Quella dell’adolescenza è l’età dell’incertezza. È per questo che bisogna capire i nostri ragazzi, apparentemente spavaldi, di fatto fragili». È con queste parole che definisce i nostri figli il professore Maurizio Maria Lazzari, autore di «La medicina psicopediatrica del bambino» e di vari saggi e pubblicazioni sul tema. Docente per i corsi Cee, «visiting professor» nell’attività psicopediatrica, esperto in medicina e chirurgia, nonchè specialista in pediatria con competenze di psicopediatra, il dottore che ha aperto il centro di psicopediatria alla Clinica Colombus, si occupa di minori come diplomatico internazionale. Da anni affronta i disagi emotivi e le conseguenze che questi hanno sui futuri adulti, oggi bambini o ragazzi, «emotive-scars», cicatrici che nascono in relazioni a problematiche emozionali non risolte che si manifestano nel tempo. «La presenza della famiglia è importante. Non c’è uno spazio di ascolto per i ragazzi e questi si chiudono. Sbagliato poi rimediare con regali, giochi, mance, viaggi, motorini. La società del consumo ha distrutto l’affettività, lo scambio di informazioni, si è perso il linguaggio verbale che è alla base del corretto sviluppo psicologico del bambino», spiega con passione e rammarico Lazzari. «Mi trovo a dover lavorare molto sui ragazzi, proprio perché i genitori sono in conflitto tra loro ed è faticoso per un adolescente o un bambino tirare fuori il suo mondo in una situazione del genere. Bisogna fargli capire che lavorare su se stesso è l’unica soluzione per superare il problema. Si deve fidare di te perché tu possa aiutarlo», continua lo psicopediatra dagli occhi azzurri e dal comportamento disinvolto come quello di un ragazzino. Guai se fosse rigido come un vecchio professore, dai suoi pazienti non ricaverebbe nulla. Osservare e ascoltare, questo è il suo motto. Nel suo studio alla Columbus, un bell’edificio Liberty di Sommaruga del 1935 riconvertito da Giò Ponti nel 1949 in casa di cura, accoglie sia pazienti convenzionati che privati. Lazzari non usa test, così gli hanno insegnato alla Scuola Podalto in California. Seguace del professor Winnicot, psico-pediatra di fama internazionale, non si fa scrupolo nell’accusare le nuove tecnologie come computer, i-pod, tv, telefonini, rei di allontanare il bambino dalla vita reale. Per questo non si stanca di ripetere ai genitori di manifestare amore per i propri figli, fare cose con loro a tutte le età. «Un altro problema sono i figli di genitori separati. Gli occhi dei ragazzi osservano e imitano. Loro soffrono perché si sentono trascurati, proiettati in un mondo in cui devono essere da subito abituati a difendersi da soli. Ma quando la batteria si scarica, salgono a galla tutte le delusioni che invece di essere confessate, si trasformano in odio e a volte in violenza verso altri coetanei». Parole di esperto.
Fonte: Il Giornale Autore: Luciana Baldrighi
Fonte: Il Giornale Autore: Luciana Baldrighi
Nessun commento:
Posta un commento