Pagine

Visualizzazioni totali

Google Scholar

lunedì 9 agosto 2010

Connessioni per tutti


NEW YORK – Non capita tutti i giorni di vedere due celebrità mondiali unite per promuovere una rivoluzione planetaria, ma è quello che è successo con Connect to Learn (), una nuova iniziativa per garantire che tutti i bambini del mondo possano poter studiare almeno fino alla scuola superiore. La Ericsson, il colosso delle telecomunicazioni, e la cantante pop Madonna stanno unendo le forze per far andare a scuola i bambini, collegandoli da un capo all’altro del mondo attraverso una banda larga senza fili. Io, insieme ai miei colleghi dell’Earth Institute e della Millennium Promise Alliance, ci siamo uniti all’impresa. Non può esserci una posta in palio più importante di questa, non possono esserci prospettive più entusiasmanti di queste.La rivoluzione dell’informatica e delle telecomunicazioni oggi rappresenta senz’altro la maggiore forza di sviluppo economico. A New York, Shanghai o Parigi, girando per la strada si vedono tante persone quanti cellulari, ma oggi la telefonia mobile è arrivata anche ai tassisti di Nairobi o ai cammellieri del Kenya settentrionale. Ci sono ormai nel mondo 4,6 miliardi di abbonamenti di telefonia mobile, e i numeri continuano a crescere a ritmo molto sostenuto. Solo nell’Africa subsahariana si contano, secondo le stime, 250 milioni di abbonati.La diffusione dei cellulari di terza generazione (e presto di quarta generazione) offre la prospettiva di una rivoluzione tecnologica nell’istruzione. Improvvisamente, anche scuole situate in posti remoti potranno connettersi a internet e alle altre scuole usando un pannello solare, computer a basso costo e accessi wireless. Una scuola che prima mancava anche degli strumenti fondamentali per l’insegnamento improvvisamente potrebbe ritrovarsi ad avere accesso allo stesso patrimonio globale di informazioni di qualsiasi altro posto del mondo.Quando questo succede, i risultati sono entusiasmanti. Pochi minuti dopo aver collegato alla Rete una comunità di pastori del Kenya nordorientale, i ragazzi stavano leggendo informazioni sulla partecipazione della loro comunità al Millennium Villages Project, un progetto esteso a tutto il continente. Comunità dove la frequenza scolastica era bassa sono riuscite a invertire la tendenza con interventi poco costosi, come la connessione a internet, l’offerta di una mensa scolastica e di acqua pulita: grazie a queste misure, le scuole sono migliorate sensibilmente, diventando più efficienti e allettanti per studenti e genitori. Con un finanziamento anticipato di modeste proporzioni, le comunità povere e le comunità rurali tradizionali, che non prendevano in considerazione l’idea di mandare a scuola le bambine, improvvisamente si rendono conto che far studiare sia i bambini che le bambine è qualcosa che apporta un grande valore alla comunità. In un villaggio del progetto Millennium Villages, in Etiopia, dove sono stato di recente con il ministro della Sanità nazionale, un genitore mi spiegava che aveva deciso di continuare a far studiare la figlia invece di darla in sposa, a 12 anni, al figlio di un vicino. «Ho chiesto a mia figlia che cosa voleva fare», spiegava il padre, «lei mi ha detto che voleva continuare a studiare, e io l’ho fatta continuare a studiare».Il ministro della Sanità si è voltato verso di me e ha detto che prima di allora non aveva mai sentito una conversazione del genere in quella regione: era eccezionale che il padre non solo domandasse alla figlia il suo parere, ma che rispettasse senza fiatare alla sua decisione! Stiamo vedendo cambiamenti rapidi in tutta l’Africa. Le comunità povere accolgono con piacere la prospettiva di un rapido incremento dell’istruzione femminile, se le magre risorse lo consentono.Recentemente, in Malawi, in una bella giornata di sole, Madonna e l’amministratore delegato della Ericsson, Hans Vestberg, hanno presenziato all’inaugurazione di una scuola femminile e hanno lanciato la nuova iniziativa globale per l’istruzione. All’orizzonte, in due direzioni diverse, a distanza di circa quattro chilometri, si stagliavano i ripetitori per telefonia cellulare che collegheranno la nuova scuola al resto del mondo. Il Governo nazionale è consapevole delle potenzialità del progetto: il ministro dell’Istruzione si è impegnato a estendere questo metodo a livello nazionale il più velocemente possibile con le risorse a disposizione.L’istruzione secondaria universale, specialmente per le bambine, ha un potere enorme in quelle società che cercano di sfuggire alla povertà, perché l’istruzione modifica anche le dinamiche demografiche di un Paese. Nelle aree più povere del mondo, dove le bambine ancora interrompono gli studi alle elementari, vanno spose in giovane età e partoriscono in media fra i 6 e gli 8 figli, quelle che continuano a studiare si sposano molto più tardi, fra i 20 e i 25 anni, riescono a entrare nel mondo del lavoro e partoriscono 2 o 3 figli.L’azione reciproca di una riduzione volontaria della fertilità e del calo della povertà è profonda e rapida. Una famiglia povera che fa meno figli può permettersi di investire cifre maggiori per la salute, l’alimentazione e gli studi di ogni bambino. Le madri hanno più tempo per lavorare, superando ostacoli radicati all’uguaglianza fra i generi. Una crescita della popolazione meno accentuata significa una pressione minore sui suoli, sulle risorse idriche e sulla biodiversità. Insomma, i legami fra istruzione da una parte e riduzione del tasso di fertilità, sviluppo economico più rapido e minore degradazione dell’ambiente dall’altra sono troppo forti ed evidenti per ignorarli.Mettere in collegamento bambini di tutto il mondo con programmi scolastici comuni via internet, e facilitare le «reti sociali» di bambini di ogni parte del mondo fin dalla più tenera età può produrre benefici di vasta portata sul piano scolastico. Recentemente, in occasione del varo di un collegamento «scuola-scuola» fra una scuola elementare statunitense e una keniana, i bambini, nonostante i quasi 13mila chilometri di distanza, hanno condiviso una lettura ad alta voce, e poi hanno constatato, con piacere e stupore, di poter condividere una storia con bambini di altre parti del mondo. Il Teachers College, l’istituto superiore per la formazione degli insegnanti dell’Università Columbia, seguirà da vicino questo processo, con metodi di verifica formali, per valutare le esperienze delle scuole sotto il profilo dell’apprendimento etico e cognitivo.Le stime correnti indicano che circa 300 milioni di bambini in età scolare, in tutto il mondo, non hanno la possibilità di completare gli studi secondari, in buona parte per ragioni economiche. Questo deficit, che mette a rischio il futuro di questi bambini e delle loro società, può essere colmato con poca spesa. Un Fondo globale per l’istruzione, abbinato a uno sforzo volontario globale per mettere in collegamento i bambini di tutto il mondo, offre una straordinaria occasione di progresso che ancora pochi anni fa appariva irrealistica.Iniziative del genere sono un altro esempio eclatante di una verità fondamentale del nostro tempo: la povertà estrema, l’analfabetismo e i decessi dovuti a malattie prevenibili sono flagelli anacronistici in un’epoca in cui esistono le tecnologie e la volontà globale per mettervi fine.Jeffrey D. Sachs è il Direttore dell’Earth Institute dell’Università Columbia ed è il cofondatore della Ong Millennium Promise. L’Earth Institute e Millennium Promise partecipano insieme a Madonna e alla Ericsson all’iniziativa Connect to Learn.
Copyright: Project Syndicate, 2010.(Traduzione di Fabio Galimberti)

Nessun commento:

Posta un commento