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martedì 2 marzo 2010

Ricatti a sfondo sessuale su Facebook



Diciannovenne ricattava i compagni di scuola, minacciando di pubblicare le loro foto senza veli ed esigendo prestazioni sessuali.
Quindici anni di galera più tredici di libertà vigilata: tale è la pena inflitta dai magistrati del Wisconsin a un certo Anthony Stancl, diciannovenne reo confesso di ricatti sessuali nei confronti dei suoi compagni di scuola, adescati su Facebook. Il sistema escogitato era quanto mai semplice: fingendo di essere una ragazza, adescava i giovani mediante una pagina realizzata sul social network, invitandoli a inviare fotografie che li ritraessero completamente nudi; quindi li ricattava minacciando di pubblicare le immagini sul web, costringendoli a compiere con lui incontri sessuali in cambio del silenzio.
Sono oltre trecento le fotografie - tra cui alcune di ragazzini di una quindicina d'anni - che la polizia ha ritrovato sul suo Pc e più di 30 i casi di violenza accertati in sede giudiziaria, nonostante le comprensibili reticenza e vergogna delle vittime del ricatto. In fondo al giovane delinquente è andata abbastanza bene poiché, forse tenendo conto della sua giovane età, il tribunale è stato clemente; infatti la pena massima edittale avrebbe anche potuto essere di 300 anni, in quanto la legge americana non prevede sconti in caso di continuazione del reato. Pare che il ricattatore, sebbene si sia dichiarato "dispiaciuto" e abbia affermato di "comprendere la vergogna e il dolore" delle sue vittime, abbia ascoltato impassibile la lettura della sentenza, che è esemplare in ragione del danno prodotto alle vittime. Assai meno comprensibile appare tuttavia la dabbenaggine dei protagonisti passivi della vicenda; i meno giovani, perché hanno dimostrato che l'età per votare non sempre coincide con l'acquisizione del buon senso comune; i genitori dei ragazzini, in quanto a loro volta colpevoli di omessa vigilanza o, almeno, di completa indifferenza riguardo a ciò che i figli andavano combinando in mancanza di controllo.

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