Scontro FAPAV (Federazione Anti-Pirateria Audiovisiva) e Telecom Italia. Domani il Tribunale si pronuncerà.
Era il maggio del 2009 quando la FAPAV, la Federazione Anti-Pirateria Audiovisiva, avanzava a Telecom Italia la richiesta di comunicare alle autorità giudiziaria i dati idonei a consentire a quest’ultima di adottare gli interventi necessari a reprimere il fenomeno della pirateria digitale e del download illegale di contenuti protetti da copyright tramite il ricorso ai canali P2P. Domani il Tribunale di Roma dovrà decidere se accogliere o meno le richieste della FAPAV, che Telecom, citando norme europee, ha respinto, accusando a sua volta l’associazione di aver utilizzato programmi spia per monitorare i download illegali, violando la privacy degli utenti. Come spiega Guido Scorza su Punto Informatico, secondo la FAPAV Telecom sarebbe tenuta a impedire l’accesso a tutti i propri utenti ai siti Internet di file sharing e di P2P che veicolano contenuti digitali tutelati dal diritto d’autore. L’azienda di telecomunicazioni, inoltre, dovrebbe ritenersi corresponsabile delle condotte di pirateria audiovisiva, in quanto avrebbe omesso di informare l’autorità giudiziaria e diffidare i propri utenti dal proseguire. A sostegno delle tesi della FAPAV è scesa in campo la SIAE, perché, ha spiegato il presidente Giorgio Assumma, tale posizione è strettamente legata alla tutela dei diritti patrimoniali degli autori. Tuttavia, la SIAE sembra preferire la prospettiva di una soluzione condivisa e da tempo, ha fatto notare Assumma, la società sta intessendo rapporti e sondaggi con le grandi società di telefonia affinché si adotti un sistema legale a fronte di un corrispettivo da erogare agli autori. Un corrispettivo, ha tenuto a precisare il presidente della SIAE, che non si configura come una tassa, ma come il compenso dovuto agli autori per il loro lavoro creativo.
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