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lunedì 1 febbraio 2010

Treviso. Ragazzine rivendono a scuola video hard girati con cellulare e webcam


Hanno 12 o 13 anni e i loro filmini girano in vari istituti. C'è chi organizza gare di prestazioni erotiche durante la ricreazione.

TREVISO (1 febbraio) - L’età dell’innocenza sembrano averla perduta da tempo, anche se non hanno più di dodici o tredici anni. Ma non esitano a mostrare la propria nudità o a cimentarsi in giochi erotici. Per i soldi con cui togliersi qualche sfizio o solo per vantarsi con gli amici. Una ragazzina di una scuola media della provincia si è autoripresa in situazioni hard, per poi rivendere il filmino ai compagni per pochi euro. Di compratore in compratore, di mail in mail, il video è arrivato fino a un’altra scuola di Padova. In un’altra media trevigiana sono stati gli insegnanti a segnalare il caso di una giovanissima studentessa -nessun particolare problema personale, famiglia normalissima - sorpresa a distribuire, via telefonino, le sue immagini osè a un gruppo di amici. Nessun tornaconto economico, forse solo l’esasperato desiderio di far colpo sui coetanei. Altra scuola, età simile, alcuni allievi hanno raccontato di vere e proprie gare a suon di prestazioni sessuali, tra gruppi di adolescenti, nei bagni dell’istituto durante la ricreazione. Dalle aule scolastiche alle mura domestiche: pure nella Marca sarebbe in netto aumento il fenomeno delle “web-girl”, ragazze che si spogliano a pagamento davanti a una web-cam. Magari mentre i genitori guardano ignari la televisione nella stanza accanto. In episodi simili, gli psicologi che lavorano con il mondo giovanile si imbattono con frequenza crescente: «Spesso succede che i ragazzini sleghino l’affettività e l’amore dalla corporeità e dalla sessualità - spiega Andrea Sales, responsabile del centro di formazione Paradoxa -. A noi capita molto spesso di trovare situazioni in cui i ragazzini si svendono, senza rendersi conto che vendere un’immagine o un filmino di sé è comunque un modo di relazionarsi». Certo, si tratta di singoli casi, o tutt’al più di una minoranza dei giovanissimi trevigiani. Ma rappresentano, tuttavia, la spia di una visione del sesso sempre più presente anche tra gli adolescenti. Filtrata dai media e dalla pubblicità e potenziata da internet: «Sicuramente la società di oggi, da una quindicina d’anni, come ci insegnano la sociologia, l’antropologia, la psicologia sociale, è una società molto, molto mercificata e mercificante. I ragazzini hanno bisogno di strumenti valoriali, emozionali, ma anche cognitivi per evitare di cascare in questa rete. Altrimenti rischiano di perdere di vista quello che è il valore della propria persona». Oltre a perdere troppo precocemente l’innocenza.

Riflessione: in relazione all'accaduto credo che quello che oggi possa fare un genitore è seguire nell'uso delle nuove tecnologie il proprio figlio a che, soprattutto nella primissima età, non finisca sul web in siti pornografici. Questo onde evitare che all'inizio della fase adolescenziale sia talmente abituato a vederla sul web che diventi la normalità gestirla senza pudore e ritegno con i propri compagni. Importante, laddove possibile, che gli adulti guardino insieme ai propri figli la TV e navighino ogni tanto con loro sul web. Se ricevono il buon esempio dagli adulti forse avrebbero un maggior pudore e si scandalizzerebbero al vedere certe immagini/video che oggi ahimé sono quasi diventati la normalità. Le leggi, la censura, i filtri sono metodi che servono a poco soprattutto quando ormai (età adolescenziale) i ragazzi hanno già perso quella sensibilità che avevano prima di essere abituati a vedere quello che oggi, anche involontariamente, si ritrovano a vedere con estrema facilità e normalità. La Tv ed internet non debbono essere le baby sitter dei ragazzi, bensì uno strumento che, se utilizzato positivamente, può fare evolvere i ragazzi di oggi in modo costruttivo portandoli a quella maturità che oggi, vuoi per troppa permissività, vuoi per come è strutturata la società, difficilmente raggiungeranno in tempi brevi. Sarebbe interessante al riguardo un commento in relazione a questo post, cercando di arrivare insieme a pensare come arginare questo triste fenomeno, lavorando soprattutto in termini di PREVENZIONE.

3 commenti:

  1. Ozenda ha ragione da vendere.
    Seguiamo le sue riflessioni e indicazioni.
    Daniele Damele

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  2. Il paradosso della nostra società è che oggi i ragazzi sono da un lato ipertutelati e dall'altro eccessivamente adultizzati; i ragazzi sono esposti quotidianamente ad immagini che valorizzano il corpo come merce e i soldi come valore, non ha caso sul "trono" di Maria de Filippi ci sono bellone e belloni strapagati per fare serate in discoteca, per non parlare di Grande Fratello dove chi avrà successo dopo sarà chi si saprà vendere, o chi ha dato scandalo o chi ha una sesta di seno. Il messaggio che tutti in televisione mandano quando si comportano in modo riprovevole, quando offendono o quando baciano persone diverse in poco tempo (GF)è :io seguo il mio cuore, sono istintivo, sono sincero".. i ragazzi devono vedere questi programmi in compagnia di u adulto che filtri per loro queste informazioni devianti, c'è un limite tra spontaneità e maleducazione come c'è un limite tra seguire il cuore e concedersi a tutti.
    I genitori devono fornire, snche se non è facile, valori solidi ai loro figli,devono capire che il corpo non è una merce e che il valore non si calcola con i soldi.. ma oggi è una lotta, è una dura lotta con la società che in questo mette davvero i bastoni tra le ruote.
    La famiglia rimane comunque e sempre il punto di riferimento ed è lì che deve partire l'insegnamento, a seguire ovviamente scuola e quando sarà possibile la società!
    Laura Bissolotti

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  3. Condivido pienamente le riflessioni su questo delicato argomento. I nostri giovani sono sempre più spesso confusi in materia di sesso e non sanno bene a chi rivolgersi per avere informazioni adeguate mentre ensegnanti e genitori non si sentono pronti a gestire queste tematiche. Lasciando, quasi senza accorgersene, che Internet diventi la principale fonte di informazione dei ragazzi. Penso che, oggi più che mai, sia importante "educare alla comunicazione" più che demonizzare gli strumenti.
    Marina Viglino

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