È il social network del momento: ha 172 milioni di utenti, tutti adolescenti under 18, un target che interessa tantissime aziende. Non permette un'esperienza di blog ma fornisce un avatar da personalizzare a piacere. Storia, caratteristiche e dubbi di un sito che farà molto discutere
L'ultima mania della rete si chiama Habbo: è un social network nato dieci anni fa in Finlandia, proprietà del gruppo Sulake Corporation. È tradotto in 11 lingue e raccoglie un numero impressionante di utenti, di 172 milioni, provenienti da 150 paesi. La grafica è accattivante, colorata e molto pop. Lo scopo di Habbo, con le sue proposte in fatto di bar, cinema, biblioteche e negozi (tanti negozi), è favorire la conversazione tra persone lontane. Ma la cosa che caratterizza di più questa piattaforma è l'età del suo pubblico: adolescenti dai 13 ai 18 anni. A questi teenager Habbo permette di creare un avatar da abbigliare, pettinare e accessoriare ad hoc. Stesso discorso per la versione virtuale della propria camera, da arredare e abbellirre secondo il proprio gusto. Va da sé che attraverso questo sito si possono captare tendenze e preferenze dei teenager di mezzo mondo.Habbo, poi, incoraggia l'acquisto di accessori attraverso crediti e promuove prodotti ed eventi reali vendendo i propri spazi a investitori pubblicitari. Oltre al target adolescenziale, però, Habbo differisce dagli altri social network perché non permette di postare foto o scrivere commenti (bloggare, insomma), cosa che rende molto difficile identificare realmente l'utente. La domanda che sorge spontanea, quindi, è come verificare l'età effettiva di chi naviga in questo sito. Anche se bisogna avere almeno 13 anni per iscriversi, risulta impossibile sapere se dietro un ID Habbo si possano nascondere rgazzi con meno di 13 anni o adulti con cattive intenzioni. A questo riguardo, va ricordato che Habbo, come Facebook, ha previsto uno speciale tasto per segnalare molestie on line, con avvertimenti che consigliano di non rivelare informazioni personali o di non incontrare, nella vita reale, altri utenti senza aver consultato un adulto. Pena l'eslusione dal network. Le potenzialità del sito sono enormi: il suo bacino d'utenza, infatti, è un tesoro reale, più che virtuale, per ogni azienda alla ricerca di dati e statistiche sulle tendenze del pubblico giovane. Ma i dubbi che fa emergere riportano in luce la scottante questione dei minorenni in rete. Una realtà che chiede ai social network e alle istituzioni nuove forme di tutela e di salvaguardia.
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