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venerdì 22 maggio 2009

Meloni: le porno fiabe? Giù le mani dai bambini

Il ministro Giorgia Meloni sgrana gli occhi verdi e taglia corto: «Non lo sapevo». Poi interroga con lo sguardo uno dei suoi collaboratori e promette che «sì, lo verifichiamo, lo andremo a verificare». Lo ripete, e i modi sbrigativi cancellano l’incertezza. Il sito www.beyorself.it, che contiene fumetti dal contenuto pornografico e di linguaggio volgare più che esplicito e che è stato indicato tra i siti «educativi» dal comitato per il Gay Pride, è stato realizzato nell’ambito di Progetto Giovani, ovvero un’emanazione del ministero della Gioventù. Basta cliccare sul sito in questione e arrivare a fondo pagina per collegarsi direttamente con il portale del dicastero della Meloni, indicato tra i propri sostenitori. Al contrario, il ministro, presente ieri nel capoluogo ligure per il convegno realizzato da Arcigay sul «Disagio giovanile e omofobia» ha condannato senza mezzi termini l’iniziativa di coinvolgere i bambini nella questione omosessuale propinando loro favole gay e via discorrendo. «I bambini vanno esentati - ha detto il ministro a margine del convegno -, la tematica omosessuale non li riguarda, non ci sono episodi di omofobia nell’età infantile». E a proposito dei siti pornografici ha aggiunto: «Comprendo chi si è indignato per quello che è uscito su il Giornale, i bambini vanno tenuti fuori». Secondo i promotori della giornata dedicata alle favole gay alla Biblioteca Internazionale De Amicis, invece, i contenuti del sito sarebbero stati segnalati solo agli educatori, non certo ai bambini o ai ragazzi giovanissimi. Qualcuno però spiegherà che ragione vi sia nell’usare con persone adulte e nel ruolo di insegnanti un linguaggio volgare al punto da giocare sui doppi sensi, condito da immagini a fumetti di sesso omosessuale, eterosessuale e di gruppo, con tanto di orsetti nel ruolo di commentatori. «Sono siti realizzati in collaborazione con il governo e con organismi europei», ha puntualizzato Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay, che ieri a Genova ha presenziato al convegno su «Disagio giovanile e omofobia», parte delle manifestazioni di avvicinamento al Gay Pride che si svolgerà nel capoluogo ligure il 27 giugno prossimo. Mancuso ha chiesto al ministro una legge che persegua l’omofobia. Ma la Meloni è stata chiara: no ai reati di opinione. «La parola omofobia in Italia - ha spiegato - significa un sacco di cose. Io sono stata tacciata di essere omofobica perché non sono d’accordo sulla adozione da parte delle coppie omosessuali».Contro le favole gay si scagliano i parlamentari del Pdl. «Le scandalose e disgustose iniziative per bambini che il Comitato Pride di Genova ha organizzato all’interno della Biblioteca comunale De Amicis, per di più con il plauso del sindaco vanno bloccate», è il parere dell’onorevole Barbara Saltamartini responsabile Pari opportunità del Pdl. Insieme a lei, Michele Scandroglio, coordinatore ligure del Pdl, ha presentato un’interrogazione urgente ai ministri dell’Interno Maroni, delle Pari Opportunità Carfagna e dell’Istruzione, a Gelmini. «Quello che sta avvenendo a Genova è a dir poco sconvolgente - dice Saltamertini -. Ai bambini sono state propinate favole a sfondo omosessuale per educarli, a detta del portavoce del Gay Pride, all’esistenza di diverse tipologie di famiglie. Come se non bastasse, sono stati diffusi opuscoli con una serie di siti internet consigliati ai minori. Cliccando su questi siti, compaiono fumetti con trivialità di ogni genere, scene di sesso promiscuo e addirittura battute su malattie sessualmente trasmissibili: uno spettacolo scioccante che disgusterebbe persino un adulto».

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