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lunedì 7 febbraio 2011

Moige: ragazzi troppo liberi sul Web, genitori impreparati a proteggerli


I risultati dell'indagine realizzata per il Safer Internet Day 2011

In occasione del Safer Internet Day 2011, la giornata europea dedicata alla sicurezza in Rete in programma l'8 febbraio, Moige – movimento genitori e Trend Micro, azienda dedicata alla sicurezza informatica, presentano i risultati emersi da un’indagine con focus group di genitori, durante il quale sono stati discussi ed approfonditi i comportamenti in Rete di genitori e figli, i pericoli percepiti, i controlli e le misure di protezione adottate. Dalle interviste condotte emerge in generale uno scenario in cui il Web è ormai un ambiente fondamentale di riferimento per genitori e figli, che stimola e incuriosisce e del quale ormai «non si può fare a meno»: «c’è tutto il Mondo». Nelle famiglie sono spesso disponibili diversi strumenti per navigare come pc, smartphone, consolle-videogiochi, utilizzati con una crescente autonomia dai minori, specie dai 10 anni in su. L’uso di Internet va molto oltre il gioco e la ricerca didattica, è diventato il prerequisito dell’entrata nel mondo dei Social Network, parte ormai della «vita contemporanea». Il genitore non ostacola e spesso favorisce un approccio precoce anche con l’intento di favorire l’adattamento e integrazione dei figli alle nuove modalità di comunicazione e relazione sociale. I social network, infatti, sono molto apprezzati dai ragazzi italiani: l’82,9% nella fascia tra 15 e 16 anni, e il 74,3% in quella 11-14. Anche un 20% dei più piccoli non è indifferente. Facebook, come prevedibile, la fa da padrone: quasi 9 ragazzi su 10 lo preferiscono. La sensazione di pericolo dei genitori riguardo l’uso del Web da parte dei minori è abbastanza relativa, e scaturisce solo da eventi di cronaca o da informazioni provenienti da fonti autorevoli: sembra emergere una sorta di “abitudine anestetica”, presumibilmente incentivata da una scarsa conoscenza effettiva dei pericoli e di come fare per evitarli e proteggere le informazioni online, per esempio impostando correttamente le regole di privacy sui social network. Di fronte all’ampia articolazione dei pericoli della Rete, come pornografia, pedofilia, cyber-bullismo e giochi d’azzardo, i genitori tendono a concentrare la sensazione di rischio nei “contatti indesiderati con sconosciuti”, mentre è limitata la percezione del rischio verso i giochi d’azzardo e gli acquisti impropri. La preoccupazione dei genitori cresce con uno sguardo più attento agli atteggiamenti dei ragazzi: tutti sono consapevoli che la condivisione di immagini, video, informazioni personali, indirizzi, giochi e altro è ormai un’abitudine massiccia e poco controllabile. Con l’aumentare dell’età dei ragazzi, tra l’altro, diventa via via maggiore la quantità di informazioni personali inserite in Rete. Ad esempio, tra i ragazzi della fascia dai 15 ai 16 anni, la pubblicazione delle foto personali e dei familiari raggiunge l’81,4%, come la rivelazione del luogo dove vanno a scuola (62,9%), o gli eventi a cui partecipano (51,4%), o i luoghi frequentati (30%). Nel calderone di Internet le fantasie dei genitori si concentrano pertanto su una generica idea di «contatti insidiosi o indesiderati», ricorrente è la citazione di episodi paragonabili alle cosiddette «caramelle da uno sconosciuto», il tutto trasferito in un contesto di nuove e insidiose tentazioni: «gli dico sempre che non devono rispondere o accettare l’amicizia di persone che non conoscono». Di fronte a un pericolo generico e imprevedibile come i contatti con sconosciuti il dialogo tra genitori e figli appare come unica forma di prevenzione e difesa fondamentale e necessaria, ma non sufficiente e che denota soprattutto una mancanza di veri «punti di riferimento».

Fonte: La Stampa

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