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domenica 1 marzo 2009

La sicurezza informatica: 3 domande a Raoul Chiesa

Raoul Chiesa, è uno dei primi hacker d'Italia. Il suo modello e' l'hacker "etico" (ethical hacker). All'età di 13 anni comincia, con il nickname Nobody, il suo pellegrinaggio attraverso le reti informatiche internazionali delle corporate degli anni ’80 e ’90; dopo una serie di eclatanti intrusioni - tra le quali telco, istituzioni finanziarie, governative e militari - la sua fama, già vasta nella comunità hacker europea e nord-americana, è riconosciuta e suggellata dalle autorità internazionali nel 1995. Fondatore e C.T.O. della @ Mediaservice.net, azienda di security consulting vendor-independent, Raoul Chiesa si occupa professionalmente dal 1997 di sicurezza informatica ad alto livello, insieme ad un selezionato team di tecnici ed esperti, con collaborazioni in progetti di Security nazionali ed internazionali. stituti di ricerca, multinazionali, operatori nei settori finance, PA/sanità, banking, TLC e Corpi Speciali si avvalgono della sua consulenza e formazione, senza contare il riconosciuto e singolare impegno di Raoul in un'opera di diplomazia tecnologica, con la quale mira a promuovere una seria coesistenza tra il più genuino spirito di ethical hacking e l'IT Security nel nostro Paese, al di fuori dei meri legami commerciali e brands di prodotto, sposando la visione propria dell’Open Source. Nell’anno 2000 viene chiamato dal Prof. Danilo Bruschi - Presidente del CLUSIT – come socio fondatore dell’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, per la quale è anche membro del Comitato Direttivo dall’anno di fondazione dell’Associazione stessa; ha inoltre partecipato ai lavori della Commissione di Studio “Certificazione in materia di sicurezza informatica”ed è stato coordinatore della Commissione “Open Source e Sicurezza”. (Fonte: La Stampa )

Considero Raoul Chiesa uno dei principali hackers presenti sul nostro pianeta specializzati nell'ambito della sicurezza informatica. Ho avuto recentemente modo di porre 3 domande a Raoul riguardanti la sicurezza dei minori in rete e oggi vorrei condividere le risposte in particolare con tutti i minori che navigano in rete, genitori, docenti e operatori informatici.

1. Raoul, nello scenario attuale oggi quali consigli nell'ambito della sicurezza ti senti di dare ai ragazzi che si ogni giorno si confrontano con le nuove tecnologie?
Non e' una domanda semplice, sai ? Innanzitutto, di usare sempre la testa e non farsi prendere la mano. Nell'eta' dell'adolescenza, strumenti come le chat o i blog potrebbero, in qualche modo, "alienare" i giovani. E te lo dice uno che ha iniziato a chattare quando aveva 13 anni, quindi ne parlo a ragion veduta, sono cose che ho vissuto sulla mia pelle. E' anche necessario fare attenzione, esattamente come - non mi stanchero' mai di dirlo - nella vita reale. Non lasciate numeri di telefono ed indirizzi a sconosciuti, non andate ad appuntamenti "alla cieca", informate sempre qualcuno (i genitori, un amico o un'amica) di dove vi state recando e per incontrare chi. Ed, infine, uscite all'aria aperta. So perfettamente che il "cyberworld" e' un mondo piacevole, nel quale a volte e' bello rifugiarsi. Ma nulla e' piu' bello di una pomeriggio all'aria aperta, di camminare a piedi nudi su un prato, di avere i propri amici attorno a se'.

2. In relazione al malware oggi in circolazione quale ritieni sia maggiormente pericoloso per la tutela dei giovani navigatori?
Mah, di malware ce n'e' cosi' tanto che non e' facile dare una risposta. Ritengo che tutto il malware sia dannoso. Mi da' fastidio il malware che "spia e basta" cosi' come il malware che modifica le impostazioni del sistema operativo, e cosi' via...

3. Quali ritieni oggi siano le principali precauzioni che un buon Dirigente Scolastico in una scuola deve prendere per la sicurezza della sua infrastruttura informatica?
Postazioni di Lavoro e server patchati, innanzitutto. So che sembra una banalita', ma non lo e'. Se un sistema informatico e', quantomeno, patchato, diminuisce abbastanza drasticamente la possibilita' di infezione, contagio, attacco. Quindi una scuola piu' sicura, dove i giovani capiscano e respirino sin da subito un concetto molto diretto: nell'Information Technology raramente si puo' "fare cio' che si vuole". Una persona che impara questo concetto da giovane, crescendo diventera' un adulto responsabile o, quantomeno, non uno dei tanti che, dal suo posto di lavoro, credera' sia possibile fare cio' che gli pare, senza mai essere scoperto.

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