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martedì 8 giugno 2010

Cybercondria: i rischi delle auto-diagnosi on line


Quante volte vi è capitato di avvertire un dolore, magari un semplice, ma persistente mal di testa oppure una contrazione frequente dei muscoli del corpo. Piccoli, apparentemente innocui fastidi per i quali non vale la pena mettersi in fila dal medico di base o scocciarlo con una telefonata. Molto meglio e molto più rapido, andare su Google o un altro motore di ricerca e digitare “contrazione muscolare” per farsi da soli un’idea di cosa abbiamo. Dite la verità, non lo avete fatto anche voi magari anche per qualcuno a cui tenete? E’ facile, rapido, immediato e - purtroppo - anche fuorviante. Nella maggior parte dei casi, infatti, usciamo dalla navigazione on line realmente terrorizzati e con l’idea di avere una brutta malattia. E’ proprio quello che può capitare se digitiamo appunto “contrazione muscolare”. Può uscir fuori di tutto: dalla malattia di Creutzeldt-Jakob, una malattia incurabile che colpisce il cervello, alla sclerosi amiotrofica laterale. Insomma, potrebbe davvero venirci un coccolone. Allora, magari, ci convinciamo che è meglio andare dal medico, ma poi ne restiamo delusi perchè lui dopo averci visitati, ci spiega che non è nulla di grave, magari ci dà un antifiammatorio o una pomata e tutto finisce lì. Invece no, perchè noi a questo punto non ci fidiamo di questa banalizzazione e torniamo a navigare, magari in un forum per confessare - forse con un nickname - che siamo terrorizzati e abbiamo paura di avere chissà cosa.

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