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venerdì 12 giugno 2009

La legge sulle intercettazioni colpisce anche il web

Nella legge sulle intercettazioni del Governo Berlusconi si fa riferimento in maniera generale ai “siti informatici”, includendo quindi all'interno delle disposizioni di legge non solo i siti istituzionali e giornalistici, ma anche quelli di privati cittadini.

Risale a poco la notizia della sentenza francese della Corte Costituzionale che ha sbarrato la strada alla legge proposta dal governo Sarkozy, che voleva impedire la navigazione in rete a chi fosse stato accusato più di 3 volte di scaricare materiale coperto da copyright. Legge incostituzionale, questa la motivazione. Dall'altra parte delle Alpi, ossia in Italia, potrebbe entrare in vigore una legge che riguarda alcuni argomenti simili: la libertà, la comunicazione, la navigazione in internet. Oltre infatti alle tematiche cui fa riferimento la legge, ossia la libertà dei magistrati di effettuare intercettazioni a scopo giudiziario e la possibilità per i giornalisti di pubblicare il testo di codeste intercettazioni, internet è chiamata in causa da alcune frasi contenute nel testo legislativo. “Per i siti informatici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.” Questa la frase che fa riferimento alla rete. Da un'analisi attenta emerge come non sia applicata alcuna chiara distinzione fra l'azione di giornalisti professionisti e blog di privati cittadini, con tutte le conseguenze lesive della libertà dei singoli di esprimere la propria opinione. Blog e siti di singoli utenti potrebbero, quindi, essere coinvolti in azioni di risposta alla pubblicazione di frasi o riferimenti giudicati non veritieri o lesivi della reputazione dei soggetti coinvolti, se non provvedessero a cancellare il “materiale oggetto di discussione” entro 48 ore dalla richiesta ricevuta, a fronte di una sanzione pecuniaria tra il 15 e i 25 milioni di vecchie lire. Sul web si sono aperti forum e gruppi di discussione sul testo della legge. Fra opinioni discordi e ideologie politiche contrapposte, sembrerebbe forte la voce del dissenso da parte del popolo del web, fra i quali spicca tra gli altri Marco Pancini, capo di Google Italia, che aveva lanciato l'allarme da giorni. Al di qua e al di là delle Alpi sulla bilancia pesi opposti.

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