La pratica infrange le regole di Facebook, e fa nascere nuove domande sulla capacità del social network di tenere al sicuro le informazioni dei suoi utenti.
Interpellato dal Wall Street Journal, un portavoce di Facebook ha ammesso l’esistenza del problema e ha promesso che l’azienda se ne occuperà, cercando di contenerlo introducendo nuove tecnologie.
Fonte: IlpostLe applicazioni su cui ha indagato il Journal hanno inviato i numeri di Facebook ID ad almeno 25 aziende diverse, molte delle quali hanno costruito dei profili degli utenti tracciando le loro attività online. RapLeaf inc. — una delle aziende che raccoglie dati — ha detto che l’invio di informazioni non era intenzionale. «Non l’abbiamo fatto apposta», ha dichiarato il vicepresidente della società.
RapLeaf sostiene di eliminare il nome dell’utente, quando condivide le informazioni raccolte con le agenzie pubblicitarie. Il Wall Street Journal ha però scoperto che RapLeaf ha inviato i Facebook ID a una dozzina di agenzie pubblicitarie e società, tra cui Invite Media di Google Inc.. Tutte le dodici società hanno dichiarato di non aver raccolto o usato queste informazioni.
La maggior parte delle applicazioni che condividono dati non sono sviluppate da Facebook ma da esterni. Poco dopo che il Wall Street Journal ha informato Facebook del problema, diverse applicazioni sono diventate inaccessibili per gli utenti del social network. Il motivo, scrive il giornale, è sconosciuto.
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