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lunedì 7 febbraio 2011

Cina, genitori tutori dei gamer


La Cina lancia un programma per combattere la dipendenza dei minori dai videogame. Genitori responsabili delle sessioni di gioco dei loro figli. Dubbi in merito all'attuazione

Il Ministero della Cultura, insieme ad altre sette istituzioni tra cui il Ministero della Pubblica Sicurezza, ha annunciato il lancio di un progetto di controllo genitoriale nel settore dei giochi online, per tentare di porre rimedio al crescente problema della cosiddetta dipendenza da Internet, e in particolare dai giochi online, nei più piccoli. La proposta è stata la risposta al rapporto rilasciato dall'Accademia delle Scienze Sociali cinese che ha stimato che il numero degli adolescenti che soffrirebbero dipendenza da Internet nella regione sia di oltre i 33 milioni e che il Paese ormai conti circa 200mila Internet Cafè. Secondo il documento redatto dal Ministero della Pubblica Sicurezza, i bambini non dovrebbero giocare ai videogame online per più di due ore alla settimana e dovrebbero spendere meno di 10 yuan (poco più di un euro) per i giochi online ogni mese. L'industria di settore in Cina, invece, ha visto le vendite crescere del 26 per cento rispetto allo scorso anno, arrivando a 32,4 miliardi di yuan (3,6 miliardi di euro circa). Il progetto, che entrerà in vigore dal 1° marzo, impone alle società di giochi online di fornire un aiuto ai genitori, creare delle pagine web e altri canali per consentire loro di poter monitorare le sessione di gioco online dei figli. Secondo tale progetto, i genitori saranno in grado di porre delle restrizioni giornaliere o settimanali sul tempo speso dai loro figli per giocare online. Inoltre, i genitori avrebbero anche la possibilità di imporre un divieto totale. L'idea dell'iniziativa è quella che le famiglie hanno la responsabilità e l'obbligo di aiutare i bambini a limitare il tempo eccessivo dedicato ai videogiochi. L'iniziativa, partita in via sperimentale da febbraio dello scorso anno, è stata testata presso più operatori di game online e il Ministero della Cultura ha affermato che si era dimostrata efficace per aiutare i minori. Il progetto ha sollecitato gli operatori di settore ad assumere più personale per supportare il progetto provvedendo a monitorare le richieste dei genitori e per creare pagine web apposite per i servizi rivolti ai nuovi tutori della dipendenza dai game online. A seguito della conferma dell'avvio del progetto, alcuni genitori avrebbero espresso dubbi sul fatto che tale ordine possa davvero avere efficacia. "È inutile e i bambini si ribelleranno" ha dichiarato Xie Guangji, il padre di un ragazzo di 14 anni della provincia settentrionale di Hebei. O ancora, un sociologo dell'Università di Shanghai, ha affermato che tale imposizione, a suo giudizio irrealizzabile, rappresenti "una ricetta per alimentare i conflitti familiari". Inoltre, stando a quanto messo in luce in un'intervista al China Daily da un giocatore di 27 anni di Pechino, "i bambini possono utilizzare facilmente un documento falso da adulto per identificarsi e giocare. Tale strumento di identificazione permetterebbe ai bambini di nascondersi dai loro genitori".
Fonte: Punto Informatico - Autore: Raffaella Gargiulo

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