Pagine

Visualizzazioni totali

Google Scholar

lunedì 4 gennaio 2010

L'altra faccia di internet, dalla polizia postale il decalogo dei rischi da evitare



Il web ormai raccoglie in sottobosco di realtà a noi sconosciute, per molti impensabili. I consigli degli esperti, in particolare ai giovani, ma anche a famiglie e docenti, per evitare furti d'identità, phishing, scippi virtuali, danni alla privacy e per stare lontano da “stanze” di social network dove si inneggia al fascismo, al nazismo e alla camorra.
Potremmo chiamarla l'altra faccia di internet: quella meno edificante, fatta di furti d'identità, phishing, scippi virtuali, danni alla privacy e social network utilizzati come cassa di risonanza per danneggiare una persona per il colore della pelle o la credenza religiosa diversa dalla propria. I nostri ragazzi, e con loro anche le famiglie, gli educatori, i docenti, è bene che si rendano conto dei pericoli insiti in un uso disinvolto e spregiudicato della rete. Anche perchè negli ultimi tempi il quadro sta diventando sempre più a tinte fosche. Quanto accaduto dopo le recenti aggressioni al premier, Silvio Berlusconi, e al Santo Padre, con gruppi di facinorosi che hanno in poche ore costituito delle “stanze” virtuali inneggianti gli attentatori, sono solo la punta di un iceberg.
Internet ormai raccoglie in sottobosco di realtà a noi sconosciute, per molti impensabili. Esistono forum e gruppi di discussione che hanno come idolo movimenti come il fascismo e il nazismo. Qualche giorno fa la polizia postale (ogni giorno sono impegnati in questo lavoro addirittura duemila agenti specializzati) ha intercettato un luogo dove gli iscritti esercitano addirittura l'apologia della camorra. Il sito sembrerebbe un gioco: nella home page c'è scritto "lavora con noi, entra nella camorra" con un'affiliazione virtuale, la scelta del ruolo, la possibilità di scalare le gerarchie sociali del "gruppo". Cliccando sulle pagine gli agenti della Postale, infiltrati come ospiti interessati ad unirsi al gruppo, hanno scoperto che i contenuti hanno poco di ludico. Come tanti altri, molti dei quali vicini alla pedopornografia, al terrorismo o alla droga. Gli esperti della Polizia postale e delle Comunicazioni hanno così reso noti una serie di consigli da adottare, soprattutto quando a “navigare” nel mare magnum di di internet sono giovani e minori: Il primo riguarda il cosiddetto “phishing”, il fenomeno con il quale si sfruttano le vulnerabilità dei sistemi per installare virus che rubano codici segreti (il più recente si chiama "Zeus bot" che carpisce i dati sensibili): “la cosa più importante - dice il vice questore aggiunto Stefano Zireddu - è avere sempre sul computer antivirus aggiornati e utilizzare una navigazione protetta". In pratica l'utente, il consiglio vale per tutti, deve sempre fare attenzione a “disabilitare, quando è possibile, quegli accessori del browser, come ad esempio i java script, che spesso vengono sfruttati per rubare le informazioni”. E' bene sapere, a tal proposito, che sostituirsi ad una persona, così come accedere abusivamente ai sistemi informatici o fare propri codici e password di altri individui sono tutti reati previsti del codice penale e punibili con la reclusione. Un'altro cautela fondamentale è quella di non cliccare mai su un link che arriva per e-mail invitandovi a cambiare la vostra password, a entrare nella vostra banca o sul conto alla posta: "nessuna banca o ufficio postale invia mail per verificare dati o comunicare con i clienti", sottolinea l'esperto. Attenzione anche ai viaggi fantasma, quelli che si moltiplicano nei periodi di vacanza, estate, Natale, Capodanno: si tratta quasi sempre i finte offerte di viaggi che offrono pacchetti "last minute" di villaggi inesistenti o fatiscenti. Possono far pensare all'affare dell'anno, invece si tratta quasi sempre di un acquisto virtuale incauto. È successo proprio pochi giorni fa, ad esempio, che un truffatore aveva affittato via web, contemporaneamente a più locatari, una baita a Cortina d'Ampezzo per le vacanze di Natale. Un'inganno che però è stato scoperto in tempo dai poliziotti. "Questo può succedere anche se si affitta una casa vacanza da un giornale di annunci di privati" sostengono gli uomini della polizia postale.“In questi casi, così come per qualsiasi acquisto in Rete, è importante adottare – continuano - alcune cautele basilari: verificare il contesto in cui avviene l'inserzione; vedere cioè se il sito o la società che gestisce la vendita è affidabile o meno. Se si tratta di privati che inseriscono annunci su siti di compravendita verificare le credenziali del venditore. In genere chi commercia abitualmente in modo corretto ha dei giudizi di valore che attestano la sua serietà. Sarebbe comunque sempre meglio, come cautela di buon senso, non inviare tutti i soldi subito: magari inviare solo una caparra e poi pagare il resto del soggiorno quando si arriva sul posto e dopo aver verificato che è tutto a posto”. Molta cautela va usata anche quando si agisce in un ambiente a rischio quali sono i Social network: tra i nostri giovani va sempre più di modo, purtroppo, l'idea di impossessarsi della identità di una persona per diffamarla, denigrarla o peggio ancora distribuire password e numeri di telefono. Accade soprattutto quando ci si vuole vendicare di un fidanzato o di una fidanzata che ci ha lasciato, ma anche per un semplice scherzo. È possibile però anche che qualcuno si impossessi dell'identità di persone più o meno note per creare profili che li mettono in cattiva luce o per utilizzare il nome della personalità in questione per ricevere benefici o compiere atti illeciti screditando il suo nome."È molto facile su Internet sostituirsi a una persona e creare un profilo a suo nome sui social network - spiega Zireddu – e per cautelarsi la prima regola, anche se sembra contraddittoria per chi usa i social network, è quella di non fornire dati personali sensibili: indirizzo, data di nascita, luogo di lavoro o scuola frequentata e così via. Più informazioni si danno più è facile per un altro spacciarsi per noi". Altra buona norma, non scritta ma preziosissima, soprattutto a distanza di tempo quando lo status del giovane cambia, è non inviare mai a nessuno proprie fotografie: si tratta di immagini, a volte goliardiche, che possono essere pubblicate o addirittura (come nel caso dei social network) fatte proprie da altri a nostra insaputa. E la cui scoperta, magari a distanza di anni, potrebbe essere molto molto amara.

Nessun commento:

Posta un commento