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mercoledì 22 dicembre 2010

UK/ Bloccare il porno alla radice? Impossibile


In Gran Bretagna è in discussione l’intenzione di bloccare su vasta scala l’accesso ai siti pornografici, in particolare quelli recanti contenuto pedopornografico. I primi si vorrebbe fossero vincolati a un sistema di accertamento dell’età, mentre i secondi si vorrebbe fossero comunque, in qualche modo, interdetti. Pur prevalendo una finalità di riduzione degli accessi illeciti da parte di minori, pur essendo legittimo impedire, nei limiti del possibile, l’accesso a contenuti riguardanti atti compiuti commettendo reati, ciò che ne sta derivando è un dialogo da cui emergono non solo conflittualità sotto il profilo dei principi, ma anche severe difficoltà di ordine tecnico. Attuare un simile provvedimento, intorno al quale stanno discutendo alte autorità come il Ministro della Cultura, Ed Vaizey, i rappresentanti delle industrie, gli Internet Service Provider e le organizzazioni di tutela, sia dei consumatori che dei diritti umani, non è affatto semplice: questa la conclusione a cui stanno giungendo.Gli Internet Provider, rappresentati in gran parte dalla ISPA (la AIIP britannica), hanno spiegato che l’adozione di un sistema di filtraggio presenta complessità elevatissime e, pur volendo, difficilmente potrebbe avere efficacia accettabile. Le modalità con cui la gente può ottenere materiale pedopornografico sono talmente tante (Web, FTP, varie forme di P2P, Forum, Newsgroup) e talmente granularizzate da rendere impossibile discriminare senza commettere errori. Tra i provider presenti anche il maggiore di quelli britannici, British Telecom (BT), che ha fatto presente di essere felice di partecipare ai tavoli di confronto, spiegando però come nel fronteggiare la circostanza ci si trovi a gestire “molti aspetti legali, di diritto al consumo e tecnici da prendere in considerazione prima di mettere in funzione qualsiasi politica di filtraggio”. Organizzazioni come l’Open Rights Group condannano, dal canto loro, l’adozione di simili provvedimenti assimilandoli a un generale dispiegamento censorio, i cui effetti travalicano le finalità protettive che il consesso si proporrebbe. Ciò non toglie, osserva l’organizzazione Safer Media, che i ragazzi stanno crescendo con una sostanziale assuefazione alla pornografia e questo dovrebbe essere evitato.

Fonte: The New Blog Times

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