Un ex-scammer racconta a Scam Detectives le tecniche utilizzate per truffare gli utenti di Internet
Si fa chiamare “John”, dice di avere 23 anni e di essere uscito da una prigione nigeriana lo scorso ottobre dopo due anni di detenzione. Ora studia economia in un college in Gran Bretagna, dove partecipa a un programma alla pari. E come parte del suo percorso di riabilitazione lavora con la EFCC (Economic and Financial Crimes Commission) in Nigeria, per aiutare la commissione a capire come lavorano le gang che si dedicano allo scamming. John è entrato in una gang di scammer all’età di 15 anni, perché era molto bravo in inglese e nell’utilizzo del PC. A spingerlo verso questa strada la povertà della sua famiglia. Quale l’operazione di scamming che ha più successo e che riesce a portare nelle tasche dei cyber-criminali i maggiori proventi? Alla domanda di Scam Detectives, John risponde citando la advance fee fraud: si invia una mail a un utente informandolo che qualcuno è morto e che ha lasciato milioni di dollari in una banca o in deposito e gli si chiede aiuto per riuscire a portare i soldi fuori dal paese dove sono conservati. Qui un esempio della tecnica. Ma John si è dedicato anche al phishing. Le vittime vengono individuate sui forum e sui siti Internet, dove milioni di utenti lasciano i loro indirizzi di posta elettronica. Dieci persone su 1000 cadono nel tranello, una risposta su 20 porta al guadagno. Si utilizzano mail fasulle che inducono gli utenti a fornire chiavi di accesso e credenziali e documenti altrettanto fasulli per ritirare i soldi presso uno sportello Western Union. Da 5.000 euro circa a un massimo di 15.000 euro circa le cifre che John è riuscito a portare alla gang. C’è un ulteriore passaggio: gli scammer si fingono agenti dell’FBI o incaricati delle autorità nigeriane e avvisano la vittima che i suoi soldi, quelli inviati in seguito alla frode, sono stati ritrovati, ma che per averli indietro occorre versare un certa cifra.
Più che patente internet semplicemente cercherei di diffondere cultura informatica tramite la rete che è un veicolo da questo punto di vista eccezionale.Per le nuove generazioni basterebbe istituire un percorso già dalla scuola primaria di "Educazione ai nuovi media" andando a toccare il tema mondo virtuale a 360°.
RispondiEliminaquoto kespersky sono troppe le persone ke stanno sul web senza la benkè minima idea di come si navighi e soprattutto di quali riski si corrono andando in giro x la rete
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