La Thomas-Rassett, madre di 4 figli, era stata citata a giudizio dalla Riaa insieme ad altri 35mila "pirati", in una ondata di denunce che avevano toccato persone anziane, minorenni, studenti e persino alcuni che non hanno mai posseduto un computer. A parte questi ultimi casi, quasi tutti gli incriminati hanno accettato rapidamente gli accordi extragiudiziali offerti dalla Riaa, pur di non dover sopportare un costoso procedimento giudiziario che molte famiglie con reddito medio-basso non sono in grado di affrontare. Secondo indiscrezioni, la Riaa avrebbe minacciato di far pagare fino a 750 dollari per ogni canzone scaricata, "accontentandosi" poi di un pagamento unico compreso fra i 3 e i 12mila dollari. Nonostante il rischio di finire sommersa dai debiti, la Thomas-Rassett, che lavora per una tribù indiana e ha un reddito bassissimo, aveva optato per andare in causa lo stesso. Già il primo giudizio raggiunto un anno fa era risultato a lei sfavorevole, ma era stato annullato per un vizio di forma. Adesso ha commentato la sconfitta definitiva in modo laconico: «Se sperano di avere tutti questi soldi da me, buona fortuna: per loro sarà come spremere soldi da una rapa».
A.Di. © RIPRODUZIONE RISERVATA (IlSole24 ore news)
Fonte: Il Sole 24 ore News
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