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lunedì 2 aprile 2012

Adesca minori via internet, pedofilo in manette a Teramo


Avrebbe adescato via internet decine di bambine tra gli 11 e i 14 anni in varie citta' d'Italia. Agenti della sezione della Polizia Postale di Teramo e del Compartimento di Pescara hanno arrestato un teramano di 33 anni.

La tecnica usata dall'uomo era quella del "grooming" spiegano dalla polizia postale, coordinata da Pasquale Sorgona'. L'uomo le costringeva a riprendersi in foto e video ose' tramite webcam. I dettagli verranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terra' alle 10.30 negli uffici del Compartimento. Le ragazzine venivano adescate tramite Messenger, una diffusissima chat on line, e una volta stretto un rapporto di confidenza l'uomo, fingendosi 15enne, si faceva inviare foto e filmati ose', minacciando le sue giovanissime vittime. Nel giro di due anni, tra il 2009 e il 2010, ha "raccolto" circa 800 foto di una cinquantina di ragazzine tra gli 11 e i 17 anni che vivono in varie parti d'Italia. Ieri la polizia postale lo ha arrestato e rinchiuso nel carcere di "Castrogno", a Teramo, con le accuse di produzione di materiale pedopornografico, detenzione di materiale pedopornografico ed estorsione. A disporre l'arresto e' stato il gip del Tribunale dell'Aquila Marco Billi su richiesta del sostituto procuratore David Mancini.

LE INDAGINI

Le indagini della Polizia postale hanno preso il via, spiega Pasquale Sorgona', dirigente della Polizia postale, dalla denuncia presentata dalla mamma di una bambina che vive in Piemonte, rimasta vittima del 33enne. A seguito di questa denuncia, l'anno scorso, e' stato sequestrato all'uomo il primo computer che e' stato consegnato alla Polizia postale per effettuare gli accertamenti del caso e si e' capito che "non si trattava di un caso sporadico ma sistematico". L'uomo, che aveva diversi profili, cioe' era presente con diverse identita' su Messenger, stringeva amicizia con le sue vittime on line, creando un rapporto di fiducia e confidenza, per poi cominciare a chiedere alle sue amiche virtuali non solo foto nude ma anche di mastrubarsi davanti alla webcam. Lui, dal canto suo, diceva di avere la telecamera rotta, per non farsi vedere, e inviava foto di alcuni giovanissimi come se fossero le sue. Per convincere le piccole amiche le ricattava, dicendo di essere un hacker e di essere pronto ad "entrare" nei computer delle giovanissime per carpire le foto e inviare virus. Questa tecnica, detta di 'grooming', arriva in genere fino ad una richiesta di incontro ma il 33enne non avrebbe mai visto le sue vittime di persona. Fino ad oggi la Polizia postale ne ha identificate 35, che sono state sentite alla presenza di genitori e psicologi e all'epoca dei fatti avevano tra gli 11 e i 17 anni. Solo alcune hanno sporto denuncia, mentre altre hanno negato tutto. Le giovani vivono in varie regioni: Veneto, Piemonte, Lombardia, Toscana, Emilia, Campania e Sicilia e in Abruzzo l'area interessata e' quella dell'Aquila, dove e' stato registrato un caso. Le indagini non sono terminate: complessivamente i computer sequestrati sono tre, oltre a un hard disk, ancora da esaminare. La polizia postale invita a segnalare eventuali altri casi, se qualche ragazzina e' stata contattata da uno di questi nickname: Valeriux2010, Severe_winter, Lasabbiabrucia, Readyforsummer, Fruttoesotico. Al momento dell'arresto il 33enne, che viveva solo, ha infilato in un tritacarte un foglio con i suoi profili virtuali e le password, ma e' servito a poco.

POLPOST, C'E' SCARSA SENSIBILITA'

Per la Polizia postale c'e' "scarsa sensibilita'" al problema della pedopornografia on line e lo dimostra il fatto che "i bambini vengono spesso lasciati soli davanti al computer come se fosse solo una consolle per videogiochi" senza tenere conto degli effetti che l'utilizzo di internet puo' avere sulla vita reale. A dirlo e' stato questa mattina Pasquale Sorgona', dirigente della Polizia postale, commentando l'operazione che ha portato all'arresto di un 33enne della provincia di Teramo che adescava minorenni tramite Messenger e si faceva inviare foto e filmati ose' dietro minaccia. "Noi teniamo degli incontri nelle scuole per informare e sensibilizzare i giovani - ha aggiunto Sorgona' - ma forse sarebbe piu' opportuno sensibilizzare gli adulti, su questi temi". Il caso del 33enne arrestato - ha aggiunto Gianluca De Donato vice dirigente della polpost - dimostra che "l'orco entra in casa, attraverso internet, sotto mentite spoglie. I genitori delle vittime non immaginavano neanche lontanamente che potesse essere accaduto qualcosa del genere alle proprie figlie quindi e' bene prestare attenzione e controllare" cosa accade quando i bambini sono davanti al computer.

Fonte: abruzzo24ore.tv

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