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giovedì 18 febbraio 2010

Truffe online su Internet: quanti utenti vi cascano e i meccanismi. Intervista esclusiva lo rivela.


Un ex-scammer racconta a Scam Detectives le tecniche utilizzate per truffare gli utenti di Internet

Si fa chiamare “John”, dice di avere 23 anni e di essere uscito da una prigione nigeriana lo scorso ottobre dopo due anni di detenzione. Ora studia economia in un college in Gran Bretagna, dove partecipa a un programma alla pari. E come parte del suo percorso di riabilitazione lavora con la EFCC (Economic and Financial Crimes Commission) in Nigeria, per aiutare la commissione a capire come lavorano le gang che si dedicano allo scamming. John è entrato in una gang di scammer all’età di 15 anni, perché era molto bravo in inglese e nell’utilizzo del PC. A spingerlo verso questa strada la povertà della sua famiglia. Quale l’operazione di scamming che ha più successo e che riesce a portare nelle tasche dei cyber-criminali i maggiori proventi? Alla domanda di Scam Detectives, John risponde citando la advance fee fraud: si invia una mail a un utente informandolo che qualcuno è morto e che ha lasciato milioni di dollari in una banca o in deposito e gli si chiede aiuto per riuscire a portare i soldi fuori dal paese dove sono conservati. Qui un esempio della tecnica. Ma John si è dedicato anche al phishing. Le vittime vengono individuate sui forum e sui siti Internet, dove milioni di utenti lasciano i loro indirizzi di posta elettronica. Dieci persone su 1000 cadono nel tranello, una risposta su 20 porta al guadagno. Si utilizzano mail fasulle che inducono gli utenti a fornire chiavi di accesso e credenziali e documenti altrettanto fasulli per ritirare i soldi presso uno sportello Western Union. Da 5.000 euro circa a un massimo di 15.000 euro circa le cifre che John è riuscito a portare alla gang. C’è un ulteriore passaggio: gli scammer si fingono agenti dell’FBI o incaricati delle autorità nigeriane e avvisano la vittima che i suoi soldi, quelli inviati in seguito alla frode, sono stati ritrovati, ma che per averli indietro occorre versare un certa cifra.

2 commenti:

  1. Più che patente internet semplicemente cercherei di diffondere cultura informatica tramite la rete che è un veicolo da questo punto di vista eccezionale.Per le nuove generazioni basterebbe istituire un percorso già dalla scuola primaria di "Educazione ai nuovi media" andando a toccare il tema mondo virtuale a 360°.

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  2. quoto kespersky sono troppe le persone ke stanno sul web senza la benkè minima idea di come si navighi e soprattutto di quali riski si corrono andando in giro x la rete

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