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sabato 3 dicembre 2011

Disinvolti, bulli ma anche vittime delle frodi, i ragazzi sul Web secondo il rapporto Norton

Tra le nuove minacce il “cyberbaiting” (provocazione virtuale) e l'uso incontrollato della carta di credito dei genitori. Molti hanno esperienze negative online e hanno subito attacchi informatici. Un business che vale 384 miliardi di dollari.

Nell’evoluzione tecnologica in cui viviamo esiste una fascia d’età che va dagli 8 ai 17 anni, persone nate e cresciute in mezzo a dispositivi elettronici di vario genere oltreché, ovviamente, al web. Il Norton online family report 2011 prova a darci una fotografia di questi “nativi digitali”. Si chiama “cyberbaiting” la nuova minaccia che emerge dalla seconda edizione dello studio, ma non sono i ragazzi a doversene guardare bensì i loro insegnanti. Da tempo, come certifica anche il rapporto commissionato dalla Symantec (azienda specializzata nella sicurezza informatica), sembra essersi diffusa tra i ragazzi l’abitudine a provocare i propri insegnanti per filmare con il cellulare le reazioni esasperate, mettendo il tutto in rete. Il 21% dei professori intervistati (il 17% di quelli italiani) ha sperimentato personalmente il fenomeno o conosce un collega che lo ha subito. Un’umiliazione per le vittime e la scuola che passa soprattutto attraverso i social network. Paradossalmente il 31% degli insegnanti italiani è amico dei propri studenti su Facebook o attraverso altre community mentre solo il 34% afferma che nella propria scuola ci sia un codice di sicurezza per le comunicazioni digitali tra insegnanti e studenti attraverso i social media. Materia oscura per chi è nato negli anni ’80. Dal rapporto emerge anche un altro trend in crescita: l’abitudine dei ragazzi di effettuare i propri acquisti sul web - soprattutto musica, videogiochi, biglietti e applicazioni - utilizzando in maniera disinvolta la carta di credito dei genitori, spesso a loro insaputa. Il 33% degli oltre 4mila ragazzi intervistati acquista online ma il 24% lo fa di nascosto. Un fattore che ha una certa conseguenza sullo sviluppo delle frodi informatiche visto che il 62% dei ragazzi è stato vittima di un crimine informatico e di conseguenza nove volte su dieci i genitori lo hanno subito a loro volta.  Il crimine informatico è un fattore messo in evidenza proprio per le dimensioni del fenomeno che nel mondo muove un giro d’affari che supera i 380 miliardi di dollari e colpisce oltre un milione di persone, soprattutto i ragazzi. Il 63% di loro ha avuto un’esperienza negativa online (59% in Italia) mentre a più della metà di chi ha un profilo sui social network è capitato di trovarsi in “situazioni spiacevoli”. L’Italia si piazza al decimo posto nella speciale classifica dei paesi più colpiti dal crimine informatico. Uno scenario difficile che ha spinto molti genitori a correre ai ripari, la metà di loro ha deciso di educare i propri figli alla sicurezza online mentre il 36% ammette di spiarne segretamente le abitudini di navigazione (controllando la cronologia dei siti visitati) e un quarto di loro controlla i profili sui social network a loro insaputa. Paradossale visto che nel mondo occidentale più dell’80% degli adulti è vittima di crimini informatici a causa dei quali nell’ultimo anno si sono volatilizzati 274 miliardi di dollari.

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