Nell’era di YouTube e del video-sharing, per un ladro ci può essere qualcosa di molto più temibile di una multa o una breve permanenza in prigione: la gogna mediatica. Come dimostra una vicenda accaduta in Massachusetts. Al diciottenne studente di Boston Mark Bao, che nel suo sito web si definisce un “imprenditore tecnologico”, viene rubato il portatile, un Mac Book, per la cronaca. Il ladro, anche lui molto giovane, una volta portato a casa lo strumento, usa la webcam del Pc per filmarsi mentre prova alcuni passi di danza a ritmo di rap, senza sapere che la vittima aveva installato nel laptop un programma che invia periodicamente qualsiasi nuovo file creato a un server online, dove viene archiviato come backup. Quando Bao accede al suo account online e vede la registrazione del balletto, alquanto ridicola per la goffaggine del ladruncolo, decide di caricarla su YouTube, spiegando l’accaduto: e il video fa il botto. Al momento in cui scriviamo, è stato visto più di un milione e duecentomila volte e ha qualcosa come tremila commenti. Non certo una bella pubblicità per il ladro esposto al pubblico ludibrio, tanto che, preoccupato delle possibili ricadute professionali, anche future, decide di consegnare l’oggetto sottratto alla polizia del campus e di scrivere un messaggio via Facebook alla sua vittima, in cui, in sostanza, si mostra assai spiacente e pentito dell’accaduto e supplica la sua vittima di rimuovere la clip. Finora però non ha incontrato la clemenza del derubato.“Ci sono due cose di base – ha commentato Bao – prima di tutto il fatto che ha rubato il laptop, cosa non bella. Poi c’è il fatto che la sua lettera di scuse non era nemmeno scritta correttamente. C’erano un sacco di errori grammaticali e non penso che parlasse sul serio. Se fosse stato davvero sincero nella sua risposta, sarei stato piuttosto conciliante. Ma non mi pare che lo fosse”. Nel frattempo, il diciottenne “entrepeneur” si è comprato un nuovo portatile e pensa di vendere quello che gli è stato restituito per raccogliere un po’ di soldi da inviare in beneficenza per aiutare il popolo giapponese. Tanta bontà di cuore non si applica evidentemente a colui che l’ha derubato, dato che dopo aver avuto indietro il portatile e ricevuto delle scuse, l’argomento degli “errori grammaticali” è sembrato a molti commentatori piuttosto inconsistente, quasi che Bao si divertisse ormai a giocare come il gatto col topo. Dal punto di vista legale, dato che il video si trovava sul suo computer, il giovane geek sembra avere però tutto il diritto di farne quelle che preferisce.
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