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giovedì 14 gennaio 2010

Il bullismo sbarca in internet: il 35% degli studenti ne è vittima


Indagine di Codici: in crescita le aggressioni subite attraverso i nuovi media, sms, social network e blog.

ROMA - All'indomani della partenza dei corsi (a cura dell'Aied) destinati alle scuole su educazione sessuale e bullismo, l'associazione Codici mostra i risultati dell'indagine sulle aggressioni tra gli adolescenti romani. E si affaccia un nuovo fenomeno: il cyberbullismo. Il mito dello spaccone dilaga inevitabilmente sui nuovi mezzi di comunicazione come sms, social network e blog, molto frequentati dai giovanissimi alla ricerca di identità e con la voglia di far gruppo. Ed è così che alla domanda «Ti è mai capitato di aver subito insulti attraverso internet?» il 35% dei 600 studenti romani di età compresa tra i 14 e i 17anni, destinatari del questionario ha risposto «sì».
BULLISMO, UN FENOMENO - Alla domanda «Secondo te nella tua scuola c'è qualcuno che compie delle prepotenze, comportandosi da bullo?» i ragazzi hanno risposto sì con una percentuale altissima: 94,62%, praticamente tutti. Il fenomeno del bullismo, legato alla ricerca dell'identità dei giovani intorno ai quattordici anni, «si manifesta con l'aggressività tipica di chi vuol mettersi in evidenza» dice Alessandra De Giorgio, psicologa del Codici. «Il gruppo è fondamentale: prima ci sono gli amici e poi la famiglia. Il parere dei compagni di scuola rispecchia la necessità di condividere tutto». Ed ecco che entrano in campo i mezzi comunicazione come sms, social network e blog. Ma Codici vuol contrastare le aggressioni sullo stesso terreno: «Abbiamo attivo un blog attraverso il quale i ragazzi possono scriverci e li invitiamo a farlo per chiederci consigli: http://www.codicinobullismo.splinder.com/».
USO INCONTROLLATO DEI MEZZI - «Sono i genitori che spesso controllano poco quello che fanno i figli» accusa la De Giorgio. «L'accesso a Facebook non sarebbe ammesso ai minorenni, invece le pagine su di loro sono tantissime» a dimostrazione di quante ore al giorno trascorrono navigando in internet. «Ma anche nelle scuole non si dovrebbero portare i cellulari in classe e invece gli studenti ce li hanno sempre accesi». Ma se gli adulti assistono a episodi di bullismo come si comportano? nel 59,23% dei casi gli adulti intervengono per difendere chi subisce. Tuttavia rimane il fatto che il 23% dei ragazzi dichiara che gli insegnanti non si accorgono di niente. I giovani invece dichiarano che sono più le volte che assistono delle volte che subiscono: i primi all'80% e gli altri al 53%.
AGGRESSIONI E MODALITA' - «Per bullismo si intende anche una semplice prevaricazione di tipo verbale» afferma Monia Napolitano, Sociologa del Codici. Ma non solo in internet. E sul fenomeno più in generale l'associazione Codici presenta anche un confronto tra due metropoli: Roma e Milano. In merito alla domanda: «Che tipo di prepotenze vengono compiute?» mentre il gruppo di Milano risponde «furti importanti» con una percentuale pari al 55,56% , «offese e insulti» al 51,11% e «aggressioni fisiche» al 44,44%, il gruppo di Roma risponde «prese in giro» al 90,77%, «offese e insulti» al 79,23% e «scherzi pesanti» al 50%. Questo suggerisce ad una prima analisi che nel capoluogo Lombardo prevalga un tipo di bullismo diretto fisico, mentre al Centro un tipo di bullismo diretto verbale. Riguardo alla domanda: «Dove avvengono più di frequente queste azioni?» i soggetti di Milano riferiscono soprattutto nei corridoi (77,78%) e nel cortile della ricreazione (77,78%), mentre nella capitale dichiarano prevalentemente fuori dalla scuola, vicino all'entrata (66,92%) e nei bagni della scuola (60,77%).
GRUPPI E SINGOLI - Inoltre, i ragazzi di Milano affermano che nel 55,56% dei casi il bullo agisce da solo, mentre i soggetti di Roma ritengono che questo compia atti di prepotenza soprattutto in gruppo (50,77%). Riguardo al sesso i soggetti del Centro affermano che il bullo sia prevalentemente maschio (61,54%), mentre tutti i soggetti del campione di Milano rispondono sia maschio che femmina (100%). Riguardo al comportamento assunto dai compagni di fronte alle azioni del bullo, i ragazzi di Milano affermano soprattutto che i loro coetanei siano spaventati (80%) e che facciano finta di niente (75,56%), mentre i soggetti della capitale riportano maggiormente che i compagni si divertono e fanno il tifo per il bullo (41,54%), oppure fanno finta di niente (39,23%).

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