Dall'incontro «tradizionale» alla dichiarazione online le 15 tappe degli adolescenti
Tutti chattano «I love you», anche se dirlo di persona, guardandosi negli occhi, resta comunque il massimo. È il paradosso della «Generazione Facebook», quella che si innamora in Rete e comunica a colpi di megabyte, ma quando deve aprire il cuore sceglie di farlo alla vecchia maniera, con gli occhi bassi e il fiatone. Per il resto cambia tutto, e alla velocità della luce, spiega una ricerca del colosso dell’elettronica Ericsson presentata oggi al Ces di Las Vegas, la kermesse mondiale dell’elettronica. Innanzitutto le abitudini: l’sms, che per i fratelli maggiori era una conquista di libertà e rapidità, per i ragazzini tra i 13 e i 17 anni è un residuo del passato, come la posta elettronica. Meglio, dicono i duemila teenager interpellati dal centro studi della multinazionale, puntare sulle video-chat, in crescita costante perché immediate, coinvolgenti e gratuite. Il cellulare funziona sempre, il telefono fisso è un reperto da museo. Ma il cuore dei nuovi rapporti è Facebook. Il social network più frequentato del pianeta ha cambiato relazioni, dinamiche sociali e perfino le storie d’amore. Che iniziano e finiscono sulle pagine del sito.
La serata tipo: incontro in centro o in discoteca, scambio di sguardi e, soprattutto, di nomi: la chiave di tutto. A casa, tuffo su Facebook per cercarsi: un’occhiata al profilo, se pubblico, un «poke» se privato, e via con la richiesta di amicizia, il primo approccio. Il resto è un lungo scambio di messaggi in chat che portano al terzo livello del cyber-corteggiamento: lo scambio dei numeri di telefono e il fiume di messaggini che - se tutto funziona per il meglio - portano all’appuntamento. Con gli amici, per qualche giorno, poi scatta la serata a due. Ma per capire se la storia d’amore comincia davvero bisogna tornare alla schermata di Facebook: la dichiarazione ufficiale si fa sullo status, il quadratino della home page personale con tre scelte: «single», «impegnato», «fidanzato». Ma attenzione, i comportamenti cambiano di anno in anno. Per i tredicenni sms e messaggi di email sono archeologia pura, chi ha 17 anni è pronto a dare una chance alla mail. «I comportamenti sono dinamici, e cambiano mano a mano che le persone entrano in differenti fasce d’età - spiega Ann-Charlotte Kornblad, senior advisor del laboratorio Ericsson -. Crescendo, i teenager iniziano a utilizzare i mezzi di comunicazione come fanno gli adulti. Continuano a sfruttare i loro strumenti, dai messaggini ai social network ma, allo stesso tempo, capiscono il bisogno di usare la voce». Il 76% dei ragazzi italiani ha un profilo Facebook, ma sono pochi quelli che rischiano di essere travolti. Vero, il 41 per cento dice che rinuncerebbe a una vacanza pur di non staccarsi dal web e uno su tre diventa ansioso se non può controllare lo smartphone ogni 24 ore, ma non è il caso di allarmarsi. «Ci sono stati casi di dipendenza - ammette Stefania Durando, responsabile del centro Watson di Torino, specializzato nel trattamento dei disturbi psicologici - ma succede la stessa cosa agli adulti, per molti dei quali, per esempio, l’idea di una settimana senza cellulare è inconcepibile. Piuttosto, Facebook aiuta a condividere le proprie esperienze, ad aprirsi ed è estremamente utile per sviluppare la propria personalità. A patto, ovviamente, di non abusarne».
Fonte Articolo e Immagine: La Stampa - Autore: Giuseppe Bottero
La serata tipo: incontro in centro o in discoteca, scambio di sguardi e, soprattutto, di nomi: la chiave di tutto. A casa, tuffo su Facebook per cercarsi: un’occhiata al profilo, se pubblico, un «poke» se privato, e via con la richiesta di amicizia, il primo approccio. Il resto è un lungo scambio di messaggi in chat che portano al terzo livello del cyber-corteggiamento: lo scambio dei numeri di telefono e il fiume di messaggini che - se tutto funziona per il meglio - portano all’appuntamento. Con gli amici, per qualche giorno, poi scatta la serata a due. Ma per capire se la storia d’amore comincia davvero bisogna tornare alla schermata di Facebook: la dichiarazione ufficiale si fa sullo status, il quadratino della home page personale con tre scelte: «single», «impegnato», «fidanzato». Ma attenzione, i comportamenti cambiano di anno in anno. Per i tredicenni sms e messaggi di email sono archeologia pura, chi ha 17 anni è pronto a dare una chance alla mail. «I comportamenti sono dinamici, e cambiano mano a mano che le persone entrano in differenti fasce d’età - spiega Ann-Charlotte Kornblad, senior advisor del laboratorio Ericsson -. Crescendo, i teenager iniziano a utilizzare i mezzi di comunicazione come fanno gli adulti. Continuano a sfruttare i loro strumenti, dai messaggini ai social network ma, allo stesso tempo, capiscono il bisogno di usare la voce». Il 76% dei ragazzi italiani ha un profilo Facebook, ma sono pochi quelli che rischiano di essere travolti. Vero, il 41 per cento dice che rinuncerebbe a una vacanza pur di non staccarsi dal web e uno su tre diventa ansioso se non può controllare lo smartphone ogni 24 ore, ma non è il caso di allarmarsi. «Ci sono stati casi di dipendenza - ammette Stefania Durando, responsabile del centro Watson di Torino, specializzato nel trattamento dei disturbi psicologici - ma succede la stessa cosa agli adulti, per molti dei quali, per esempio, l’idea di una settimana senza cellulare è inconcepibile. Piuttosto, Facebook aiuta a condividere le proprie esperienze, ad aprirsi ed è estremamente utile per sviluppare la propria personalità. A patto, ovviamente, di non abusarne».
Fonte Articolo e Immagine: La Stampa - Autore: Giuseppe Bottero
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