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giovedì 18 novembre 2010

Cybercondriaci: il web non e’ un medico


Il web è una fonte importantissima di notizie, in grado di rendere veloce e immediato il reperimento di informazioni utili. Talvolta però questa iperdisponibilità di informazione può dare agio alle nostre piccole ossessioni di prendere il largo. E’ il caso della ipocondria da web. Niente più file, ticket e liste d’attesa. Ormai su internet ci sono tutte le informazioni che desideriamo senza dover andare dal medico. Ad ogni malattia, anche quelle più rare, sono dedicate centinaia di pagine, scritte con diversi gradi di complessità. Ce n’è per tutti i gusti, ma purtroppo non sempre le informazioni sono accurate e anche quando lo sono, non tutti i lettori sono in grado di interpretare perfettamente i propri sintomi per attribuirli ad una precisa malattia. Ecco perchè hanno inventato i medici e non basta leggere un bignami di medicina per sapersi fare una diagnosi e curare.Tra i siti e i forum che forniscono un flusso continuo di informazioni, spesso si districano non solo le persone che vogliono avere più chiarezza sulla patologia propria o di un caro, ma anche persone che per sopportare i propri problemi emotivi, preferiscono attribuirsene di fisici. Che siano persone ipocondriache o ossessive, semplici curiosi o reali sofferenti di una patologia, in Italia si raggiungono i 16,6 milioni (circa il 34% di chi si connette) di navigatori del disturbo fisico. Il problema è che per il 18% degli italiani, il web è la prima fonte di informazioni per le patologie mediche. “Un conto è chi cerca notizie su una malattia di cui soffre lui o un familiare – afferma Claudio Cricelli, presidente della Simg, la Società italiana di medicina generale, – un altro è chi si connette perché ogni sintomo anche il più piccolo, genera ansia. Questi ultimi sono una minoranza, e non si tratta di ipocondriaci ma di persone affette da un disturbo maniacale che va oltre il mezzo attraverso il quale si manifesta”. Secondo Google statistiche e ricerca, solo nell’ultimo mese le voci più cercate sono state “tumore”, “tumore al seno” e “tumore al colon”. Nei periodi in cui l’influenza si diffonde, inoltre, la ricerca di spiegazioni per i sintomi fisici raggiunge livelli altissimi. Un recente studio della società Engage Mutual, condotto in Gran Bretagna, evidenzia come 6 adulti su 10 preferiscano il web al medico e come la metà di essi si convince di avere una grave patologia, anche non a ragione. Giuseppe Lavenia, docente di psicologia dinamica dell’università di Urbino e psicoterapeuta esperto in dipendenze, sottolinea come “l’attenzione maniacale al benessere del corpo e l’avvento di Internet non ha fatto altro che predisporre all’ipocondria di massa. Centinaia di informazioni reperibili su siti che non rassicurano il web-ipocondriaco ma lo portano a ricercare in maniera compulsiva nuove informazioni. Siamo alle prese con un disturbo vecchio - continua Lavenia – ma che in Internet aveva già un antenato, l’information overloading, ovvero il sovraccarico-cognitivo, un fenomeno che si verifica quando si ricevono troppe informazioni per riuscire a prendere una decisione o sceglierne una sulla quale focalizzare l’attenzione. Quella sul web non si può definire ipocondria classica: siamo di fronte a una nuova forma. Internet può essere l’amplificatore di un disturbo pregresso e in alcuni casi può generare una forma psicopatologica con tratti ossessivo- compulsivi”. La Microsoft ha condotto in proposito uno studio sulle ansie derivate dalla ricerca di informazioni mediche sul web. La nota azienda ha evidenziato come la maggior parte delle persone leggano le prime pagine trovate e non vadano oltre, convincendosi poi che il proprio malessere sia qualcosa di molto più grave di quelle che è. Così un dolore al braccio si trasforma in preludio d’infarto, un mal di testa in tumore al cervello e una dimenticanza in esordio di Alzheimer.

Anche rispetto al sito che state leggendo, il nostro consiglio è quello di tenere sott’occhio la salute e di prestare attenzione ai sintomi, ma di ricordare che il medico e lo psicologo devono essere sempre la fonte primaria di informazioni per tutelare la vostra salute.

Fonte: Psicozoo.it - Autore: Lucia Imperatore

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