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giovedì 28 maggio 2009

Facebook sul lavoro: perdita di tempo o valore aggiunto?


Facebook è ormai universalmente noto come il re delle reti sociali: con oltre 200 milioni di utenze sorpassa di gran lunga i diretti rivali e naviga a vele spiegate verso nuovi lidi sempre più in ottica business. La pervasività - e l’invasività - di tale piattaforma ha però indotto molte aziende ad introdurre pratiche per arginare l’utilizzo di questi strumenti, su cui a lungo si dibatte: più ostacoli oppure opportunità per il mondo d’impresa?
In questo scenario di rinnovata critica (tra problemi di Privacy violata e disattenzione degli impiegati rapiti da FB), esiste qualcuno che va nuovamente controtendenza. Una notizia di qualche tempo fa riportava una ricerca del professor Brent Coker dell’Università di Melbourne che dimostrerebbe come Facebook, utilizzato all’interno del contesto lavorativo possa addirittura aumentare la produttività degli impiegati. Il punto chiave attorno a cui ruota la questione è quello del rapporto lavoro/svago. I livelli di attenzione non possono essere mantenuti elevati per diverso tempo ed è quindi necessario che momenti di intensa attività siano alternati con momenti di svago/rilassamento. Ebbene, i SNSs rappresenterebbero la chiave di volta della questione. Se l’utilizzo è inferiore alla “massa critica” del 20% allora potranno essere un utile divertissement che permette di staccare nei momenti critici e di dedicarsi ad altro (posto che l’utente ne sia in grado).
La ricerca andrebbe - ovviamente - approfondita. Sta di fatto che un’applicazione web come Facebook può essere utile anche in altri ambiti: come aggregatore di notizie, di contatti, come facilitatore delle comunicazioni, e via dicendo… Per fare in modo che lo strumento sia utile e non dannoso, è però necessaria una consapevolezza maggiore delle utenze che lo utilizzano.
La soluzione? Come sempre una buona via di mezzo penso sia la cosa ideale. Bloccare del tutto un servizio come Facebook può provocare malcontenti e climi poco positivi, d’altro canto è necessaria una regolamentazione che impedisca che l’uso si trasformi in abuso. Come al solito un clima basato sulla fiducia reciproca tra le varie componenti aziendali è, senza dubbio, la migliore.


Fonte: PMI.IT - Autore: Stefano Besana

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