Facebook e i rapporti con l'autorità
Un
documento relativo ai rapporti del social network con le forze
dell'ordine: quali dati degli utenti vengono consegnati, e in quali
circostanze?
Roma - Facebook
ha pubblicato le linee guida operative in base alle quali
regola i suoi rapporti con le forze dell'ordine. Per quanto
non sia una novità
che i soggetti che operano in rete, in qualità di intermediari, si
trovino a dover interagire con le autorità, il nuovo documento fornisce
un quadro dettagliato di questa relazione. I contenuti del documento
erano stati anticipati da EFF (
Electronic Frontier Foundation)
che via Twitter aveva divulgato documenti presumibilmente ottenuti da
Anonymous, ma l'indiscrezione è diventata ufficiale con la pubblicazione
della pagina Facebook. Le linee guida sono indirizzate alle
autorità che intendono rivolgersi al social network per chiedere log e
altri dati relativi a suoi utenti, che
sono conservati per 90 giorni (la legge prescrive la loro conservazione per 30).
Per quanto riguarda la normativa statunitense
vi sono tre gradi di accesso che Facebook concede alle autorità: il
primo livello necessità l'emissione da parte di un giudice di una
citazione in giudizio e permette di conoscere nome, indirizzo email, più
recente indirizzo IP di login e date di iscrizione al servizio. Poi Facebook richiede uno
specifico ordine di un giudice
per la divulgazione di registrazioni specifiche e altre informazioni
riguardanti l'account, dagli indirizzi IP ai destinatari dei messaggi. Infine Facebook
richiede un mandato
per concedere alle autorità l'accesso agli altri contenuti:
messaggi
pubblicati, foto, video e informazioni di geolocalizzazione. Inoltre
Facebook ha stabilito tutta una serie di procedure per le richieste di
emergenza e per le questioni che costituiscono una minaccia per la
sicurezza dei minori.
Fonte: Punto Informatico - Autore: Claudio Tamburrino
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