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venerdì 3 dicembre 2010

Società 2.0: che ci fai tutto quel tempo su Internet?


Ma che ci fai tutto quel tempo, da solo, su internet?” È la domanda della mamma al figlio, ma anche del marito alla moglie e del figlio al papà. “Ci faccio di tutto e non sono da solo!” è l’unica risposta possibile. ll web non è più solo per geek, tech fan, giovanissimi, guardoni, contestatori o innovatori, élites intellettuali o artistiche, creative o chat dipendenti. Il web è l’Italia, con i suoi vizi e le sue virtù. Dal web sono esclusi solo quelli che non vi possono tecnicamente accedere, o che proprio sono analfabeti digitali. Ed è un peccato, soprattutto per loro. Col crescere delle opportunità della rete, aumenta la consapevolezza che i media sociali migliorano la qualità della vita. Che è molto più del ritenere che siano semplicemente utili. Su internet c’è un sacco di gente, una nube di connessioni note che ne scatenano altre imprevedibili, come accade per la Serendipity, la sensazione che si prova quando si scopre una cosa non cercata e imprevista, mentre se ne sta cercando un’altra. Ormai circa il 20% delle connessioni lega persone che non si sono mai conosciute dal vivo, ma che magari lo faranno in seguito. Del resto conoscenza, informazione e divertimento sono da sempre le prime tre motivazioni per stare in “Rete”. Un brodo primordiale che nel tempo ribolle e si muove, si arricchisce di componenti, piattaforme e modalità di interazione che “danno forza” ai partecipanti, aumentandone la percezione di apertura alle possibilità. E’ dunque arrivato quello spazio pubblico atteso da 20 anni, da quando ambienti più tradizionali si sono svuotati, lo spazio si è riempito di nuovi volti, nuovi Re e Regine, futuri principi, nuovi linguaggi e prassi di interazione (multimediali, cross mediali, a temporali, emergenti e poietiche). E’ una nuova forma mentis – oltre che esperienziale – di cui stiamo iniziando a vedere i primi segni anche nella vita “off line”. C’è da scommettere che l’impatto sarà ancora più forte quando la minoranza on-line prenderà sempre più piede, e si arriverà alla contaminazione/scontro tra “il castello” e la “rete”, metafore di modi di comunicare, stili di vita, modalità di organizzare la vita, le aziende, la politica. Una nuova conoscenza, insegna il Rinascimento, è l’origine di una nuova società.

Fonte: Anteprima-blog.it - Autore: Simone De Battisti

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