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giovedì 20 maggio 2010

Offende la prof sul web, liceale trentino querelato


Il principio da seguire è semplice: mettere in rete solo ciò che si esporrebbe anche in una bacheca di piazza Duomo. In altre parole, nessuno vieta di parlare dei propri gusti sulla moda e delle simpatie politiche, di specificare qual è il proprio numero di scarpe o il dettaglio della dichiarazione dei redditi. Si può condividere tutto, ma con l'accortezza di divulgare di sé solo informazioni che si metterebbero in piazza senza problemi, perché nella rete non esiste il privato e il rischio è che i dati possano rimanere a disposizione degli utenti - se non per sempre - per un periodo abbastanza lungo da causare guai a sé ed agli altri. Ha imparato la lezione a sue spese un ragazzo iscritto ad un liceo di Trento che ha avuto l'idea di pubblicare sul suo blog la pagella dei professori. Se non c'è nulla di male a dare un voto alla preparazione di un educatore, lo studente però si sarebbe spinto oltre: in merito ad una docente, le considerazioni riguardavano la sfera privata e in particolare il presunto cattivo rapporto della donna con il sapone. La professoressa è capitata sulla pagina web, ha letto quanto lo studente scriveva di lei e, offesa, ha presentato querela per diffamazione. Probabilmente sarebbe bastato cancellare subito il contenuto della pagella per placare l'ira della docente, ma qui è arrivato l'inghippo: il «proprietario» della pagina non è lo studente che ha creato il proprio blog, ma il gestore del sito. C'è voluto del tempo - colpa anche del ragazzo che aveva perso la password per accedere al proprio blog - per eliminare la pagina ed è stato necessario anche l'intervento della polizia postale, già chiamata in causa dalla docente al momento della querela. Ma non basta «pulire» la pagina web per cancellare i contenuti. A distanza di un paio d'anni dall'evento e a centinaia di chilometri da Trento, dove la docente si era trasferita per lavoro, i colleghi (e anche gli alunni) erano al corrente di come l'aveva giudicata l'ex allievo trentino: è bastato digitare nome e cognome su un motore di ricerca per vedere ancora indicizzata (cioè presente nei risultati della ricerca) parte di quella pagina diffamatoria.

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