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