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martedì 8 settembre 2009

Cl@ssi 2.0 – Parte il progetto del Miur per la scuola del futuro



Vi scrivo da Montecatini Terme dove ieri ha preso il via il progetto del Ministero http://www.indire.it/classi2.0/, che vedrà coinvolte per i prossimi tre anni, 156 classi in tutta Italia per sperimentare nuovi modelli di apprendimento. Si parte da un presupposto di cui abbiamo parlato spesso su questo blog: la società è cambiata, la scuola no. Le giovani generazioni, i nativi digitali, la .net generation, sviluppa molti dei suoi saperi al di fuori della scuola, che rimane in molti casi incentrata sul modello trasmissivo (1.0 per intenderci). Possono le nuove tecnologie migliorare la qualità degli apprendimenti? E’ questa la domanda alla quale la sperimentazione dovrà dare una risposta e sulla quale si gioca molto del futuro della nostra scuola. 156 classi per 156 idee di innovazione didattica a partire, ma non solo, dalle nuove tecnologie. Gli insegnanti di ogni consiglio di classe, in collaborazione con l’Ansas (ex indire-irre), insieme alle Università, non solo italiane, dovranno sperimentare ambienti di apprendimento più efficaci, più attraenti, più vicini alle giovani generazioni. Vediamo nel dettaglio quali saranno le peculiarità di una classe 2.0:

- interessa tutte le materie e tutti gli insegnanti di classe- tocca gli aspetti strutturali del fare scuola (trasmissione-costruzione della conoscenza)

- sperimenta nuovi modi di rappresentare la conoscenza e nuovi linguaggi (libri, contenuti digitali)

- sperimenta nuovi modi di organizzare il tempo e lo spazio dell’apprendimento (scuola/casa; presenza/distanza)

- permette di prevenire l’abbandono e l’insuccesso

- propone un ambiente di apprendimento più “attraente” per gli studenti

- rende gli studenti creativi, sia nell’uso degli strumenti che nella costruzione delle conoscenze


Proprio per questo Cl@ssi 2.0 sarà la scommessa della scuola del terzo millennio. Una bella sfida che gli insegnanti che sono qui presenti, hanno deciso di raccogliere e sulla quale lavorare in sinergia con altre istituzioni di alto livello (il MIT di Boston si occuperà forse di monitorare questo lavoro). Che dire? In bocca al lupo a quanti in Italia cominceranno questo percorso non facile ma sicuramente affascinante.



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