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lunedì 21 novembre 2011

Internet, dal Della Rovere il manuale di “difesa”

Non perderti nel bosco”. Non è la raccomandazione della nonna a Capuccetto Rosso, ma il titolo della ricerca e del manuale dedicato al web e ai suoi rischi, delle ragazze della 4° E dell’istituto Della Rovere di Savona. Vincitrici, ieri, a Genova, del premio assegnato dalla Sip (la società di pediatria italiana) nell’ambito della giornata appunto dedicata agli stati generali della pediatria italiana e, in particolare, al rapporto bambini-adolescenti con il web. Come una squadra di calcio: undici studentesse in rete. Con la loro “prof” Silvia Vivalda. Le ricercatrici della 4°E premiate ieri a Genova sono Valentina Travisi, Alessia Scaramelli, Giulia Giovinazzo, Laura Grasso, Ivana Damonte, Martina Falco, Giulia Rinaldi, Laura Greco, Xhessica Guxha, Xhemile Leskaj e Roberta Capozzi. Un lavoro di ricerca considerato scientificamente attendibile da parte dei “tecnici” (la professoressa Teresa De Toni del Gaslini, l’avvocato Anna Panfili del Forum delle associazioni familiari liguri e Anna Cossetta, professoressa alla Facoltà di scienza delle formazione), in rapporto alla campionatura di giovani studenti (500) scelta nella realtà delle medie superiori cittadine e ai quesiti scelti e posti dai ragazzi.Cosa emerge da questa indagine? «La volontà dei ragazzi di essere protagonisti e la soddisfazione, dopo una giornata come quella di ieri, di essere stati finalmente riconosciuti come cittadini» osserva Silvia Vivalda, docente di lettere al Della Rovere e della classe “campione”. I dati sono indicativi. «Il computer - hanno spiegato ieri tre delle autrici, Ivana Damonte, Laura Grasso e Giulia Giovinazzo - è entrato nelle nostre case ormai come un elettrodomestico insostituibile, al pari della tv o del frigorifero. E per questo il tema della sicurezza e del “come” si utilizza e non ci si fa “usare” è fondamentale». on è quindi un caso che il 55% dei 500 intervistati sia favorevole all’esistenza di un limite di età per la navigazione in rete. «Perché - aggiungono alla 4° E - l’età media dell’approccio alla navigazione in internet, all’uso dei social network è ormai stabilizzato tra i 12 e 13 anni per le femmine e 14 anni per i maschi». Realtà virtuali ?«Nulla, o quasi, di tutto questo - sottolinea Roberto Surlinelli direttore tecnico della Polizia Postale - Perchè quasi tutto quello che accade in rete ha ricadute materiali e sulle persone. Dagli episodi di bullismo trasposti on line ai fenomeni dell’adescamento pedopornografico o sessuale». Un dato conferma la giustezza della ricerca del Della Rovere. A Genova, elemento illustrato da Surlinelli, in un incontro con gli studenti era emerso che una ragazzina di seconda media aveva ben 2500 “amici” su Facebook. Il controllo delle famiglie? Ondivago e non sempre all’altezza. Con poca o non adeguata confidenza genitori figli sul tema. Se da un lato emerge che il 96% dei ragazzi/e “non organizzerebbe mai un incontro con una persona conosciuta sul web” e il 95% nega di avere mai messo foto equivoche sul web o che “mai rilascerebbe il proprio numero telefonico a un “amico” sconosciuto di internet”, dall’altro ci sono elementi contrastanti. Oltre un terzo degli intervistati (37%) non conosce bene il tema della privacy: infatti non si cura della diffusione dei propri dati e non ritiene che un eventuale “futuro datore di lavoro possa controllare attraverso la rete chi sei”. Che internet, la rete, siano un arcipelago di interessi, ma anche di rischi (cyber-bullismo,pornografia, stalking) lo confermano i motivi (isolamento, poche amicizie reali e interessi) per i quali molti si “impallano” davanti a Pc con, alla lunga, patologie da dipendenza.
Lo confermano i pediatri: iniziano ad emergere tra soggetti di dieci, dodici anni, accentuandosi negli anni successivi. Perché gli studenti savonesi dai 12 ai 18 anni navigano su internet? Il 49% per svago, il 48% per la scuola (con utilizzi corretti o “degenerati” come il copia-incolla di temi e ricerche), il 2% per motivi di lavoro e l’1% per bisogno. Il vecchio detto “mai accettare caramelle dagli sconosciuti”, vale anche su internet? E, in conseguenza, come si imposta il rapporto con uno sconosciuto? Il 46% rimane nascosto nel senso che non si rivela in toto nella propria identità. Il 3% va in chiaro, cioè rivela “tranquillamente chi sono”. Ma se il 35% rimane “indifferente”, il 16% invece è comunque motivato da “curiosità”. Difficile però che si approfondiscano amicizie e conoscenze: «quando su Facebook un ragazzo mi chiede l’amicizia, dopo due o tre scambi di messaggi e avermi chiesto “come sei”, scrive “domani ho casa libera”». E se la ragazza lascia “cadere” la domanda o glissa il nuovo “amico” di Fbk, sgomma. 
Fonte: Il Secolo XIX 

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