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mercoledì 28 ottobre 2009

Le PMI e il problema della criminalità informatica


Le piccole e medie imprese italiane sono sempre più preoccupate per il pericolo rappresentato dagli attacchi informatici. È questo il dato significativo che emerge da una specifica indagine svolta da A&F Research su commissione di Trend Micro. Lo studio ha coinvolto 150 imprese in tutto il nostro Paese ed è stato portato avanti nel mese di luglio. I risultati della ricerca sono stati resi noti pochi giorni fa.
Oltre ai danni determinati dalla crisi economica le aziende sono costrette ad affrontare anche quelli che sono provocati dalla criminalità informatica. Quest’ultima viene intesa come una fonte di preoccupazione maggiore a quella destata dalle difficoltà di ottenere condizioni di credito da parte delle banche.
Il problema relativo alla sicurezza più evidenziato dalle imprese è lo spam, che determina un vero e proprio rallentamento della rete aziendale, che risulta sovraccarica. Non meno preoccupante è la diffusione di virus nei sistemi aziendali e il furto di portatili contenenti dati aziendali. Particolarmente segnalato dalle aziende intervistate è il problema del rallentamento nelle prestazioni dei sistemi informativi in base alla soluzione adottata in termini di sicurezza. Le aziende più grandi hanno preso già provvedimenti contro i rischi derivati da un uso non corretto della rete, anche se hanno seguito soprattutto la linea del proibizionismo.
Parecchie aziende si sono attivate in particolare per non rendere accessibili i servizi Web che hanno a che fare con la pornografia e con i giochi o le scommesse online. Per quanto riguarda invece l’utilizzo dei social network, la ricerca di posti di lavoro in rete e l’impiego di email personali sembra che sia seguita una linea più morbida in corrispondenza di minori preoccupazioni di rischio, anche se le strategie seguite si faranno più restrittive in futuro.

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