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martedì 5 maggio 2009

Pornografia, il 24% dei bambini romani la scopre usando il pc di papà e mamma

Chattare o “taggare” foto (attribuzione di una o più parole chiave, dette tag, che individuano l'argomento di cui si sta trattando, a documenti o, più in generale, file su internet) è sempre più facile, ormai il web lo sa usare pure un bambino. E adesso a preoccupare gli esperti è proprio il rischio che alcuni di loro finiscano in un'altra rete, quella della pedopornografia e altre insidie per i minori, come segnalano i dati diffusi oggi nella Capitale dal Centro Elis, secondo cui il 24% degli alunni di elementari e medie romane ha detto agli insegnanti di aver visto materiale pornografico sul computer di casa. Il dato, emerso dalla campagna per la diffusione dell'informazione sui sistemi di tutela della navigazione dei minorenni condotta dal Centro Elis in 50 scuole romane, ha confermato la necessità di far fronte ai rischi di internet, che rappresenta il passatempo preferito dal 49% dei giovani dai 14 ai 18 anni, secondo i dati Censis. Tra le preoccupazioni, in prima fila c'è il dilagare della pedopornografia. Riguardo al fenomeno, dal '98 a oggi la polizia postale e delle comunicazioni ha effettuato 238 arresti, 4.465 denunce e 3.978 perquisizioni. Sono stati inoltre chiusi 177 siti pedofili in Italia. Dal febbraio 2008, anche attraverso il supporto del Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia, 444 siti pedofili sono stati inseriti in una 'black list'. Un altro rimedio efficace, per il presidente del Centro Elis Michele Crudele, è quello di aiutare i bambini a «sviluppare gli anticorpi», perchè «tenerli lontani da internet è controproducente», visto che «appena entrano in contatto con la rete rischiano di più». «In nessuna scuola - ha aggiunto Crudele - si insegna a utilizzare i sistemi di collaborazione e condivisione su internet come la Wikipedia e Facebook, nonostante siano i più utilizzati dagli adolescenti». «Bisogna stanare il rischio dell'anonimato - ha aggiunto, riferendosi ai siti di “social networking”, la deputata del Pd Paola Binetti durante la presentazione dei dati - laddove »alcune persone assumono l'immagine virtuale di se stessi, come Dottor Jeckyll e Mr Hyde».Una prevenzione invocata partendo dalle scuole, dove oggi solo il 64% degli istituti romani, tra quelli esaminati, permette la navigazione settimanale su internet, di un'ora circa, e solo nel 4% dei casi è installato un sistema di protezione della navigazione, mentre nel restante 96% il compito di controllare la navigazione è affidato al docente. Ma la rete è una fonte inesauribile di rischi per i minori, che si nascondono anche dietro i sistemi di condivisione dei file, dove - come ha specificato il sostituto commissario Marco Valerio Cervellini, responsabile dei progetti per la navigazione sicura di minorenni nella rete - sempre più frequentemente vengono nascosti file pedopornografici dietro titoli apparentemente innocui di cartoni animati, che possono essere ingenuamente scaricati da chiunque».Oltre ai siti che istigano a bulimia e anoressia, pericoli per i quali non esistono ancora strumenti legislativi di contrasto, esistono anche siti dove si acquista droga online, proveniente spesso dall'Olanda, che poi viene spedita in plichi anonimi. La sfida è annunciata: riuscire a far sì che la nuova generazione del web, di fronte al Dr Jeckill di turno, riesca a riconoscere e stanare Mr Hyde.

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