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sabato 28 agosto 2010

SOCIAL NETWORK/ Su Facebook tre milioni di «fantasmi»: cosa accade ai profili delle persone scomparse?




Una recente analisi ha calcolato che su Facebook «esistono» tre milioni di morti. Si tratta dei profili abbandonati, dimenticati o appartenuti a persone decedute. Nel 2009 il social network ha preso una posizione ufficiale riguardo agli account di persone scomparse. Ma cosa succede ai nostri dati personali quando si muore?

Dalla banca alla e-mail, ci sono centinaia di informazioni da ricordare. Oltre l’1% dei profili attivi su Facebook appartiene a persone decedute e dal momento che gli utenti hanno raggiunto quota mezzo miliardo, sul social network sono presenti milioni di «fantasmi». Nelle ultime settimane, Stéphane Koch, consulente informatico a Ginevra, ha deciso di fare una sorta censimento dei morti su Facebook.

I MORTI SU FACEBOOK - Calcolando che circa cento milioni di profili sono spam e moltiplicando il resto per 0,83% (ossia il tasso di mortalità mondiale stimato dalle Nazioni Unite), Koch arriva a un totale di 3.320.000 morti. Oltre all’aspetto curioso del fenomeno, questo pone reali problemi sociali: cosa ne è dell’identità degli utenti defunti? Che succede con i dati personali? Le foto? Tutto questo può essere trasmesso a eventuali eredi? E come garantire la protezione della sfera privata se l’interessato non è più in grado di farlo?
La rete creata da Mark Zuckerberg nel 2004 sta considerando la questione e dall’ottobre dell’anno scorso mette a disposizione degli iscritti un formulario che permette di segnalare la dipartita di un amico, poi ai familiari viene dato l’accesso al profilo.
UN CASO EMBLEMATICO - Ma c’è di più, alcune ditte statunitensi si sono specializzate nella «pulizia» dei dati degli utenti deceduti. Tramite il versamento di una quota che va da 10 a 30 dollari l’anno, AssetLock.net, Legacy Locker o Deathswitch.com, propongono di raccogliere in una cassaforte virtuale le parole d’ordine, dati bancari, avatar, segreti vari e ultime volontà. A seconda delle opzioni scelte, le informazioni vengono poi distrutte o conservate. Tuttavia, ricorda Koch, non è possibile garantire che si possa sparire completamente dalla rete. Emblematica la storia di Max Kelly dipendente di Facebook, che ha perso un amico speciale a causa di un tragico incidente in bicicletta. È stato il primo incontro ravvicinato tra il team di Facebook e la morte. Tutti i colleghi hanno confortato Kelly per la perdita, ma poi, durante una riunione interna, si sono posti un inquietante interrogativo: che cosa fare con il profilo del defunto.

I PROFILI «MEMORIALI» - Questa storia è stata pubblicata sul blog ufficiale di Facebook, scritta dallo stesso Max Kelly. «La questione è venuta fuori presto: cosa ne facciamo del suo profilo? - ha riportato Kelly - Non avevamo mai pensato ad una cosa del genere, non in modo così personale». Allora, cosa accade nel momento in cui un utente si ritrova nella spiacevole ed incolpevole condizione di non potersi più loggare? Facebook sembra aver trovato la risposta, in quanto alfiere delle relazioni online, materiali o spirituali che siano. "Quando qualcuno ci lascia - ha intuito il team - non lascia per forza di cose la nostra memoria né il nostro social network". Dunque è nato l'account commemorativo, luogo virtuale da visitare per ricordare i cari estinti, lasciando commenti in bacheca al posto dei più classici fiori secchi da cambiare la domenica al cimitero.
LE REGOLE DI FACEBOOK - E c'è un modulo apposito, chiamato modulo di decesso: "Rendendo un account commemorativo, verranno rimosse alcune informazioni riservate e la privacy verrà impostata in modo che solo gli amici confermati possano accedere al profilo o trovarlo nelle ricerche". In fondo, Facebook non ha mai avuto la vita troppo facile con la protezione dei dati degli utenti e adesso vuole lanciare un segnale chiaro a difesa della privacy, persino dei deceduti. Che non potranno stringere nuove amicizie, ma potranno sicuramente veder conservate quelle vecchie, online per ricordare e commemorare. «Se avete amici o familiari i cui profili debbano essere commemorati - chiude Kelly nel post - prego contattateci, così che la loro memoria possa vivere a lungo su Facebook».

LA POSTA ELETTRONICA - Per non parlare dell’interrogativo su cosa accade alla tua e-mail dopo la morte. E’ un pensiero morboso, ma facendo gli scongiuri è di una certa importanza, in quanto la maggior parte di noi gestisce le proprie vite attraverso le e-mail. E a parte la corrispondenza personale e collegata al lavoro, noi riceviamo e-mail per investimenti e assicurazione sulla vita, conti correnti bancari e bollette della carta di credito, e salviamo questi documenti nelle cartelle di posta elettronica. Ma che cosa accadrebbe in caso di morte improvvisa? La soluzione più intelligente potrebbe essere avere due indirizzi di posta elettronica: uno dove immagazzinare le informazioni da lasciare in eredità, e la cui password deve essere conosciuta da membri selezionati della famiglia, e un altro per la propria vita privata.

LE POSSIBILI SOLUZIONI - In modo che in caso di morte improvvisa, moglie e figli sappiano qual è lo stato del conto corrente bancario e delle polizze assicurative. E se non hai condiviso la tua password, ma hai un account su Gmail o su Hotmail, i parenti prossimi possono ancora accedervi, ma solo dopo una procedura burocratica lunga e complessa. In ogni caso, se preferisci non condividere la password e vuoi tenere segrete le tue e-mail, hai un’altra opzione: salvare queste informazioni da qualche altra parte, lasciando istruzioni perché siano consegnate a tutte le persone che avete scelto, dopo la morte. Queste e-mail possono riguardare la combinazione della cassaforte, la password del blog, un lascito speciale per una persona, o persino una lettera per qualcuno che hai ammirato in segreto.

I SITI SPECIALIZZATI - C’è una varietà di servizi on-line dove potete lasciare istruzioni da inviare a familiari e amici dopo la scomparsa. I siti web hanno nomi stravaganti: Letter from beyond (Lettera dall’aldilà), My last email (la mia ultima e-mail), My webwill (la mia volontà online), Last messages club (il club degli ultimi messaggi) e AssetLock (blocco dei patrimoni).

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