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mercoledì 23 dicembre 2009

Regolamentare Internet trovando un giusto compromesso fra Sicurezza e Libera informazione



Ho avuto modo stamane di vedere un post pubblicato su Facebook da parte dell’On. Antonio Palmieri il quale evidenziava il fatto che il Ministro Maroni abbia in queste ore giustamente deciso di non fare una legge ad hoc per regolamentare internet, bensì optare per un Codice di autoregolamentazione. Concordo con l'idea purché sia un codice di autoregolamentazione che non diventi come quello, seppure lodevole nel fine, dell’allora Ministro Gasparri relativamente al Codice di Autoregolamentazione Internet e Minori. Purtroppo in Italia nel corso degli anni ciò che faceva la sinistra veniva stravolto quando saliva la destra e viceversa. Credo sia un po’ capitata la stessa cosa nell’evoluzione di questo Codice. Stà di fatto che oggi non esiste più la Commissione istituita all'epoca e preposta ad aggiornarlo (il codice internet e minori è obsoleto e da rivedere) e non vi sono organismi preposti al rispetto dello stesso. Dunque l’idea di un nuovo CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE, visto il fallimento del precedente seppur diverso negli obiettivi riferiti alla tutela dei minori, deve far riflettere. Ritengo debba considerarsi l’ipotesi di un organismo super-partes che vigili e che lo faccia rispettare. Oggi esistono i CORECOM regionali che a mio parere dovrebbero essere rivisti soprattutto nella gestione dell'apparato amministrativo-direzionale. Evitare che la Presidenza segua logiche partitiche bensì vengano dati incarichi in base alle qualità e l’esperienza di chi va a ricoprire ruoli di questo genere. Nell’ambito dei CORECOM (Comitati Regionali per le Comunicazioni) per quel che ho potuto constatare, solo alcune regioni sono realmente attive e funzionali, vuoi per organizzazione, disponibilità di strutture e personale tecnico. Credo oggi manchi la giusta formazione e gli strumenti x controllare ciò che accade sul web per quel che riguarda i contenuti. Questi comitati dovrebbero, a mio parere, lavoare a stretto contatto con l'AGCOM e poter sanzionare coloro che trasgrediscono il codice di autoregolamentazione, cosa che in passato credo sia accaduta in rarissimi casi. Occorre rivedere il tutto in un ottica di riorganizzazione di apparati che in passato vigilavano sulla comunicazione intesa come TV e formarli affinché possano vigilare sui contenuti presenti sul web. Infine penso che ad una commissione di “Parlamentari Tecnologici” con il compito di proporre un “Codice di Comportamento in rete” dovrebbe affiancarsi un pool di esperti nei vari settori (legale informatico, privacy, sicurezza informatica, psicologico, sociologico, crimininologico, protezione dei minori in rete etc), delle principali aziende e istituzioni preposte al controllo (Polizia Postale, AGCOM, Assoprovider, SIAE, Corecom, principali gestori dei motori di ricerca) e i rappresentanti delle primarie agenzie educative relativamente alla delicata tematica dei minori in rete (Associazione Genitori e Scuola). Sarebbe dunque, a livello preventivo, buona cosa portare nella scuola italiana già a partire dalla primaria un percorso di “Educazione Civica della Rete” o “Educazione ai Media” che consenta ai futuri ragazzi di apprendere le nozioni principali sulle modalità comportamentali da assumere in rete insegnando loro ad avere un atteggiamento critico nei confronti dei contenuti che ogni giorno si dovranno abituare ad incontrare on line. Internet è uno strumento, il contenuto è frutto dell’intervento dell’uomo e come tale deve essere regolamentato trovando il giusto equilibrio con il diritto alla propria privacy e alla libertà d’espressione. Ottima l’idea di una “Carta Etica Digitale”, il Parlamento potrebbe pensare di partire da questa sviluppandone i punti e apportando le necessarie integrazioni. La stessa potrebbe, una volta implementata arrivare in sede europea facendo aderire tutti gli Stati aderenti.
Colgo l'occasione per augurare a tutti i lettori del mio blog un Sereno Natale

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