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giovedì 12 gennaio 2012

Amore e Facebook Così ci si corteggia ai tempi della Rete


Dall'incontro «tradizionale» alla dichiarazione online le 15 tappe degli adolescenti
Tutti chattano «I love you», anche se dirlo di persona, guardandosi negli occhi, resta comunque il massimo. È il paradosso della «Generazione Facebook», quella che si innamora in Rete e comunica a colpi di megabyte, ma quando deve aprire il cuore sceglie di farlo alla vecchia maniera, con gli occhi bassi e il fiatone. Per il resto cambia tutto, e alla velocità della luce, spiega una ricerca del colosso dell’elettronica Ericsson presentata oggi al Ces di Las Vegas, la kermesse mondiale dell’elettronica. Innanzitutto le abitudini: l’sms, che per i fratelli maggiori era una conquista di libertà e rapidità, per i ragazzini tra i 13 e i 17 anni è un residuo del passato, come la posta elettronica. Meglio, dicono i duemila teenager interpellati dal centro studi della multinazionale, puntare sulle video-chat, in crescita costante perché immediate, coinvolgenti e gratuite. Il cellulare funziona sempre, il telefono fisso è un reperto da museo. Ma il cuore dei nuovi rapporti è Facebook. Il social network più frequentato del pianeta ha cambiato relazioni, dinamiche sociali e perfino le storie d’amore. Che iniziano e finiscono sulle pagine del sito.
La serata tipo: incontro in centro o in discoteca, scambio di sguardi e, soprattutto, di nomi: la chiave di tutto. A casa, tuffo su Facebook per cercarsi: un’occhiata al profilo, se pubblico, un «poke» se privato, e via con la richiesta di amicizia, il primo approccio. Il resto è un lungo scambio di messaggi in chat che portano al terzo livello del cyber-corteggiamento: lo scambio dei numeri di telefono e il fiume di messaggini che - se tutto funziona per il meglio - portano all’appuntamento. Con gli amici, per qualche giorno, poi scatta la serata a due. Ma per capire se la storia d’amore comincia davvero bisogna tornare alla schermata di Facebook: la dichiarazione ufficiale si fa sullo status, il quadratino della home page personale con tre scelte: «single», «impegnato», «fidanzato». Ma attenzione, i comportamenti cambiano di anno in anno. Per i tredicenni sms e messaggi di email sono archeologia pura, chi ha 17 anni è pronto a dare una chance alla mail. «I comportamenti sono dinamici, e cambiano mano a mano che le persone entrano in differenti fasce d’età - spiega Ann-Charlotte Kornblad, senior advisor del laboratorio Ericsson -. Crescendo, i teenager iniziano a utilizzare i mezzi di comunicazione come fanno gli adulti. Continuano a sfruttare i loro strumenti, dai messaggini ai social network ma, allo stesso tempo, capiscono il bisogno di usare la voce». Il 76% dei ragazzi italiani ha un profilo Facebook, ma sono pochi quelli che rischiano di essere travolti. Vero, il 41 per cento dice che rinuncerebbe a una vacanza pur di non staccarsi dal web e uno su tre diventa ansioso se non può controllare lo smartphone ogni 24 ore, ma non è il caso di allarmarsi. «Ci sono stati casi di dipendenza - ammette Stefania Durando, responsabile del centro Watson di Torino, specializzato nel trattamento dei disturbi psicologici - ma succede la stessa cosa agli adulti, per molti dei quali, per esempio, l’idea di una settimana senza cellulare è inconcepibile. Piuttosto, Facebook aiuta a condividere le proprie esperienze, ad aprirsi ed è estremamente utile per sviluppare la propria personalità. A patto, ovviamente, di non abusarne».
Fonte Articolo e Immagine: La Stampa - Autore: Giuseppe Bottero

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